Chapter 24

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Rimango impalata sulla soglia della porta e la mia mente brancola nel buio.

La lite di ieri ha provocato ad Alberto parecchi danni: il suo naso è bitorzoluto ed ha parecchi tagli sparsi sul volto.

Balbetto scovando le parole giuste, ma il vuoto si impossessa dei miei pensieri.

È Alberto a rompere l'aria gelida che si era creata: «Posso?» Domanda buttando i suoi occhi verso l'interno della casa. 

«E-entra.» Farfuglio discostandomi dalla soglia. Alberto mi passa di fianco e inspiro il dolce odore delle rose.
«Dove posso metterle?» Chiede vacuo e con un po' di rossore dipinto sulle guance. 

«S-sul tavolo in cucina.» Chiudo la porta febbrilmente e mi affretto a fargli strada. Lui poggia cauto il fascio di fiori sul tavolo e in poco tempo il profumo inizia a diffondersi nell'intera stanza. 

Cosa avrà da dirmi? Di sicuro sarà venuto a infangarmi di accuse, e in fin dei conti non posso biasimarlo. 

Lui capirà che Mathias è stato soltanto uno sbaglio, Sofy.

«Vuoi dell'acqua o del tè?» Butto fuori la prima frase che di solito la mamma usa quando riceve un ospite

Ma Alberto scuote la testa e l'aria diventa difficile da respirare.

Sino a poco tempo fa eravamo fidanzati e adesso sembriamo dei perfetti sconosciuti che si incontrano per la prima volta. «Andiamo in soggiorno.» Dico cordiale e lui mi segue senza obiezioni. 

Mi siedo nell'esatto punto in cui la mamma legge i suoi fantastici romanzi e Alberto prende posto a debita distanza da me. Incrocia le sue dita e china il capo deglutendo. 

«Mi dispiace per quello che è successo a tua nonna.» Alza lo sguardo incontrando il mio. Sospiro riandando con la mente all'ultimo discorso che la nonna ha deciso di dedicarmi.

«Grazie.» Rispondo incollerita. «Ma sappiamo entrambi che non sei qui solo per darmi le condoglianze. Forse dovrei scusarmi con te.»

Gli occhi di Alberto diventano sgranati e le sue labbra si uniscono tanto che riesco a fatica a distinguere quella inferiore da quella superiore. «Sì, non sono qui solo per dirti che "mi dispiace".» Virgoletta canzonando le sue stesse parole.

Si lascia andare in un sospiro solenne prima di continuare a parlare. «So che questo è il momento meno opportuno per parlarne, ma io ho bisogno di chiarimenti.» La sua voce è lieve ma allo stesso tempo risuona nella mia mente come un disperato grido di aiuto. 

Me le sarei dovute aspettare questa parole. Emetto la prima parola, ma l'improvvisa interruzione di Serena non mi permette di completare la frase. 

«Scusate, non volevo disturbarvi. Ciao Alberto. Sofy, forse è meglio che io vada a recuperare le ore di sonno arretrato. Vi lascio. Per qualsiasi cosa chiamami con il tuo telefono di casa, io sfreccerò da te all'istante. Ti voglio bene.» Si appresta ad aprire la porta raccattando la sua piccola borsa a tracolla poggiata sul mobiletto all'ingresso. 

«Anch'io.» Le rispondo solcando un flaccido sorriso forzato.

Credo che Serena abbia capito che bramo dal desiderio di sfuggire da questa scomoda situazione, ma non posso, devo affrontare i mostri che io stessa ho creato. La porta di schiude e Serena sparisce. 

«Sì, mi sembra giusto che tu voglia dei chiarimenti.» Mi sistemo una ciocca con le dita riprendendo il discorso interrotto. Le maniche della felpa mi coprono i palmi delle mani.

«Sofia, io non ho la più pallida idea di come sarà la mia vita senza di te. Io ti amo come non ho  mai amato nessun'altra persona, ma mi hai ferito. Voglio avere la certezza guardandoti negli occhi. È vero che l'hai baciato?» Ora le sue iridi diventano più ardenti d'ira. 

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora