Chapter 7

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«Perché sei uscita?» Mi domanda Alberto stranito; lo fisso per poi chinare la testa e incamminarmi nel locale a passo svelto.

Lui mi segue e la musica ricomincia a penetrare potente nelle orecchie.

Un guazzabuglio di persone sono accalcate in uno spazio ristretto e una zaffata di sudore mi fa distorcere il naso e salire ancora di più la rabbia repressa.

Alberto mi bracca da dietro girandomi verso di lui, ma io mi rigiro lasciandolo impalato per l'ennesima volta.

«Ho il privilegio di sapere cos'hai?» Mi domanda Alberto una volta che mi sono acquietata sul divanetto con le braccia in grembo e il mogio.

Non voglio guardarlo, ma vorrei uscire da questo maledetto locale e zittire una volta per tutte quel presuntuoso di Mathias.

Ha accusato che il mio corpo si eccita in sua presenza e ciò non è affatto vero, oppure sì? Ragiono e mi scervello mentre Alberto, petulante, insiste col chiedermi il perché della mia improvvisa scenata.

«Sono stanca. Non voglio più restare qui!» Sbotto gesticolando e avverto l'ira fuoriuscire dalla mia bocca come un drago farebbe con del fuoco.

Alberto indietreggia confuso. «Sei stata tu a chiedermi di venire in questo locale.» La sua espressione diventa di colpo arcigna e io esplodo facendo sfociare la mia stizza.

Delle lacrime scendono calde e rigano il mio viso. «Non sono pronta per il sesso e questa cosa mi fa stare male.» Continuo la messa in scene. Non ho la più pallida idea del perché il mio inconscio abbia tirato fuori la faccenda del sesso che Alberto mi aveva proposto. Iil motivo per la quale i miei nervi sono a fior di pelle è un altro.

«M-ma bastava dirmelo.» Alberto si accomoda al mio fianco poggiando una mano sulla mia guancia.

Leva le lacrime dal mio viso con le sue nocche ossute e mi scruta con i suoi occhioni.

So che avrà dimenticato lo scatto d'ira di poco fa. Lui è fatto così, non riserva rancore, ma io sono sconvolta di me stessa poiché ho scansato Alberto come se fosse d'intralcio, come se lui fosse un inutile elemento di disturbo nella discussione tra me e Mathias.

Scaravento la mia testa nei palmi delle mani, scuotendola, ma una voce da papera ubriaca fa di nuovo salire il mio grado di collera.

Sollevo il mento e intravedo Serena che barcolla pericolosamente e che sorregge in mano un altro drink. Mi isso di scatto.

«Avevi detto che questa sera saresti rimasta con me e che questo circo avrebbe dovuto essere una festa privata. "Ti giuro su Molly che non tocco alcol"» Scimmiotto il suo giuramento e lei ritrae il collo indietreggiando pericolosamente.

«Sofy, è ubriaca! Non capirà nulla.» Soggiunge Alberto cercando di farmi ragionare. Ma il mio livello di sopportazione è eruttato e ora la lava scende dei miei occhi inferociti.

«Sei un'egoista e un'egocentrica viziata.» Max le piomba dietro anche lui con gli occhioni lucidi di alcol. «E tu non ti vergogni di portarti a letto una ragazza ubriaca? Che razza di uomo sei? Fallito.» Faccio piazza pulita berciando e Giada, la ragazza alla quale ho rubato una sigaretta, osserva la discussione a gambe accavallate.

Ho la vista appannata e rivango tutte le colpe su di lui, su Mathias. La mia serata andava piuttosto bene fin quando quel faccino presuntuoso ha rubato la mia sigaretta. Lo detesto!

Io non direi, mia cara. Posso anche essere la vocina demoniaca, ma il mio ruolo è farti cadere in tentazione e devo ammettete che tu ci sei cascata alla grande.

Max inarca le sopracciglia chiedendo ad Alberto con lo sguardo cosa voglio da lui. «È inutile che ti appelli al tuo amico. Solo i frustati dalla vita vanno a letto con donne ubriache. Vergognati!» Serene ride mentre io mi lancio verso Max come un cane furioso.

La mia mente è vittima di un eclissi e chiunque mi si pari davanti subirà il mio malcontento.

Alberto mi bracca intimandomi di mantenere la calma. La serata entra ancora più nel vivo è la musica pulsa nella mia tempia. Le luci hanno cambiato tonalità, ora sono di un viola soffuso, che offusca la visuale.

«Sofy, ti prego ascoltami. Sono ubriachi è inutile darli addosso. Vuoi che andiamo a casa?» Domanda tenendo le mie braccia bloccate. Non ricordo che possedeva questa forza.

«Sì.» Dico a primo acchito irresponsabile ma quando constato che Alberto ha ragione, cambio idea. «Non puoi accompagnarmi a casa. Dovrai fare da babysitter a loro.»

Rassegnata e con la ragione che si rischiara nella mia mente faccio segno ad Alberto di osservare Max e Serena. I due ora, nonostante la mia sfuriata, si sono gettati nella calca di persone madide di sudore e ballano senza fermarsi.

«Me ne andrò da sola. Chiam-»

«Non se ne parla, tu verrai con me.» Ribatte Alberto contrariato e lasciando la presa che esercitava sul mio corpo.

«Albe, sono adulta e so cavarmela. Ti prego, non voglio rovinare ulteriormente la serata. Chiamerò un taxi, sai che qui fuori ce ne sono a bizzeffe.» Gli spiego pacata e ora mi domando perché abbia dato di matto.

Mathias, è stato lui la fiamma che ha fatto innescare la bomba. Ma se detiene questo controllo sul mio corpo, allora potrà ottenere tutto ciò che vuole da me?

Guardo Alberto ma la mia mente è sintonizzata sul canale SORRISETTO BEFFARDO.

Lo detesto, non voglio più vederlo ma al tempo stesso vengo suggestionata dal desiderio di posare le mie labbra sulle sue, di toccare quel fisico scolpito in pietra.

«Okay. Quando arriverai a casa fammi sapere. Ti amo. Posso baciarti? Oppure parte un rovescio?» Chiede Alberto sorridendo.

«Puoi.» Dico docile e con una vocina strozzata; lui mi bacia accompagnandomi all'uscita.

Non saluto né Serena né Max, mentre confido nell'orecchio di Giada che ho rubato una sigaretta dal suo pacchetto; lei mi risponde con un occhiolino d'approvazione salutandomi.

«Avvisami quando arrivi. Non dimenticartelo.» Si ostina petulante Alberto e io gli ripeto che lo farò.

Il Covo degli Spiriti Liberi, ovvero la strada in cui i locali si susseguono in una fila quasi infinita, garantisce uno spazio riservato ai taxi che molto spesso sono l'unico mezzo sicuro per riportare le Anime Libere nelle loro dimore.

Mi guardo circospetta e lui non c'è, non deve esserci. Se mai si avvicinerà sarò tanto veloce da assestargli una sberla.

Due taxi sono parcheggiati sulla mia sinistra mentre dal lato opposto una fusione di musica ad alto volume, riprodotta da ogni locale, crea una baraonda infernale.

Desiderio andare a casa e distendermi sul mio soffice e morbido letto.

Sei sicura che desideri solo quello?

Mi avvicino al tassista ma di sottecchi noto lui.

TUM! Il mio cuore subisce una scossa e l'adrenalina scorre fluida nelle mie vene.

Mi volto e Alberto è già rientrato nel locale. Il volto di Mathias viene illuminato dall'insegna rossa di un locale denominato "IL CLOWN". Lui non mi avvista e una domanda si intrufola nei miei pensieri: perché ha cambiato locale?

Perché è un arrogante buono a nulla. Vocina coscienziosa.

Perché non resiste all'idea di vedere Alberto che ti bacia. Vocina demoniaca alla ribalata.

Per lui non sono nulla come lui non è nulla per me.

Di chetichella, mi rifugio dietro al taxi senza badare al conducente. Comincio a spiare Mathias che parla e si diverte con i suoi due amici, gli stessi di prima. Uno di colore e il secondo è un ragazzo dalla corporatura possente ma basso.

Perché lo sto facendo?

Una voce rauca proveniente dal taxi, mi richiama: «Ragazza, non puoi nasconderti dietro al veicolo. Io ci lavoro con questo rottame e so lo romperai giuro che mi farò dare sino all'ultimo centesimo.» Il tassista sbraita voltandosi.

L'attenzione di Mathias viene catturata dalla voce dell'uomo e invasa dal terrore, mi appresto ad avanzare verso il prossimo taxi.

«Aspetta. Ehy, Sofia...» La sua voce arriva alla mia mente forte, chiara e sensuale.

Non mi aveva mai chiamata per nome. Questa è la prima volta.

Sospiro bloccandomi ed emettendo uno sbuffo simile a un latrato.

Degli alberelli sono piantati sul marciapiede e al di là di essi, una sontuosa facciata di un edificio si erge macilento.

La zona in cui mi trova è parzialmente illuminata dalla luna, e ora i raggi lunari bagnano i suoi occhi luminosi.

Si ferma a pochi metri da me e io prendo le distanze mettendomi a braccia conserte.

Un'ondata di buon odore travolge il mio olfatto. È il suo odore, e un secondo dopo i miei sensi intensificano il riscaldamento.

«Cosa vuoi?» Chiedo imbronciata. Non gli permetterò di sfiorarmi. È una promessa.

«Perché sei qui da sola?» Ribatte lui falsamente curioso di scoprire. So che non gli importa nulla, ma mi porge lo stesso la domanda.

«Tu perché non ti fai gli affaracci tuoi?» Rispondo a muso duro sfoggiando un sorrisetto mellifluo.

«Miss. Purità sta cominciando a cacciare il caratterino. Scommetto che hai litigato con quel "coso" che tu chiami fidanzato.» Fa lui ridanciano.

«Ho litigato ma abbiamo fatto pace.» Rispondo superba. «E smettila di mettermi quei nomignoli.» Acuisco il mio tono di voce indignata.

«Immaginavo. Io devo entrare il quel locale se vuoi puoi anche unirti a noi, a me non cambia nulla. Ma credo che tu abbia la vocazione di diventare suora e deciderai di metterti in quel taxi.» I suoi occhi mi lancino una sfida e il mio lato avventuroso stenta a resistere.

Una affluenza di emozioni divampano all'idea di vedere Mathias sorpreso e già proietto nella mia testa quel sorrisetto scomparire dal suo volto.

Ha osato lanciarmi un duello e io l'accetterò vincendolo. Mi mordo il labbro inferiore osservando curiosa il locale. «Accetto.» Sentenzio soddisfatta.

Odio la musica ad alto volume, ma bisogna perseguire un obiettivo e posso sopportarla.

Mathias sembra rimanere sbalordito e inclina il capo in un finto gesto di approvazione. Ma e poi mai dirà che l'ho spiazzato. È orgoglioso e narcisista.

«Allora, seguimi.» Dice secco e voltandosi per poi attraversare.

Sofia, lo stai seguendo? Ma sei impazzita? È uno squilibrato. La vocina della coscienza è fuori di sè.

Arrivati nei pressi della grossa insegna del locale, ovvero un clown che ride a trentadue denti, Mathias mi presenta i suoi amici.

«Piacere Raoul.» Dice il ragazzo di colore stringendomi la mano. «È la tua nuova fiamma?» Domanda poi a Mathias.

«Sono soltanto una sua amica di scuola.» Mi intrometto cercando di dimostrarmi quanto più infastidita possibile. Amica? Noi non siamo affatto amici, e non lo saremo mai, ma voglio vincere a tutti i costi la sfida.

«Mathias non ha fiamme d'amore. E... piacere Lucas.» Fa l'altro. Ha una barba curata e rasata e alcuni brufoli crescono rigogliosi sulla sua fronte. Mathias non ha fiamme d'amore, lo canzono della mia testa. Un altro tronfio e presuntuoso.

«Possiamo entrare.» Proclama Mathias rompendo le righe.

La musica del Clown rimbomba più forte del locale nella quale ho fatto emergere il lato isterico del mio carattere.

Le spogliarelliste ballano civettandosi contro i lunghi pali che scendono dal soffitto. Delle scale permettono l'accesso ad alcuni divanetti privati.

«Noi andiamo a prendere qualcosa da bere.» Urla Raoul, il ragazzo di colore e sia lui che Lucas si precipitano a recarsi verso un luminoso bar, che mette in mostra l'universo dei liquori.

«Ti va di bere qualcosa?» Mi domanda Mathias e il suo viso viene illuminato a tratti dalle luci a intermittenza riprodotte dalle sfere specchiate. Ora rosse, ora verdi.

Lo osservo e mi smarrisco nel suo verde tinteggiato di grigio scuro; poi rinsavisco scuotendo la testa decisa.

«Scommetto che non hai mai bevuto in vita tua.» Insinua lui avvicinandosi al mio orecchio, come la prima volta.

Un brivido sale lungo la mia schiena sino a giungere all'ultima vertebra del collo; lo avverto freddo e incontrastabile e per la centesima volta il mio corpo cambia temperatura.

La sua voce bollente e le sue labbra umide al contatto con la mia pelle sortiscono un effetto indesiderato, come l'abuso di una medicina.

Devo contrattaccare ed evitare di sembrare un'imbranata. «Certo che ho bevuto. Vuoi vedere?» Gli domando arrogante. Perché gliel'ho proposto? Io sono astemia. Dio, aiutami tu.

D'improvviso avvinghia le sue dita sul mio braccio, catturandomi nella sua morsa veemente, quella in cui vorrei essere sempre carpita.

«Togli le mani dal mio braccio.» Lo ammonisco, ma lui mi sorride e solo Dio sa quel sorriso cosa provoca nella mia mente.

Avverto come se i pensieri stessero sul punto di azzuffarsi in una grande baraonda.

Mathias ordina due cicchetti pronunciando il nome del cocktail, ma non riesco ad afferrarlo a causa del baccano alle nostre spalle.

La barman posa i bicchierini sul un tappetino di gomma nero e Mathias mi scruta.

Deglutisco quando avvisto un liquido azzurrognolo che esplode di alcol.

Quando avevo quindici anni mio padre mi fece assaggiare un goccio di vino. Quella è stata l'unica volta in cui il mio stomaco ha dovuto smaltire una sostanza diversa dall'acqua, e adesso dovrei deglutire d'un fiato questo liquido dall'odore che rievoca la benzina?

Devi farlo! Altrimenti apparirai ai suoi occhi come una sciatta. Vocina malefica

Non farlo! Sei astemia e basterà mezzo goccio di alcol per ridurre la tua mente a brandelli. Vocina coscienziosa

Ma lui, scaltro, si versa in gola il liquio e lo ingurgita; dopodiché si pulisce le labbra con il dorso della mano. Mathias aspetta con ansia che tracanni il liquore e so già cosa starà pensando nella sua mente contorta.

Tiro sul col naso riunendo tutta la forza d'animo che possiedo. Afferro il bicchiere gocciolante e lo scaravento nella mia bocca.

Deglutisco forzata e sono certa che la mia bocca è in fiamme, il mio esofago è in fiamme e io ho bisogno di un estintore per spegnere l'incendio.

Strizzo gli occhi e il liquido azzurrognolo scende sino allo stomaco, lo sento viscido che si inerpica fra le pareti dell'intestino.

Spalanco le palpebre e il viso ridanciano di Mathias è la prima cosa che metto a fuoco.

Vorrei che tutti i risvegli fossero così.

Devo dimostrare che so reggere, ma sono astemia e comincio già ad avvertire una lieve spossatezza.

Ho voglia di muovere le braccia e farmi trascinare dal ritmo della musica. Una nuova sensazione e di questi tempi non è una novità.

Sorrido innalzando le braccia e muovendo il bacino. Sono ridicola? Lui ride, si diverte.

Si avvicina a me e comincia a muoversi a ritmo con il mio corpo e nel giro di qualche minuti ci troviamo a ballare uniti, in un legame indissolubile, nel bel mezzo della pista gremita di persone. Ma i miei occhi sono solo per lui. Tutt'intorno è il nulla.

La sua lingua inumidisce le labbra e delle stille di sudore affiorano sulla sua fronte. Ballo freneticamente, non riesco a fermarmi e Mathias mi cattura a sé, dolcemente. Non me l'aspettavo. Io sono fidanzata, ma lui è irresistibile.

I miei capelli svolazzano nell'aria come polline in primavera e Mathias passa le sue dita sul mio orecchio sistemandoli. Piego la testa sulla sua mano possente e liscia al tempo stesso. Immagino una realtà in cui io e lui siamo fidanzati come una vera coppia.

Sofia stai degenerando. Stoppa questa bravata oppure sarà la fine per te. Un briciolo di coscienza si fa viva in me.

Quando quei fanali GRIGIOVERDI mi bagnano di emozioni sembra che il mondo cessi di esistere.

Le sue labbra: ne ho bisogno; così, priva di scrupolo mi butto su di lui. Le nostre lingue si uniscono in un valzer rotolante.

Poggia entrambe le mani sul mio volto bagnato e nel frattempo i nostri corpi si muovono in automatico.

Mathias lancia la sua lingua in profondità e la sento abile insediarsi dentro di me. TUM-TUM-TUM, il cuore è fuori di sé.

Come se un'ascia avesse spezzato l'incantesimo di cui eravamo vittime, Mathias ritira la sua lingua e io apro gli occhi risvegliandomi dal paradiso.

Lucas, il suo amico, gli stai dicendo qualcosa nell'orecchio e io, infastidita, cerco di capire.

Cosa sto facendo? Alberto è a pochi passi, in un'altra discoteca e io sono qui con Mathias. Dovrei pentirmi e invece mi sento viva.

«Devo andare via, tu resta con Lucas.» Mormora Mathias immergendosi nella folla.

Non mi dà il tempo di ribattere e mi ritrovo seduta davanti ad un altro cicchetto, che Lucas mi ha offerto gentilmente; lo rifiuto e lui insiste e così lo sgolo d'un fiato, questa volta sentendo meno bruciore.

Lucas aumenta la dose appioppandomi un altro cicchetto. Farnetico e faccio fuori anche il terzo e dopo il quarto.

Le persone cominciano a sdoppiarsi e le mie palpebre sono faticose da reggere. Mi isso, ma un subitaneo sbandamento mi fa annaspare per poi avvinghiarmi sul bancone.

Lucas mi sorregge ma lo stomaco brontola e l'alcol fa il percorso inverso. Sfocia dalla mia bocca e le scarpe di Lucas si imbrattano di liquore e bile.

«Cazzo!» Esclama guardandosi le sue sneakers nuove di zecca.

«S-scusami.» Dico ma non faccio in tempo che un altro coniato prende vita nella mia gola.

«Lucas, cosa succede?» Avverto la voce ovattata di Mathias.

Troppi rumori, non reggerò. Mi sento capovolta e pochi minuti dopo un water mi si para davanti. Vomito ed emetto il liquido blu.

«Eri astemia. Lo sapevo. Non dovevo farti bere.» Mathias è arrabbiato? Perché è arrabbiato. Io non voglio che sia adirato. Vomito di nuovo. Rivoletti di saliva mi scendono dall'incrocio delle labbra madide di alcol.

Mathias, frenetico, ricaccia all'insù le maniche della sua camicia e mi sorregge mettendomi una mano sulla fronte.

«Sei preoccupato per me?» Farnetico.

«Cristo! Quanti bicchieri ti ha fatto bere quel coglione di Lucas?» Domanda inferocito.

«Due, tre o quattro. Non ricordo più.» Rido perché mi va di ridere. Lui è così bello. Lo abbraccio ma si divincola.

«Perché mi scansi? Io voglio baciarti, Mathy.» Tentenna e io vomito ancora.

«Sei ubriaca, Sofia. Ti porterò a casa di Raoul.» Mi comanda.

«Perché sei furioso con me? Io non ti ubbidisco. Perché sei stravolto la mia vita? Perché?» Deliro e alcune lacrime scorrono.

Tutto gira, ma il volto di Mathias è nitido nella mia mente invasa dalla nebbia. «Okay. Basta! Lucas, Raoul, dobbiamo andarcene, adesso. La caricherò in spalla.»

«Dici a me? Che romantico... Ma rifiuto l'off-» Urlo sbattendo le gambe.

La sua spalla possente e conficcata nel mio stomaco. WOW! Le persone sono a testa in giù. Come fanno?

Il vento sferza il mio viso. «Maledetto vento. Mathias mettimi giù. Te l'ordino, ti prego.» Batto le mani sulla schiena. È muscolosa.

«La porterai a casa mia?» È Raoul?

«Sì. Lucas quanto cazzo l'hai fatta bere?» Mathias è incazzato.

«Ragazziiiiii non litigate...» Mi adagia nell'auto e continuo a dimenarmi. Lo schienale è morbido, molto morbido. «È un cuscino?» Chiudo gli occhi. Non voglio guardare il mondo, è crudele. «Mathy... Ma...»

Precipito nel buio.  

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora