Capitolo 8 - Si, è stupido...

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Poggiai il cellulare sul tavolino, mi tolsi le coperte di dosso e mi accorsi di non avere più quel ghiaccio sul ginocchio, al suo posto avevo della semplice garza. Non pensai troppo a quel dettaglio e mi alzai dal divano. Il ginocchio non mi faceva più molto male, provavo solo un leggero fastidio. Uscii dal salotto e mi diressi velocemente verso quelle voci, che provenivano dalla camera di Alessandra. Aprii la porta e vidi un ragazzo abbastanza alto, con i capelli biondi e gli occhi scuri, e capii subito che era lo stesso ragazzo raffigurato nella foto all'ingresso. Era al centro della stanza e teneva Alessandra per il polso destro.

«E questa chi cazzo è??» chiese lui voltandosi verso di me.

«N-nessuno...» rispose Alessandra esitando per qualche istante.

«Nessuno?! Non sarà mica un'altra tua amichetta?? I tuoi genitori mi hanno spiegato cos'hai fatto prima che ci conoscessimo e mi hanno detto loro di tornare qui per riprovarci...» commentò lui. «Ci sono riuscito una volta e posso riuscirci di nuovo!!» aggiunse strattonandola.

«Non riuscirai a fare nulla, non sono il tuo giocattolo, smettila di starmi addosso. Ho provato a stare con te solo per far tacere i miei genitori, ma non mi sei mai piaciuto!!» gli disse Alessandra.

«Ah no?! Beh nemmeno tu mi sei mai piaciuta, eri solo un'ennesima tacca sul mio muro.» disse lui stringendola più forte.

«Lasciala stare!!» gli dissi facendo qualche passo verso di loro.

«Tu non sei nessuno per dirmi cosa posso o non posso fare!» disse lui voltandosi di nuovo verso di me.

«Forse non sarò nessuno, ma tu vali meno di me, quindi vattene!!» gli dissi fermandomi a pochi metri da lui.

«Altrimenti cosa farai?» mi chiese lasciando andare il polso di Alessandra e dandole le spalle.

«Altrimenti ti spacco la faccia!!» gli dissi.

«Oh, ma che paura, una ragazzina piccina picci...» provò a dire, ma io lo fermai dandogli un pugno in faccia.

Lui fece qualche passo all'indietro, mentre Alessandra si spostò di lato. Poi si fermò posandosi una mano sul naso che iniziò a sanguinare, si schiarì le idee e alzò il suo sguardo su di me, più incazzato che mai. Io sentivo le nocche della mia mano destra un po' dolorante, doveva avere proprio la faccia tosta.

«Brutta puttana!!» esclamò venendomi in contro, ma Alessandra lo bloccò da dietro.

«Vattene!!» gli disse. «Ti sei preso il tuo stupido cd, hai avuto anche un extra, quindi ora stai apposto.»

«Quindi lei è la tua ragazza??» chiese sarcasticamente.

«E anche se fosse??» sbottai io con tono di sfida, mentre Alessandra si voltò verso di me con uno sguardo quasi sorpreso. «Non è più la tua ragazza e probabilmente non lo è mai stata, quindi fai un favore alla tua faccia, sparisci!!»

Lui si limitò a fare un sorriso nervoso, si liberò dalla stretta di Alessandra e mi passò accanto. Prese un cd che era sulla scrivania accanto alla porta e uscì dalla stanza, mentre Alessandra lo seguì fuori. Io mi avvicinai lentamente al letto e mi sedetti sopra. Controllai la ferita che avevo sulla mano, non avevo mai preso a pugni nessuno, anche se ho spesso avuto voglia di farlo. Pensai a cosa fosse successo in quei pochi minuti, provando ad elaborare il tutto, ma il rumore della porta di casa mi fece scattare in piedi. Subito dopo sentii dei passi nel corridoio, che si dirigevano in quella camera. Io feci un respiro profondo, schiarendomi la gola, e mi aggiustai anche un po' i capelli. Non volevo sembrarle debole.

«Mi dispiace, scusami...» mi disse Alessandra non appena entrò nella stanza.

«Non capisco perché tu ti stia scusando, non hai fatto nulla... E' quello che è un'idiota!!» commentai io.

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