Ci sdraiammo entrambe su quel letto e ci infilammo sotto le coperte, lei si mise in mezzo, tra me e sua sorella.
«Beh... Buonanotte!!» dissi io un po' imbarazzata.
Ormai passavo dei momenti in cui le sarei saltata letteralmente addosso, e altri in cui mi sarei sotterrata volentieri sotto terra per l'imbarazzo. Il mio cervello sarebbe esploso di sicuro se non avessi messo un po' in ordine i miei pensieri.
«Buonanotte!» rispose Lucia voltandosi verso sua sorella e poggiandole un braccio attorno all'addome, mentre io mi tenni particolarmente a distanza.
Tra me e Alessandra c'erano circa 10-15 cm liberi, avevamo la testa su due cuscini diversi mentre sua sorella usò la sua spalla come cuscino.
«Buonanotte a entrambe...» disse Alessandra.
Io mi poggiai una mano sotto la testa e fissai il soffitto per circa un'ora. Non avevo molto sonno e il fatto di essere lì, nello stesso letto con lei, non aiutava affatto!! Continuavo a pensare ad un sacco di cose, un sacco di scene mi vennero in mente: il primo bacio che diedi ad Alessandra, la prima volta che la vidi a quel ristorante, quando ci chiudemmo in quel bagno, quando le parlai a telefono dopo tanto tempo che non la vidi, e tutto ciò che successe in quella mezza giornata. Nella testa avevo un sacco di pensieri, ma di Cristian sembrava non esserci più nemmeno l'ombra. Mi dispiaceva per come lo avevo trattato, anzi mi dispiaceva avergli fatto perdere tutto quel tempo con me, anche se nei primi anni in cui lui ci provò con me io gli dissi che non ero interessata, ma lui era ostinato. Mi sentivo ancora particolarmente in colpa, e a lui probabilmente non fregava di avermi dato praticamente della zoccola.
«Ehi...» sussurrò Alessandra accanto a me, mentre io mi voltai solo con la testa verso di lei. «Non ci pensare...» disse.
«Non sto pensando a nulla...» dissi tentando di avere un tono di voce basso, poiché Lucia si era già addormentata.
«Quel nulla significa tutto!!» disse lei abbozzando un sorriso. «Domani ti aiuterò con Cristian, se vuoi, poi penseremo a capire cosa sei. Ma non devi scoprirlo per forza, non è importante...»
«Ah no?!» le chiesi io confusa.
Scoprirlo forse mi avrebbe chiarito un sacco di dubbi, ma avere delle risposte forse non era così importante, almeno così la pensava lei.
«Beh no, a me non importa e a te non serve!!» rispose lei.
«Chi ti dice che non mi serve??»
«Se capissi di essere lesbica cosa ti cambierebbe?? Inizieresti a fissare di più le donne? Ci proveresti con loro?? Insomma, cambieresti il tuo modo di vivere solo perché magari sei lesbica?» mi chiese lei con un tono sarcastico. «Credo che la risposta alle ultime domande sia no, non perché magari tu non sia attratta da loro, ma perché non lo hai mai fatto e magari ti sentiresti anche a disagio.» commentò lei come se mi conoscesse da una vita. «O forse lo faresti comunque. Ma sta di fatto che l'essere lesbica è una questione di cuore, non è una cosa prettamente sessuale, come pensano tanti, anche parlando di eterosessuali. È una questione complicata e lunga, magari ne parliamo domani...» disse sorridendo prima di fare un piccolo sbadiglio.
«Si, certo, va bene. Buonanotte...» dissi io.
«Buonanotte!!» rispose lei voltandosi verso il soffitto, mentre io feci lo stesso.
Rimasi per pochi minuti a riflettere sul senso della vita, e altri dubbi esistenziali, e alla fine mi addormentai. Non ricordavo bene come o cosa iniziai a sognare, ma ricordavo una scena in particolare. Io ero a scuola, nella mia aula. Al centro della classe c'era una sedia, e su quella sedia c'era un ragazzo, o almeno all'inizio mi sembrava un ragazzo. Era di spalle alla porta, con le mani legate dietro lo schienale, e c'era anche Cristian, davanti a lui. Un particolare di lui mi colpì subito: aveva le mani rosse, sporche di sangue. Io ero davanti alla porta e all'improvviso Cristian si accorse di me, mi fece segno di avvicinarmi a lui e io lo feci lentamente. Il suo sguardo mi faceva paura, molta paura, aveva gli occhi spalancati come un pazzo. Mi tenni a debita distanza da lui e, quando arrivai davanti a quel ragazzo, Cristian gli mise una mano sulla testa e tirandogli i capelli all'indietro gli fece alzare il viso. Solo in quel momento mi accorsi che non era un ragazzo, ma era Alessandra con i capelli corti. Aveva il naso spaccato, un occhio gonfio, le labbra piene di sangue... Non riuscivo a guardarla e mi voltai verso Cristian con le lacrime agli occhi.
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Prima di te...
RomanceSu Amazon e vari store online. Quella fottutissima pioggia, quella maledettissima voglia di restare lì in piedi in mezzo a quel temporale anche a costo di inzupparmi completamente i vestiti, o anche solo per farmi venire qualcosa. Ho sempre amato l...