Le sue braccia erano l'unico posto in cui stavo bene, in cui ero davvero felice. Lì mi sentivo protetta. Per me casa mia non era il luogo in cui rimasi per 18 anni, insieme ai miei genitori, per me "casa" era lei. Lei... Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, e di difetti ce n'erano, e tanti anche. Non mi andava di pensare "lei è perfetta perché non ha nessun difetto". Lei era perfetta, sì, ma anche lei aveva i suoi difetti, come me, come tutto il resto del mondo. Ma io l'amavo lo stesso, anche se faceva battute alquanto squallide, anche se provava continuamente a farmi ingelosire, anche se pensò prima alla sua ex e poi a me... Io l'amavo!! Anche lei aveva le sue insicurezze, le sue paure, e io non potevo concedere solo a me stessa il lusso di sbagliare. Per quanto potesse sembrare forte, non lo era davvero tanto, la sua era solo una copertura, una corazza. Me lo dimostrò quando mi parlò della sua cicatrice, in quel discorso c'era anche la sua ex, e mi fece capire già lì che non prese bene la sua decisione, quella di lasciarsi. Quando mi parlò semplicemente di come si lasciarono, di quando Patrizia la lasciò con un messaggio, mi fece capire che ci teneva molto, ed era normale... Anche se poi dimostrò di non pensarci più, di pensare solo a me, prima di quel matrimonio però... Ma io dovevo smetterla di pensare alla sua ex, ci mancava solo lei nella mia testa!!!
«Ehi... Ragazzina...» mi sussurrò Alessandra all'orecchio qualche minuto più tardi. «Non pensi che sia ora di staccarci?»
«No, no, no!!» le dissi io stringendola ancora più forte.
«Va bene, allora alza le gambe!» commentò lei mentre io staccai per un attimo la mia testa dalla sua spalla e la guardai in faccia con uno sguardo confuso. «Su, dai!!» continuò lei dandomi dei colpetti sull'esterno delle cosce.
Io feci come mi disse, lei mi prese le gambe e con me in braccio si avvicinò al letto, ci salì sopra con le ginocchia e si sdraiò lentamente su un fianco, con me ancora attaccata manco fossi un koala.
«Sappi che adesso non mi staccherò più!!» le dissi poggiando la testa sul cuscino e guardandola negli occhi.
«Dovrebbe essere qualcosa di negativo?» mi chiese lei sorridendo.
«Beh si, qualsiasi cosa farai io ti starò sempre addosso!!» risposi io ammiccando.
«Anche quando andrò in bagno?» continuò lei cercando di essere seria, ma si stava solo sforzando di non ridere.
«Sei "romanticissima"!!» commentai io sarcasticamente mentre lei rise.
«Va bene, mettiamola così...» disse lei sfiorandomi il viso con la mano. «Tu dici che io sono forte, che riesco a fare cose impensabili per te, ma tu non sai che prima di conoscere te non ero così... Prima di te io ero solo una ragazza che ce l'aveva col mondo intero, che se ne fregava di tutto e di tutti. Ma quando ti ho conosciuta ho capito che più che fregarmene dovevo lottare, il mondo non cambia da solo, bisogna lottare per farlo cambiare. E con te al mio fianco mi sento più forte, quindi resta attaccata tutto il tempo che vuoi, ma quando ti staccherai non andare troppo lontano!!»
«Ehm... Wow!!» esclamai semplicemente arrossendo.
«Bene, adesso per un anno sto apposto!!» commentò lei ridendo.
«Ti piacerebbe!!» ribattei io sarcasticamente. «Al massimo starai apposto per una settimana!!» le dissi sorridendo.
«Va bene, mi inventerò qualcosa!» continuò lei stampandomi un bacio sulle labbra.
Nei tre giorni seguenti Luca non venne a scuola, e le lezioni erano decisamente più tranquille, persino i professori si sentivano più sereni quando spiegavano. Non dovevano più evitare frasi "equivoche" che qualcuno (Luca) poteva usare per fare battute offensive verso qualcun altro (Alessandra), potevano rilassarsi e andare anche più lentamente senza farsi venire un attacco ogni due secondi. Quando Luca tornò, però, mi fece pentire di non aver portato con me una mazza di ferro. Non fece battute, non disse nulla, si limitò a fissarci da lontano e la cosa sembrava anche più inquietante del solito, non solo per quel lieve segno viola che aveva sotto un occhio. Durante l'ora di inglese, perché in quell'ora lui si sentiva più libero di fare quel cazzo che voleva, Alessandra andò in bagno, e lui poco dopo chiese al professore la stessa cosa. Il professore acconsentì e la cosa non mi sembrò nemmeno tanto strana, se non fosse che anche Cristian non era in classe. Io presi subito il cellulare e scrissi ad Alessandra, non ero una veggente ma non mi sentivo al sicuro, sentivo che stava succedendo qualcosa. Luca, poco prima di uscire, si voltò verso di me e mi sorrise, e quel sorriso non mi piacque affatto.
«Dimmi che va tutto bene.» le scrissi velocemente da sotto al banco.
Quel messaggio fu visualizzato quasi subito e la frase "sta scrivendo..." comparve all'istante.
«Che problsndhshm» mi arrivò e l'ansia mi salì ancora di più.
«Professore, posso andare in bagno?» gli chiesi alzandomi in piedi.
«No, c'è già la tua amica, quando torna puoi andare!!» rispose lui ma io rimasi in piedi.
«Per favore professore, è urgente!!» continuai io con un tono fin troppo supplichevole.
«Ti ho detto di no, e smettila di interrompermi altrimenti ti metterò una nota.» continuò lui minacciosamente.
«Ma che merda!!» commentai io a bassa voce sedendomi di nuovo al mio posto.
«Qual è il problema?» mi chiese Laura.
«Devo andare in bagno, non mi fido di Luca, manca anche Cristian... Non posso stare qui pensando che le stiano facendo qualcosa, o almeno voglio essere sicura di sbagliarmi...» le dissi io col cuore in gola.
La gamba destra mi tremava, come sempre quando ero agitata, il cuore iniziò a battere velocemente e l'ansia mi stava uccidendo. Non potevo restare lì ad aspettare, cazzo, non potevo!!!
«Fanculo, io vado!!» dissi alla fine alzandomi di nuovo in piedi.
«Giordano, te lo ripeto, non andrai in bagno. Siediti se non vuoi che ti metta una nota!» mi disse con un tono decisamente annoiato.
«Volete mettermi una nota?!» chiesi io sarcasticamente abbassando il mio sguardo sul banco, presi una mia penna rossa, che i professori non avevano quasi mai, e gliela portai. «Ecco, fate pure, quando avete finito ficcatevela in culo!!» gli dissi sbattendogli la penna sotto agli occhi e avvicinandomi alla porta davanti agli sguardi sorpresi dei miei compagni, e quello furioso del prof.
Uscii fuori e mi diressi velocemente verso i bagni femminili, entrai dentro e controllai ogni gabinetto, ma erano tutti dannatamente vuoti. Alessandra non poteva aver fatto una strada diversa, non esistevano altre strade tra il bagno e la nostra classe. Doveva per forza passarmi davanti per arrivare in classe.
«Dove cazzo sei??» chiesi battendo un pugno sul muro.
All'improvviso sentii una voce, un mezzo urlo, dalla parete accanto, dall'altro lato dello specchio. Di là c'erano i bagni dei maschi.
«Lasciatemi stare!!» disse quella voce, era Alessandra, ne ero quasi certa.
Io uscii subito da quel bagno e ritornai nel corridoio della scuola, mi avvicinai al bagno dei maschi ma lì davanti ci trovai Giuseppe.
«Non puoi entrare!!» mi disse sorridendo.
«E chi cazzo te lo dice??» gli chiesi io tentando di capire cosa diavolo stesse succedendo lì dentro, ma aveva la porta quasi completamente chiusa e non riuscivo a vedere nulla.
«Il cartello sopra la porta...» rispose lui semplicemente. «E' il bagno dei maschi questo, tu sei una femmina!!»
«Allora perché avete portato una femmina lì dentro??» gli chiesi sperando che mi dicesse che lì dentro non c'era nessuno, ma anche se l'avesse fatto non gli avrei creduto.
«Luca voleva divertirsi...» rispose lui allargando di più il suo sorriso.
Io allora non ci vidi più, gli diedi una forte spinta, lo feci scontrare contro la porta ed entrambi entrammo in quel dannato bagno. Giuseppe cadde a terra mentre io mi guardai attorno. I bagni erano identici ai nostri, ovviamente, forse solo un po' più sporchi e con meno scritte, seppur fossero tante. Ma il mio sguardo non si fermò sui tanti disegni osceni che c'erano sulle pareti, sulle cartacce che erano sul pavimento a pochi passi dai cestini, e nemmeno su un lavandino spaccato. Il mio sguardo si fermò in fondo al bagno, a metà tra l'ultimo lavandino e l'ultimo gabinetto. Lì c'era Alessandra con i pantaloni calati, Cristian dietro di lei che le teneva le mani bloccate e Luca davanti con quel suo stupido sorrisetto sul viso.
«Sei venuta a goderti lo spettacolo??» mi chiese Luca voltandosi verso di me.
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Prima di te...
RomanceSu Amazon e vari store online. Quella fottutissima pioggia, quella maledettissima voglia di restare lì in piedi in mezzo a quel temporale anche a costo di inzupparmi completamente i vestiti, o anche solo per farmi venire qualcosa. Ho sempre amato l...