Capitolo 25 - Non stiamo insieme!

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Mi staccai quasi subito da lei, era un semplice bacio a stampo, niente di che. Fu una cosa istintiva, non ci pensai nemmeno per un secondo, lo feci e basta. Mi sentivo bene, per la prima volta sentivo di stare davvero bene, ma non mi ero ancora voltata indietro...

«Scusami...» le dissi rimettendomi seduta al mio posto, rimanendo comunque rivolta verso di lei, con le spalle verso lo sportello.

«Figurati...» rispose lei mordendosi il labbro inferiore, poi posò il suo sguardo sulle mie spalle e poco dopo su di me. «Io sono abituata ad avere gli sguardi degli altri addosso, e tu?» mi chiese.

«Come?!» le chiesi io senza capire cosa volesse dire, mi fece segno con gli occhi dietro di me e io mi voltai subito. «Merda!!» esclamai.

Capelli lunghi, biondi, occhi cerulei, spalancati in uno sguardo confuso. Era Laura. Doveva per forza mettersi a spiare le persone che erano in macchina??? Le feci un saluto con la mano, alquanto imbarazzata, mentre lei fece un passo indietro e rimase lì a guardarci. Io rimisi la mano sulla maniglia e mi accorsi di avere ancora il cornetto di Alessandra in mano, così mi voltai e glielo porsi.

«Tua nonna ha detto che devi mangiare!!» le dissi voltandomi subito verso il mio sportello.

«Tipico di ogni nonna...» commentò lei.

Io aprii lo sportello e uscii fuori, mentre Alessandra fece lo stesso dall'altro lato. Chiusi lo sportello, mettendomi lo zaino sulle spalle, e cercai le parole adatte da usare per spiegare tutto a Laura, ma non sapevo come iniziare. Come si iniziava un discorso in cui non sapevi nemmeno tu cosa dovevi spiegare??

«Senti Laura, io...» provai a dirle ma non sapevo proprio come fare.

«Cosa sta succedendo??» mi chiese lei.

«Non sta succedendo niente, cioè...»

«Vi stavate baciando?» continuò lei con fare confuso

«Si, cioè, no...»

«Mi stava togliendo qualcosa dalla bocca con le sue labbra!!» commentò Alessandra ironicamente, mentre sia io che Laura ci voltammo verso di lei.

Aveva ancora lo sportello aperto, teneva i piedi sul sedile dell'auto e le braccia sul tettuccio. Ci guardava sorridendo, non capivo se cercasse di attenuare un po' la tensione o se pensasse che fosse tutto un gioco.

«Ale, non aiuti così...» le dissi io.

«Tu credi?» mi chiese lei scrutandomi con i suoi occhi scuri. «Dai, Laura, hai già capito cos'è successo. Adesso la scelta è facile: o decidi di accettare di avere una migliore amica lesbica o puoi scappare urlando "salvatevi tutti ci sono delle lesbiche in giro!!".»

«Non sono lesbica!!» le dissi io mentre lei mi sorrise.

«Certo, allora hai solo una migliore amica confusa, ma di sicuro non è etero!» continuò lei ammiccando.

«Perché? Cosa avete fatto??» chiese Laura ancora più confusa.

«Non è successo niente!!» risposi subito io voltandomi verso di lei.

«Forse...» ribatté Alessandra insinuando altri dubbi nella testa di Laura.

«Cosa vuole dire?» mi chiese quest'ultima.

«Niente, niente...» le dissi tentando di calmarla. «Le piace semplicemente dire scemenze!!»

«Perché scusa?» chiese Alessandra mentre io mi voltai verso di lei. «Anche se fosse successo qualcosa, a lei cosa le cambia? Al mondo intero cosa cambia se tu sei o no lesbica??»

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