Capitolo 18 - Vien, vienet' a piglia' 'o perdono!!

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Quel giorno non ebbi più tante opportunità per provare a parlarle. I giorni passavano, le settimane anche, e io ero più stressata che mai. Non riuscivo più a studiare come facevo sempre, e sinceramente non ne avevo più nemmeno la voglia. A casa continuavo a scontrarmi verbalmente con mio padre, soprattutto quando cenavamo, che era l'unico momento in cui ero costretta a stare nella stessa stanza con lui. Noi cenavamo abbastanza presto e l'orario combaciava spesso con l'inizio del telegiornale. Le notizie che passavano non erano mai belle, ma in fondo mostravano ciò che succedeva nel nostro paese (principalmente) e sapevo che le persone non erano poi così fantastiche. Molti uomini, mariti o fidanzati, o persino ex, uccidevano delle donne, spesso solo perché queste ultime decidevano di lasciarli. Sentendo quelle notizie mi si chiudeva lo stomaco, perdevo l'appetito e mio padre non aiutava mai.

«Bene, così dovrebbero fare tutti!!» commentò lui mentre al telegiornale continuavano a scorrere altre notizie.

«Come, scusa?!» gli chiesi io sperando di aver capito male.

«Dovrebbero fare tutti così...» ripeté lui. «Sono tutte zoccole!!»

«Sono zoccole solo perché vogliono la propria libertà, e magari restando con quegli uomini sanno di non poterla avere??» gli chiesi io particolarmente indignata.

«Se vogliono la libertà allora non dovrebbero sposarsi o mettersi con qualcuno, devono pensare ai loro doveri non a divertirsi e a fare le corna in giro!»

«No no, aspetta, non sto capendo...» commentai io con un sorriso nervoso. «Quindi tu stai dicendo che una donna non deve innamorarsi perché è scontato ciò che succederà?? Dovremo pensare tutti come te? Dovremo essere tutti prevenuti contro le persone pensando che, se un giorno dovessimo trovare un motivo più che valido per lasciarle, poi quelle stesse persone avrebbero tutto il diritto di ucciderci??»

«In un certo senso...» commentò lui tranquillamente.

«Si, va bene...» dissi tentando di restare calma. «E quali sarebbero questi doveri di cui parli?! Pulirvi il culo dalla mattina alla sera?! Farvi fare il ruttino alla fine di ogni pasto??» gli chiesi mentre lui rise semplicemente.

Lui si divertiva ma a me stavano saltando i nervi.

«Che poi chi diavolo te lo dice che loro lasciano i propri uomini solo per delle corna, che tra l'altro, a detta tua, sono proprio loro a fare??» gli chiesi alzando il mio tono di voce, che ormai non riuscivo più a controllare.

«E' scontato, le donne ce l'hanno nel sangue, e gli uomini giustamente perdono la testa e fanno ciò che reputano più giusto in quel momento. Non possono perderci la faccia, non possono dire in giro che quella donna lo ha lasciato perché era un poco di buono... Le donne decidono di lasciare un uomo solo perché credono di aver trovato di meglio, e un uomo non può accettare di essere sostituito come se niente fosse.» continuò lui anche se in tutti i femminicidi che sentimmo al telegiornale non parlarono mai di un altro uomo nella vita della vittima, c'era sempre e solo il carnefice.

«E tu credi davvero che sia l'unico motivo per cui una persona decida di lasciarne un'altra??» gli chiesi io tentando di farlo ragionare, ma credevo che fosse decisamente inutile.

Io provavo a non generalizzare troppo, parlavo di "persone" che lasciavano e venivano uccise, non di donne, anche se le vittime erano quasi sempre loro. Lui invece continuava a diffamare le donne chiamandole in qualsiasi modo, per lui nessuna era buona e appunto non meritavano di vivere.

«Quale altro motivo potrebbero avere??» chiese lui come se fosse davvero convinto di ciò che dicesse.

«Ce ne potrebbero essere migliaia di motivi!!» dissi io alzandomi dalla sedia, ormai era quasi scontato che ogni sera mi alzassi da tavola ancor prima di riuscire a finire la cena. «Tipo le molestie, sia fisiche che mentali, quelle volte che uno dei due alza le mani e poi il giorno dopo chiede scusa, ma poi la ritorna a picchiare dopo meno di una settimana. Tutti gli impedimenti che fanno, dicendo che non possono fare determinate cose quando nemmeno i genitori di quella persona le impedivano nulla. Tutte le ansie che mettono addosso ai loro partner, tutte le volte che le fanno sentire uno schifo trattandole male, dicendole che non sono mai abbastanza, che sono brutte e che se loro ci stanno insieme allora sono fortunate. E sì, sull'ultima parte ho parlato per le donne perché la maggior parte di loro, purtroppo, ama un uomo per ciò che è, non come molti di voi che se non hanno grosse tette e un bel culo allora non valgono nulla!!» gli dissi fissandolo negli occhi, tentando di tenere un tono fermo e deciso per tutto il tempo del mio discorso, ma i suoi sorrisetti ad ogni mia frase mi facevano bloccare spesso.

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