Capitolo 28 - Con te andrei anche all'inferno!

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Speravo che mia madre non sapesse niente, che non sospettasse minimamente dell'incontro scuola-famiglia anche se c'era ogni tre mesi, io non le dissi nulla proprio per evitare che parlasse con i professori, ma purtroppo qualcuno la chiamò quel giorno stesso. Non capivo perché qualcuno dovesse fare una cosa del genere, in tanti anni nessuno chiamò mia madre per una cosa così stupida, ma intuii subito chi fosse stato.

«Ma ancora così stai??» mi chiese mia madre quella sera, quando entrò nella mia camera e mi trovò distesa sul letto col pigiama addosso e il cellulare in mano.

«Perché, dobbiamo andare ad una festa?!» le chiesi io sarcasticamente.

«Sai benissimo dove dobbiamo andare, perché non me lo hai detto??» continuò lei, mentre io continuai a fingere di non sapere nulla.

«Cosa dovevo dirti??»

«L'incontro scuola-famiglia!!» disse lei. «Mi ha appena chiamata la tua insegnante, una certa Barb... Barbona, credo...»

«E' Barbotta, ma Barbona le si addice di sicuro di più.» commentai io mettendomi seduta.

«Si, devo aver capito male. Ma noi adesso dobbiamo andare, mi spiegherai il motivo quando saremo in macchina, sbrigati!!» continuò lei.

«Non andiamoci, dai... Non serve a nulla, posso dirti io tutto ciò che diranno i professori!!»

«Credo che non mi diresti tutto, soprattutto quando mi ha chiamata la preside, più volte... Cos'hai combinato in questi ultimi due mesi?» chiese lei fissandomi nervosamente.

«Se fossi venuta lo sapresti, ma eri molti impegnata, quindi perché dovresti venire adesso??» le chiesi io.

«Perché adesso non sto lavorando, quindi vestiti che tuo padre è già pronto!!» continuò lei.

«Viene anche lui??» chiesi abbastanza sconvolta, lui non era mai venuto a nessun incontro scuola-famiglia, per lui era una perdita di tempo, e doveva venire proprio quel giorno??

«Ci accompagna solo, va a fare un giro e poi passa a prenderci.» disse lei mentre io feci un sospiro di sollievo, meglio mia madre che mio padre.

Poco dopo mi vestii, uscimmo di casa tutti e tre ed entrammo in auto, avviandoci verso la scuola. Quando arrivammo la trovammo già piena di gente, io odiavo stare lì, soprattutto quando dovevo aspettare che qualcuno parlasse di me come se io non fossi lì. I primi insegnanti non dissero nulla di male, parlarono di alcuni "problemi" ma non entrarono nel dettaglio, lasciarono quest'onore alla prof di italiano, la "Barbona".

«Sua figlia ha iniziato male l'anno nuovo. Ha dato un pugno ad un ragazzo, ha litigato con un paio di insegnanti, ha detto parolacce e ha lanciato un diario verso un suo compagno.» disse lei a mia madre.

«Cosa?? Ma sei impazzita? Che cosa ti è preso??» mi chiese mia madre cercando di tenere un tono calmo.

«Credo che si sia lasciata influenzare da una ragazza nuova...» disse lei mentre io speravo che tacesse all'istante.

«Ehi Dio, so che non ti ho mai pregato, e so che tu sai che io so che tu non esisti ma mi serve un aiutino. Un piccolo infarto alla prof?! Dai!!» pensai fissando il soffitto.

«E chi sarebbe??» chiese mia madre facendomi tornare alla realtà.

«Mmm... Quella ragazza lì, capelli neri e giacca nera!» disse la prof guardando alle spalle di mia madre.

Lei si voltò lentamente mentre io feci lo stesso, vidi Alessandra fuori con la madre e la sorellina che parlavano, nemmeno mi accorsi che erano proprio dietro di noi.

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