Capitolo 33 - Lei è la mia ragazza, ok??

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Il mio cuore ricominciò a farsi sentire, i miei occhi non volevano saperne di abbassare lo sguardo dai suoi e io non sapevo cosa dire. Di solito in testa mi giravano tanti dubbi, tante domande inutili, o anche battute stupide, in quel momento invece c'era solo la particella di sodio dell'acqua Lete che urlava "c'è nessuuunoooo??"... Mi facevo prendere subito dal panico quando lei non mi diceva qualcosa, e poi quando lo faceva non sapevo mai come risponderle, io ero un problema ambulante!!! Anche se poi non c'era molto da dire, le dissi più volte cosa provavo per lei, quindi magari a lei quel silenzio non dava molto fastidio.

«Non vorrai metterti a piangere?» mi chiese lei beffardamente.

«Eh?! Cosa?» chiesi io che ero un po' distratta.

«Hai gli occhi lucidi...» disse lei sorridendo.

«Sarà l'allergia!!» commentai io strizzando leggermente gli occhi.

«Si, sei allergica alla mia dolcezza!!» ribatté lei prendendomi in giro.

«Beh non me lo aspettavo, è vero, e avevo dei dubbi su cosa provassi per me ma...» dissi, ma lei mi interruppe.

«Adesso lo sai!!» disse accarezzandomi il viso. «Preferisco dimostrarle le cose. Le parole, sì, sono belle quando si dicono o si sentono dalla persona amata, ma se non vengono susseguite dai fatti allora sono inutili. Per questo non voglio riempirti la testa di parole o stupide promesse, ma bensì mi limiterò con i fatti!!» continuò lei stampandomi un bacio sulle labbra.

«Non capisco proprio come abbia fatto Patrizia a lasciarti andare...» le dissi io senza staccare il mio sguardo dal suo.

«Magari un giorno la incontreremo, poi te la presenterò e potrai chiederlo direttamente a lei!!» rispose lei ridendo.

«Lo farò sicuramente!!» le dissi io facendole l'occhiolino.

Subito dopo uscimmo dalla stanza, lei mi poggiò un braccio sulle spalle e insieme ci avviammo verso la cucina, dove proveniva la musica. Quando arrivammo davanti alla porta aperta, ci fermammo lì a guardare le altre che si divertivano... Anche quella stanza non era disordinata come il corridoio o il salotto, a parte qualche piatto sporco e alcuni stracci qua e là. Manuela era seduta su una sedia accanto al tavolo e sopra di lei c'era seduta Valeria, con le spalle rivolte verso la porta. Si stavano baciando, o almeno io speravo che stessero facendo solo quello. Era leggermente imbarazzante, ma lo divenne decisamente di più quando Valeria iniziò ad ansimare e a gemere abbastanza forte. Io abbassai lo sguardo sul pavimento, mentre Alessandra rise e fece due finti colpi di tosse. La musica non era più così alta ed entrambe la sentirono. I gemiti di Valeria si fermarono, io alzai di nuovo lo sguardo su di loro e vidi la testa di Manuela spuntare da dietro le spalle di Valeria, aveva un'espressione più che contrariata.

«Noi non vi abbiamo interrotte...» disse con un tono seccato.

«Insieme no, ma lei da sola si!!» disse Alessandra mentre Valeria si ricompose, si alzò dalle gambe di Manuela e spense lo stereo che era su un mobile lì vicino.

«Ma voi non avevate ancora iniziato nulla...» protestò Valeria.

«Prima di entrare nella stanza non lo sapevi, e non lo sapevamo nemmeno noi adesso!!» le dissi io, anche se la porta era aperta e potevamo anche fare marcia indietro e lasciarle alle loro cose.

«Non cercare di spiegarle qualcosa, tanto sicuramente non si saranno guardate in faccia in quest'oretta che è passata...» mi disse Alessandra ridendo.

«Ovvio che no, non potevate divertirvi solo voi!!» rispose Valeria.

«Cioè, quindi mi state dicendo che lo avete fatto??» chiese Manuela abbastanza sorpresa.

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