Capitolo 48 - Sono fiera di te!

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Giuseppe ci lasciò soli, andò davanti a noi verso la sua aula con passo svelto, salutò Cristian, si scusò con me e noi rimanemmo da soli in mezzo al corridoio. Perché una persona capiva di aver fatto una stronzata solo dopo che qualcuno lo aveva rimproverato?? Nel mentre gli sembrava un'idea geniale??...

Io e Cristian ci incamminammo verso la nostra classe, in un silenzio imbarazzante. Volevo parlargli, volevo capire perché diavolo avesse fatto una cosa del genere, in quegli anni pensai che lui non fosse il tipo di persona capace di tanto, e invece... Ma non dissi nulla, non sapevo da dove iniziare e lentamente arrivammo a pochi passi dalla nostra classe.

«Possiamo parlare un attimo?» mi chiese lui fermandomi all'improvviso.

Io mi voltai semplicemente verso di lui, non dissi nulla, e aspettai che mi dicesse ciò che aveva da dire.

«Quindi hai una ragazza adesso, eh?!» continuò lui particolarmente imbarazzato.

«Cosa vuoi Cristian??» gli chiesi io con un tono lento.

«Beh, volevo scusarmi. Ho fatto una cazzata e lo so, ma non sapevo quali fossero i piani di Luca. A lui piaceva davvero tanto Alessandra, non era come le altre ragazze che provò a conquistare. Era andato proprio in fissa, e questa cosa che fosse lesbica, che una semplice questione di sesso potesse mettersi tra lui e il suo obiettivo, lo aveva messo in crisi...» mi spiegò lui.

«L'unica cosa sensata del tuo discorso è che lei non è come le altre, lei non ci sarebbe stata nemmeno se fosse etero.» gli dissi io. «Invece tutto il resto non ha senso, sembra che tu lo stia giustificando per aver fatto una cosa simile, e non c'è scusa che regga per una stronzata del genere!!»

«Si, tu hai ragione ma...» continuò lui, ma io ero stufa di tutti quei giri di parole, e lo interruppi.

«Senti, basta con questa storia, dimmi perché diavolo non hai fatto nulla per fermarlo. Non credo alla palla che hai detto alla preside, non credo che ci sarebbe stato un momento in cui lo avresti fermato!!» gli dissi.

«Il motivo è semplice: ero arrabbiato con te e con lei. Io ci ho messi 4 anni per conquistarti, lei ci ha messo pochi secondi. Volevo vendicarmi, in qualche modo...» mi spiegò lui un po' titubante, anche lui sapeva che quella scusa non reggeva.

«Bene, bravo, ti sei vendicato alla grande!! Adesso questa giornata se la ricorderà per il resto della sua vita, mentre tu te ne dimenticherai, e ti dimenticherai anche di me...» gli dissi quasi urlando, non avevo più voglia di tenere un tono calmo con lui.

«Io non ti dimenticherò affatto...» ribatté Cristian tentando di accarezzarmi il viso ma io allontanai subito le sue mani da me.

«Non toccarmi!!» gli dissi. «Tu ti dimenticherai eccome di me, e prima lo farai meglio sarà per te. Ma anche se lo farai più tardi, tu lo farai comunque, lei no. Non ci vedremo più, non ci sentiremo più, e tu troverai un'altra ragazza. Ma spero che non userai questa maschera da "finto gentile" anche con la prossima.»

«Io non porto nessuna maschera!!» contestò lui innervosendosi.

«Ah no?! In questi anni mi hai mostrato tutt'altro carattere. In un altro contesto ti saresti lanciato addosso a quel coglione del tuo amico, piuttosto che fargli violentare una ragazza davanti a te. Adesso invece gli dai corda, solo perché io l'ho baciata e a te brucia. Sei un coglione proprio come lui!!» subito dopo quel mio discorso mi voltai, tentai di allontanarmi da lui ma mi prese il polso, mi spinse verso di se, voltandomi di nuovo verso di lui.

Alzò una mano e tentò di colpirmi, ma non ci riuscì. Fabio uscì dalla classe e si mise accanto a me, bloccando la sua mano.

«Lasciala stare, hai fatto fin troppi casini oggi...» gli disse.

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