Capitolo 47 - Smettiamola con queste stronzate!!

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Io e la preside camminammo davanti, mentre Cristian e Luca erano dietro di noi, l'ufficio della preside era da tutt'altra parte e proprio non capivo dove stessimo andando.

«Aspettate un attimo!» ci disse fermandoci davanti ad una classe.

5^A, una classe che conoscevo bene. Lei bussò, entrò per pochi secondi e dopo uscì, seguita da Giuseppe. Tutti e tre bisbigliarono alle nostre spalle e io di tanto in tanto mi voltavo verso di loro, e notai che Cristian teneva lo sguardo basso. Passammo di nuovo davanti alla mia classe, poi davanti ai bagni e alla fine arrivammo all'ufficio della preside. Entrammo dentro e vidi subito Alessandra, seduta sul divanetto nero dell'ufficio, teneva fermo con la mano sinistra un fazzoletto di carta sul labbro inferiore, mentre l'altra mano era stranamente fasciata con degli altri fazzoletti (trovare delle bende nella nostra scuola era un'impresa impossibile). Cosa diavolo aveva fatto con quella mano?? Le andai subito in contro, mi sedetti accanto a lei e provai a poggiarle un braccio sulle spalle, ma lei si ritrasse, mi prese quel braccio e lo poggiò in mezzo a noi. Mi guardò solo in quel momento, poi si limitò a guardare Luca con fare piuttosto nervoso. La preside chiuse la porta, quando entrarono anche tutti gli altri, si sedette al suo posto e disse ai ragazzi di sedersi su quelle sedie di fronte alla sua scrivania, accanto a noi c'era spazio per un'altra persona ma col cazzo che uno di loro si sarebbe seduto vicino a noi!! Tutti e tre si guardarono in faccia per alcuni secondi e alla fine in piedi rimase Luca, o almeno decise lui di rimanerci.

«Allora qualcuno di voi vuole farmi il piacere di spiegarmi cos'è successo??» chiese la preside con un tono alquanto stanco, probabilmente era stufa anche lei di averci sempre davanti ai piedi.

«Perché, la "signorina" Sabatini non le ha detto nulla??» chiese Luca in tono provocatorio.

«No, con il labbro in quelle condizioni è già tanto che sia riuscita a dirmi i vostri nomi...» rispose la preside, mentre Luca si voltò sorridendo verso di lei.

«Beh allora le ha detto qualcosa!!» continuò lui. «Cosa c'è?? Non riuscivi a difenderti da sola e hai chiamato la preside??» le chiese lui con un tono che le persone usavano spesso per parlare ai bambini.

«Signor Russo, se non vuole dirmi cos'è successo allora mi faccia il favore di chiudere quella dannata bocca!!» gli disse la preside, mentre lui si voltò verso di lei con uno sguardo sorpreso e imbarazzato, nessuno gli aveva mai parlato in quel modo. «Qui nessuno ha chiamato nessuno, l'ho vista io in mezzo al corridoio, sporca di sangue, e le ho detto di seguirmi!!» spiegò lei. «E adesso qualcuno vuole dirmi cosa diavolo avete combinato??»

«I-io non ho fatto nulla!!» disse Giuseppe leggermente spaventato dal tono di voce che assunse la preside.

«Ah no?! E allora come mai ha fatto anche il tuo nome?» continuò la donna fissandolo negli occhi.

«B-beh, non saprei...» rispose lui abbassando leggermente il suo sguardo sulla scrivania.

«Ma smettila!!» esclamai io alzandomi in piedi. «Hai avuto le palle di aiutare i tuoi amici a fare una stronzata?! E allora prenditi le tue fottute responsabilità e dì la verità!!»

«Signorina Giordano si sieda per piacere, e si calmi soprattutto.» commentò la preside guardando anche me nello stesso modo in cui guardava gli altri, ma io non avevo fatto nulla di male.

Cioè, avevo fatto cadere Giuseppe a terra, avevo spinto Cristian contro una parete e gli avevo dato una gomitata in faccia, avevo preso a pugni Luca e lo avevo steso con un calcio, ma in fondo nulla di tutto ciò era qualcosa di male, no?!

«Mi scusi...» dissi io sedendomi di nuovo al mio posto.

«Abbiamo esagerato...» iniziò Cristian poco dopo, con un tono lento, tenne la testa bassa per tutto il tempo che incontrammo la preside e anche in quel momento non la guardava nemmeno in faccia. «Io ero andato a prendere qualcosa da mangiare ai distributori, ma quella stupida macchina si è fottuta i soldi...»

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