Capitolo 31 - Sei ancora confusa?

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Non so bene cosa dire, ma mi sento in dovere di dire qualcosa... xD Non ho mai scritto nulla del genere, e mi ci è voluto un bel po' per scrivere ogni frase, magari il capitolo risulterà un'autentica stronzata però è piuttosto dettagliato. Non volevo sfociare nel "porno" e non credo di averlo fatto, ma se così fosse scusate, non era mia intenzione!! Volevo solo descrivere una scena d'amore dal punto di vista della protagonista, ed essendo la prima volta che scrivo un capitolo del genere... Beh, abbiate pietà di me!! ^^'

*********

Alessandra mi tolse una ciocca di capelli dal viso, fece scendere le dita di quella mano sul mio collo, dove poco prima si fermò a baciarmi e si morse delicatamente il labbro inferiore, senza staccare il contatto con i miei occhi. Io decisi che non era più il momento di aspettare, non ce la facevo più, poi il modo in cui si mordeva il labbro... Cazzo!! Le presi il viso tra le mani e la baciai. Era un bacio dolce, delicato, ma soprattutto affamato. Avevo fame delle sue labbra, fame del suo corpo, fame di lei. Le passai la lingua sul labbro inferiore e delicatamente iniziai a succhiarglielo, le sue labbra carnose rendevano il mio lavoro più facile, e anche più eccitante. Alternai dei semplici baci ad altri più passionali e sentii il desiderio crescere sempre di più. Le mordicchiai il labbro un'ultima volta e poco dopo mi staccai da lei, ma non mi allontanai di molto, giusto pochi centimetri, la distanza giusta per dirle qualcosa e provocarla ancora un altro po'.

«Solo io posso morderti il labbro!!» le dissi con un volume piuttosto basso.

Lei mi scrutò con i suoi occhi scuri senza dire nulla, mi poggiò la mano destra sotto al petto e mi fece scontrare di nuovo con le spalle contro il muro, mentre io le lasciai il viso. Staccò per un attimo i suoi occhi dai miei e si voltò alla mia destra, dove c'era la porta, poi alzò di nuovo il suo sguardo su di me. Sentii un piccolo rumore e capii che aveva chiuso la porta a chiave, lei mi sorrise e io feci lo stesso. Entrambe avevamo un'unica cosa in mente, entrambe sapevamo che l'altra voleva farlo, ed entrambe continuavamo a guardarci negli occhi senza dire nulla. Ormai per capirci ci bastava uno sguardo. Salì con la mano destra sul mio seno e ricominciò a mordersi il labbro inferiore, come per provocarmi, io avvicinai di nuovo il mio viso al suo. Le poggiai una mano sotto la mascella sinistra e col pollice le sfiorai il labbro inferiore, volevo godermi ogni singolo istante, ogni singolo pezzo di lei. Smisi di toccarle il labbro col dito e la baciai. Le sue mani scesero lentamente lungo la mia schiena, per poi fermarsi sul mio sedere. Io le poggiai l'altra mano sulla spalla sinistra e mi avvinghiai con le gambe intorno alla sua vita, lei fece salire una mano sulla mia schiena e lentamente mi portò sul letto. 

Ci salì sopra con le ginocchia, mi poggiò delicatamente al centro di esso, staccandosi dalle mie labbra, e poco dopo si tolse la maglietta. Mi sorrise e si abbassò di nuovo sul mio corpo per baciarmi. Scese lentamente con le mani sotto la mia maglietta, si fermò per pochi minuti a palparmi il seno e dopo smise di baciarmi. Si rimise seduta sulle mie gambe, io mi tirai su e mi misi seduta di fronte a lei. Presi i lembi della maglietta e me la sfilai velocemente, lasciandola cadere sul pavimento alle mie spalle. Ritornammo a baciarci e a palparci il seno da sopra i reggiseni, strette l'una all'altra, e pochi minuti dopo volarono anche quelli. Rimanemmo semplicemente con quei pantaloni addosso. Alessandra mi fece sdraiare di nuovo sul letto, ricominciò a baciarmi sul collo e lentamente sentii la sua mano scendere dal mio viso. Passò delicatamente al centro del petto, arrivò sul mio ventre e non si fermò lì. Sapevo dove stava andando, sapevo che ci saremmo arrivate, ma non sapevo cosa mi avrebbe portato alla mente. Prima che arrivasse all'elastico dei pantaloni le fermai la mano sul mio ventre, ma lo feci in modo così veloce e improvviso che Alessandra si fermò senza capire cosa fosse successo.

«Ehi, va tutto bene?» chiese alzando il suo viso su di me, mentre io le lasciai andare la mano.

«Si, cioè... È che... Non l'ho mai fatto prima...» le dissi, anche se non era effettivamente il motivo per cui la fermai.

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