Capitolo 35 - Tu hai me!!

1.2K 69 2
                                    

Uscimmo dall'auto ed entrammo in ospedale, c'erano gruppetti di persone un po' ovunque. Noi ci fermammo al centro della hall, Alessandra prese il cellulare e chiamò la madre per farsi spiegare in quale piano fossero.

«Secondo piano...» mi disse dopo aver staccato la chiamata.

«Prendiamo le scale?» le chiesi io.

«Naaah, vieni con me...» rispose lei prendendomi la mano e portandomi lungo un corridoio privo di gente.

Le pareti di quell'ospedale erano quasi completamente bianche, e io non capivo perché quasi tutti gli ospedali avessero come unico colore il bianco, cioè... Mi sembrava deprimente vedere quel colore ovunque. Già andare in ospedale non era bello, figuriamoci stare lì tra quelle pareti completamente bianche. Dopo pochi metri ci fermammo davanti ad un'ascensore, Alessandra schiacciò il bottone e quando arrivò entrammo subito, continuando a tenerci la mano.

«Come ti senti?» mi chiese poggiandosi con la schiena contro la parete dell'ascensore mentre io schiacciai il bottone col numero due e le porte si chiusero.

«Beh, sono un po' nervosa... A tua madre non piacevo già prima che mi conoscesse.» dissi mettendomi di fronte a lei.

«Lei ti conosceva già, mio zio le ha parlato, le ha detto cos'è successo e le ha spiegato che non potevo più lavorare con loro. Manco mi chiudessi in bagno con qualsiasi bella ragazza che mi passasse davanti...» commentò lei ironicamente.

«Hai appena detto che sono bella...» le sussurrai un po' imbarazzata.

«Perché lo sei... Francesca Giordano, tu sei la ragazza più bella che io abbia mai incontrato!!» disse lei arrossendo leggermente, mentre mi accarezzò il viso con la mano sinistra.

Mi avvicinai lentamente al suo viso ma l'ascensore si fermò e mi bloccai anche io.

«Dobbiamo andare...» le dissi.

«C'è tempo!!» commentò lei avvicinandosi di più a me e facendo incontrare le nostre labbra.

Restammo lì ferme a baciarci per pochi secondi, fino a quando non sentimmo un leggero colpo di tosse dietro di noi, o almeno dietro di me. Ci staccammo un attimo e ci voltammo verso quella persona, era una signora anziana, sulla settantina, circa. Aveva i capelli corti, di una tonalità tipo rosso mogano, forse non voleva dimostrare la sua età, ma la ricrescita bianca la tradiva di molto.

«Avete finito?» ci chiese con un tono alquanto infastidito.

«No, un attimo...» disse Alessandra prendendomi il viso tra le mani e ricominciando a baciarmi, con più foga, davanti allo sguardo disgustato della donna. «Ecco, adesso abbiamo finito!!» aggiunse facendo un passo indietro.

Poco dopo uscimmo e facemmo spazio alla signora per entrare.

«Prego!!» le disse Alessandra con un finto sorriso, mentre la signora ci guardò male, borbottò qualcosa e schiacciò un bottone.

Le porte si chiusero e noi ci allontanammo da lì avviandoci verso un lungo corridoio pieno di stanze.

«Ti ha detto quale stanza è?» le chiesi io.

«Si si, è la stessa dell'ultima volta...» rispose lei fissando ogni singola porta.

All'improvviso si fermò davanti ad una porta aperta, fece un respiro profondo ed entrò dentro, con me alle sue spalle. Il mio cuore ricominciò a battere forte, ma non era gioia, come mi capitava quando ero da sola con lei, ma era paura, una maledettissima paura. Ogni piccolo passo in quella stanza mi faceva salire l'ansia, riuscivo a sentire il tremolio delle mie gambe ad ogni minimo movimento, e non riuscivo ad alzare lo sguardo dalle spalle di Alessandra. All'improvviso, quando lei si fermò, io mi fermai poco dietro di lei.

Prima di te...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora