Capitolo 12

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Bella gerant alii

Lascia la guerra agli altri.

KEMAL'S POV :

PASSATO.

"Com'è andata? Ti hanno scoperto?" chiede nuvola, appena metto piede nella sua cella.

"Per fortuna no, Omar non è venuto a controllare per tutta la notte" chiudo la porta e corro da lei.

Mi siedo con fatica di fianco a lei e sorrido.

"Ti sei messo la pomata sulle ferite?" chiede subito preoccupata lanciando un'occhiata alla mia schiena.

Nego con la testa.

"Perché! "esclama lei alterata. E' così buffa quando si arrabbia, mi piace.

"Non ci sono pomate o cose del genere. Sopporti o niente" le spiego facendo spallucce.

"Ma non è giusto..."borbotta lei mettendo il broncio.

Porto il pollice sul suo broncio "Basta parlare di me. Tu come stai?"

"Sono stanca di stare qui..." confessa incrociando le braccia.

Subito m'irrigidisco.

"Vuoi...vuoi scappare?" chiedo titubante.

"Vorrei, sì" mormoralei triste alzando lo sguardo alla porta.

"Perché? Non ti piace stare come me?" domando deluso dalla sua risposta. Ho sbagliato a pensare che avessimo un legame speciale?

"Non sei tu il problema"

"E allora qual è?"

"Sono in una prigione, mangio perché tu mi porti da mangiare e rivoglio la mia libertà. Voglio rivedere le suore, le mie compagne di convento"

"Vuoi scappare adesso?"

"Al più presto" dice girandosi i pollici tenendo lo sguardo basso.

"Vengo con te" affermo.

"Assolutamente no. Sto già rischiando io, non voglio che tu ti faccia ancora male"

"Vengo con te." ribadisco zittendola per poi alzarmi e uscire dalla cella.

Devo escogitare un piano per fuggire e  prendere abbastanza soldi per comprare la casa che tocca il cielo.

Non posso deludere nuvola.

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PRESENTE.

Supero i cancelli del residence e raggiungendo il cancello della villa di Bilel mi fermo davanti alla telecamera.

Bilel ha detto che doveva parlarmi urgentemente e la cosa mi ha incuriosito. Ultimamente andiamo molto d'accordo, e anche se non lo do a vedere, adoro le mie nipotine. 

Farle visita è sempre un piacere, mi riempiono il cuore di dolcezza. Incredibile, non lo confesserò mai a nessuno.

Al cancello un dispositivo mi fa un'identificazione facciale e facendo un cenno alle guardie, supero i cancelli per poi raggiungere la villa.

Parcheggio la moto e levando il casco, lo porto sottomano mentre digito il codice del portone.

Appena si sblocca sento delle voci gridare  "Sioo!!"

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora