Utere temporibus.
Sfrutta il momento felice.
FARID'S POV
È alba e da quassù il panorama è indescrivibile, anche se i miei occhi sono incollati su un panorama più bello.
Sono sveglio da ore, ma non ho avuto il coraggio di svegliare Bekka. Sembra così in pace tra le mie braccia, vorrei che il tempo si fermasse e che non scorra più.
Vorrei poter intrappolare questo momento per sempre.
Sorrido per l'ennesima volta e continuo a tracciarle il viso con i polpastrelli. Ho sempre paura di romperla, sembra fatta di porcellana.
La guardo dall'alto con le ciglia folte nere lunghissime, le labbra schiuse, il nasino delicato e le mie guance. Dio, ne vado pazzo...sono enormi, tonde e adorabili, vorrei sempre mordergliele come marshmallow.
L'attiro a me stringendomela tutta e sospiro sui suoi capelli ispirando il suo profumo di fiori freschi. Con una mano le accarezzo la cute e sento che mormora qualcosa di confuso.
"Shh dormi" sussurro sulla sua tempia lasciandole un bacio sopra.
Lei si sistema meglio su di me e circondandomi la vita, sonnecchia beata sul mio petto.
Chissà cosa starà sognando.
Alzo lo sguardo al cielo che mostra ancora la luna e chiudo gli occhi chiedendomi cosa cazzo abbia fatto per meritarmi una ragazza splendida come Bekka.
Ho sempre pensato a fare soldi, tratto le persone come bestie, vado sempre a puttane e non ho mai avuto fiducia nel prossimo...com'è possibile che mi sia capitato un angelo come Bekka?
Non riesco a crederci neanche adesso che ce l'ho tra le mie braccia, adesso che si è finalmente lasciata andare a me, che è mia e mi rende l'uomo più fortunato e felice al mondo.
"Sei sveglio?" sento mugolare sotto di me.
Abbasso lo sguardo e la osservo mentre schiude gli occhi e si passa una mano sul viso. Le afferro quella mano e baciandone il palmo mormoro "Si, ben svegliata"
"Cazzo, che male la schiena" borbotta Bekka staccandosi da me.
Faccio una smorfia per l'improvviso stacco, ma facendomi più avanti, riaderisco la schiena al mio petto.
"Nottata movimentata?" chiedo scherzoso.
Lei si gira per fulminarmi con lo sguardo e io senza saper resistere, mi butto sulle sue labbra, ma lei si stacca troppo presto e osservo le sue guance andare a fuoco.
Sposta subito lo sguardo altrove, ma impedendole di pensare troppo, le afferro il mento e dico colpevole "Non ho saputo resistere, scusami"
Bekka deglutisce ancora imbarazzata e balbetta "Non fa niente..."
Io le sorrido e allungandomi per darle un innocuo bacio sulle guance mormoro "Buongiorno "
Bekka si morde il labbro e farfuglia anche lei "Buongiorno."
Scoppio a ridere accarezzandole una guancia surriscaldata "Era solo un bacio, non ti sto portando all'altare. Puoi tornare a respirare"
Lei butta un sospiro e scuotendo la testa borbotta "Tu finiscila di togliermi il respiro"
Non mi dà tempo di replicare che si alza e si sistema i pantaloni, per poi cercare le sue scarpe.
Le sventolo in aria alzandomi "Le ho già prese io"
Annuisce raggiungendomi per prenderle, ma io le porto dietro la schiena e dico spavaldo "Un bacio in cambio delle scarpe"
Lei mi guarda male, ma non cedo e insisto "Anche sulla guancia mi andrebbe bene"
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Un attentato al cuore
RomansaSequel di "Professore scusi, posso amarla?" Bekka è una studentessa di scienze politiche che, per aiutare in casa, conduce un doposcuola per bambini stranieri nel quartiere popolare in cui risiede. Una sera torna a casa dal doposcuola e si ritrova u...