Capitolo 18

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Poi la baciò. Al tocco delle sue labbra sbocciò per lui come un fiore e l'incarnazione fu completa. -Francis Scott Fitzgerald

FARID'S POV:

"Efrem! Efrem!" grido correndo per la stanza.

"Farid, non correre! Potresti farti male!" mi rimprovera Efrem piegato sui libri.

È sempre piegato sui libri, ma sono fiero di lui. Si sta impegnando molto e mi ha promesso che una volta laureato in giurisprudenza, diventerà un avvocato e ce ne andremo da questo quartiere.

Al momento andiamo avanti grazie al suo lavoro part-time dalle 20 alle 3 di notte ad un bar, torna sfinito e dorme pochissimo per poi rialzarsi per studiare tutta la giornata.

Vorrei poterlo aiutare in qualche modo, lui si sta sacrificando tanto per me e io sto tutto il pomeriggio a giocare a pallone con i miei vicini.

Potrei lavorare anch'io, fare qualcosa di poco conto, ma Efrem me l'ha vietato. Ha espressamente detto che devo dedicarmi alla scuola e non pensare ad altro.

"Sono in ritardo! Io scendo" dico afferrando il pallone.

"Ok, fai attenzione" si raccomanda non staccando gli occhi dal codice civile.

"Ti voglio bene fratellone" gli dico abbracciandolo da dietro e riesco a staccargli un sorriso sulle labbra.

"Anch'io campione" mormora accarezzandomi la testa.

"Farid!" sento gridare dal cortile nel mentre.

Sarò il mio vicino di casa nonchè mio migliore amico.

"Vado" mi stacco da Efrem ed esco di casa.

Scendo le scale come un razzo e trovo di sotto Jamal ad aspettarmi. Siamo in ritardo e la partita sta per cominciare.

Ci rivolgiamo un saluto veloce e corriamo in mezzo al mercatino di giovedì.

Corro stando attento a non scivolare nell'acqua che buttano sul pesce e raggiungiamo la piazza dove troviamo il resto della nostra squadra e la squadra avversaria dall'altra parte.

"Siete tutti?" chiede Edoardo avanzando.

E' il capitano della squadra avversaria ed è più grande di me di almeno 5 anni. E' stato difficile integrarmi qui, ero il più piccolo e nessuno mi voleva di mezzo. Ho dovuto sudarmi il rispetto mostrando a tutti quanti come correvo, ero veloce quasi quanto Rakib...al momento il migliore in campo, quando corre sembra un fulmine ed è in grado di seminare chiunque con l'agilità mostruosa che si ritrova nelle gambe.

Sembra essere nato per fare questo, sono notevoli le sue capacità...anche lui è molto piccolo, ma ai ragazzi basta che riesci a colpire la panchina, la nostra rete, e sei dentro.

"Sì" dico a Edoardo osservando la mia squadra.

Alcuni li abbiamo raccattati a caso, non sono neanche sicuro che sappiano cosa sia un fuorigioco.

Siamo fottuti, ma ormai non possiamo tirarci indietro.

"Gli faremo il culo, non preoccuparti "cerca di rassicurarmi Jamal sistemandosi il ciuffo.

Abbasso lo sguardo a guardare il pallone e sorrido.

Certo che gli faremo il culo.

"Siete pronti?" chiede Alice mettendosi tra le due squadre.

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora