Capitolo 50

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Non spezzarmi il cuore. Ci sei tu dentro

 KEMAL'S POV:

Sento una chiave nella serratura della cella e fatico ad aprire gli occhi per vedere chi sia arrivato.

Cerco di muovere le dita e deglutisco sentendo la gola completamente arida.

Non mangio nulla da tre giorni e avrò bevuto qualche bicchiere d'acqua in questi giorni. In realtà rifiuto qualsiasi cosa che mi portino, l'ultima volta che ho bevuto dell'acqua mi sono sentito così male da vomitare anche l'anima e addormentarmi per ore per poi risvegliarmi con un mal di testa allucinante.

Avranno sicuramente messo qualche sostanza stupefacente oltre a quelle che m'iniettano la sera.

Non posso ribellarmi a nulla. Sono denudato, legato al muro e per immobilizzarmi mentre mi drogano usano un rasoio elettrico che trasmette scosse talmente potenti da annientarmi completamente.

Di Khalil non c'è più stata traccia, dei suoi scagnozzi delle volte arrivano per pestarmi a sangue e mi lasciano sanguinante fino a quando svengo dal dolore e mi rialzo con le ferite pulite.

Penso che mandino qualcuno per pulirmi, lasciare del cibo e svuotare il secchio dove faccio i bisogni come una bestia.

Mi chiedo perchè non la facciano finita e non si decidano a uccidermi, non è questa l'intenzione?

"Legalo lì sopra "dice qualcuno.

Non è una voce nuova...forse ho capito.

Faccio una smorfia di dolore quando qualcuno mi alza dalle braccia e togliendomi le grandi manette, mi porta al centro della stanza.

Inspiro a fondo quando mi legano i polsi con della corda e all'improvviso mi sento tirare verso l'alto. Tocco terra solo con le punta dei piedi e non riesco a respirare regolarmente.

Merda, che male.

Mi sento prendere subito per il mento e alzando piano lo sguardo metto a fuoco quel figlio di puttana.

Se la ride.

"Nottataccia Kemal, eh?"

Lo ignoro, non ho intenzione di stare ai suoi giochini del cazzo.

"Sai, sei abbastanza maleducato. Noi ci prendiamo cura di te portandoti ogni giorno cibo e acqua e tu rifiuti tutto. Se andrai avanti così, ti ammazzerai e noi non ti vogliamo morto" si avvicina al mio orecchio per dire divertito "Anche perchè dove starebbe poi il mio divertimento?"

Serro la mascella e mi trattengo con tutto me stesso dal prendergli a morsi l'orecchio.

"Ad ogni modo mi sono stufato di fare quello buono. Ho cercato di farti cambiare idea, ma sei davvero di coccio ragazzo mio"

Lascia la presa sul mio mento facendomi ricadere verso avanti e sento dire da lontano

"È come se mi stessi facendo guerra eppure ti sbagli. La guerra che pensi di fare non è contro di me, ma contro Allah, pace e benedizione su di lui"

Afferra in un pugno i miei capelli facendomi gemere dal dolore "E sai cosa succede a coloro che fanno la guerra al misericordioso e al suo messaggero? Saranno uccisi o crocifissi. Gli saranno tagliate la mano e la gamba da lati opposti o esiliati dalla terra che hanno corrotto"

Lascia la presa aggiungendo "Eccetto...eccetto quelli che si pentono prima. Allah è perdonatore e saggio"

Mi costringe ad alzare il viso e chiede minaccioso "Perché tu sei pentito Kemal, vero?"

Non gli rispondo, non gli darò mai la soddisfazione di piegarmi.

Kemal si lascia andare uno sbuffo teatrale e facendo schioccare una frusta contro il muro, dice ritornando dietro di me "In questo caso mi divertirò un po' "

Non mi lascia il tempo di prendere fiato che sferza un colpo e subito dopo un altro.

"Cosa pensi Kemal? Che qualcuno possa venirti a salvare? Sono tutti convinti che tu sia scappato in America. Sei completamente solo Kemal"

Aspetta...tutti pensano che sia scappato in America quindi? Per questo non sono venuti a trovarmi?

"Eppure la tua buona stella non ti abbandona mai, indovina chi è venuta oggi per il posto di tirocinante? Melisa Demir, ti dice qualcosa?"

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora