Facta lex inventa fraus.
MASSIMILIANO' S POV:
"Cazzo." borbotta Nito dando un pugno alla scrivania di legno pregiato.
Incrocio le gambe e mi appoggio allo schienale della poltroncina di pelle verde salvia.
"Perché hanno riaperto il caso? Avevamo bruciato tutto, merda!" inveisce contro il telefono mentre si riavvia i capelli ormai bianchi.
Classe 1954, capostipite della famiglia Valdi, una delle più ricche e potenti dell'intera nazione grazie a tutte le attività e agli affari loschi dietro questi. Ho fatto conoscenza di Nito in carcere quando mi beccarono per spaccio. Ero ancora un moccioso smarrito e incazzato con la vita per la perdita dei miei genitori.
Usciti dal carcere Nito mi offrì un lavoretto, non ci pensai due volte ad accettare. I lavoretti divennero poco a poco grandi responsabilità a cui feci fronte, finchè mi guadagnai la completa fiducia di Nito tanto da investire su di me istruendomi e facendomi diventare un avvocato, l'avvocato del diavolo.
Ero e sono un mostro nel mio lavoro, grazie alle mie conoscenze riesco a ottenere sempre la vittoria in tribunale. Per il momento non ho mai avuto una sconfitta, non conviene mai a nessuno venirmi contro.
Scaglia sulla scrivania gli occhiali da vista marcati Marc Jacobs e afferra la sua Montblanc, gliela regalò la moglie al sessantesimo, è una stilo a cui è molto legato soprattutto dopo la morte della povera Agata.
Un sorriso affiora sul mio viso nel ricordarla mentre mi gratto il palmo.
Agata è sempre stata dolce e amorevole fin dai primi tempi, Nito un po' di meno, ma col tempo mi aveva promesso che avrei conosciuto una persona rispettosa e cortese.
Dopo 16 anni con lui, non lo posso confermare.
"Chi! Dammi nome e cognome" ringhia sempre più adirato.
Alzo lo sguardo e mi liscio la cravatta.
Stavamo discutendo su un incarico per Barcellona e siamo stati interrotti dal telefono.
Non che me ne dispiaccia, oggi è stata una giornata dura e non vedo l'ora di andarmi a coricare, cazzo.
Agito il mio piede destro in attesa di sapere cosa lo turba così tanto e mi verso del whisky approfittandomene.
Nito continua a sbraitare al telefono e portandomi il liquido ambrato amarognolo in bocca, alzo un sopracciglio.
È difficile farlo agitare, sarà grave la questione.
"Ci penso io." sbotta Nito per poi riattaccare feroce.
Tira un lungo sospiro e strappa dalle mie mani il bicchiere di whisky per poi ingurgitarlo tutto.
Alla tua salute..
Lascio che si riprenda mentre io afferro un altro bicchiere e mi verso altro nettare.
Faccio con calma sapendo che ha bisogno di tempo per razionalizzare qualsiasi cosa abbia scoperto e sempre con calma mi riaccomodo incrociando le gambe.
Butto un occhio sul mio Rolex e noto che sono le 16:44.
Ancora?
Sospiro e tirando il cellulare leggo una chiamata persa da Melisa, non la sento da quando quel pazzo di Kemal mi minacciò di non avvicinarmi più a lei.
Digito freneticamente un messaggio per dirle che la richiamerò appena avrò finito mentre Nito dice "Hanno riaperto il caso"
Mando il messaggio borbottando "Che caso? Ne abbiamo avuti una migliaia"
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Un attentato al cuore
RomansaSequel di "Professore scusi, posso amarla?" Bekka è una studentessa di scienze politiche che, per aiutare in casa, conduce un doposcuola per bambini stranieri nel quartiere popolare in cui risiede. Una sera torna a casa dal doposcuola e si ritrova u...