Capitolo 96

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  Chi perde al gioco vince in amore. 

ELEONORA' S POV:


Marcio furiosa per il tribunale e ignoro totalmente le facce di tutti che mi fissano male...voglio vedere loro al posto mio.

Tradita dall'unico che io abbia mai...

Decido di non completare la frase neanche in testa.

Se solo ci fosse stato uno spiraglio di possibilità fra noi, è volato via insieme alla mia stupidità.

Ho abbassato le difese per una notte e guarda il casino che ho combinato...ho il cuore che batte all'impazzata, la pelle surriscaldata, la gola secca, il fiato corto e il corpo che freme per la mancanza del suo calore.

Tutto ciò è folle e ora come ora vorrei strapparmi il cuore dal petto e continuare la mia vita con solo il cervello.

Anni e anni di studi mandati a quel paese da una notte.

Una notte che non dimenticherò mai, ma che non si ripeterà più per quanto il mio corpo continui ad avere i brividi solo a pensarci.

Afferro il mio cellulare per chiamare la Maggio e avvisarla di tutto il macello che è successo, ma sento una voce maschile gridare

"Signorina! Signorina si fermi!!"

Mi giro perplessa, notando che non è la voce di Massimiliano e mi ritrovo un carabiniere con una valigetta fra le mani e il fiatone.

Non sembra essere un tipo che corre molto...be' io di certo non posso giudicare dato che odio correre.

"Mi dica" mi rivolgo a lui con calma.

Sto iniziando a ragionare...mi piace questa cosa.

Ragionare e non essere avventata.

"Il professor Raimondi ha scordato questa in aul..."interrompe la frase, perché fa cadere la valigetta e dei documenti si spargono sul pavimento di marmo.

Provo pena per lui quindi mi abbasso anch'io e lo aiuto.

"Mi scusi, mi scusi io...è il mio primo giorno qui e sono un po' agitato, mi scusi davvero" farfuglia lui.

Sorrido per la sua agitazione e dico

"Va tutto bene, anche a me non è andata tanto bene il primo giorno"

"Davvero?" Chiede lui finendo di rimettere dei fascicoli dentro la valigetta.

Io prendo l'ultimo fascicolo e rialzandomi, dico

"Un disastro, sono arrivata mezz'ora in ritardo perché non trovavo l'aula"

Il carabiniere ridacchia e allungandomi la valigetta, mormora

"Io venti minuti...Questo posto è enorme"

"Già, grazie per la valigetta"

"Dovere, è stato un piacere scontrarmi con lei"

Io alzo un sopracciglio sorpresa e lui si corregge subito, dicendo

"Cioè...mi fa piacere di non essermi scontrato con qualcuno di arrogante, qua non sembrano essere molto amichevoli"

"Ah tranquillo, abbaiano soltanto" dico sorridendogli.

Lui ricambia il sorriso mentre io lo saluto ed esco dal tribunale.

Ispiro subito l'aria fresca fuori e procedo verso il parcheggio.

Voglio andarmene da qui al più presto possibile...

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora