Capitolo 1

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"Il meglio di te non è un posto per chiunque" – Shuttle_river


FARID'S POV:

Corro sentendo i polmoni scoppiarmi nel petto, il fiato bloccarsi in gola e il terrore di essere scoperto che mi porta a sfrecciare come un fottuto razzo.

Corri Farid.

Non fermarti.

Per nessuna ragione.

Corri! 

"Prendetelo! Cazzo prendetelo! Lo voglio qui vivo o morto!" grida in arabo una voce maschile  che non ho ancora identificato.

Gli uomini di Ahmed mi stanno col fiato sul collo da Nizza, arrivare a Palermo è stata un'impresa e sapevo che sarebbero riusciti a rintracciarmi in qualche modo.

Restare dall'amico di Jamal infatti è stato un errore. Devo trovare un posto non controllato, caotico e soprattutto neutro, senza alcun collegamento con me o Jamal.

Bella merda.

Entro in un vicoletto e staccandomi di forza il gps, stringo fortissimo i denti...cazzo che male! Cazzo!

Abbasso lo sguardo all'addome insanguinato e posando una mano per tappare l'emorragia, mi guardo attorno.

Non ho idea di dove sia capitato, in quale zona di Palermo sia arrivato...ho corso senza guardarmi alle spalle, non era più una questione di soldi. Quelli se mi avessero preso, mi avrebbero ammazzato e basta.

Getto per terra il microchip e cerco di mantenere la lucidità. Sto perdendo molto sangue e sono sfinito, in questo momento vorrei solo potermi sdraiare un attimo e dissetarmi.

Un cane attira la mia attenzione quando si avvicina al microchip e annusandolo, lo prende in bocca scambiandolo per cibo...mi aspetto che lo sputi, ma lo ingoia e guardandomi annoiato scappa via.

"Di qua!" sento gridare mentre degli uomini corrono nella direzione del cane.

Aspetta...quindi adesso seguiranno il cane perchè ha ingoiato il microchip.

Geniale, come ho fatto a non pensarci prima.

Altri uomini corrono spediti nella direzione opposta e io butto un sospiro di sollievo, non mi sento più le gambe e i polmoni per quanti chilometri ho corso.

Alzo lo sguardo alla struttura di metallo davanti e decido di arrampicarmi per avere una visuale dall'alto del quartiere in cui sono capitato.

"Merda" impreco sentendo la ferita pulsarmi dal dolore..

"Ci sono tracce di sangue per terra maestro!" esclama qualcuno ad Ahmed che gli ordina subito di seguire il percorso.

Dovevo prevederlo.

Levo la maglietta con estrema fatica e posizionandolo all'altezza dell'addome, cerco di fermare l'emorragia. Sto sanguinando come un dannato.

"Di qua maestro!" sento altre grida.

Mi giro per vedere se mi stanno dietro, ma riesco a vedere solo delle chiazze del mio sangue lungo il percorso che ho fatto. Cazzo.

Tengo più forte la maglietta sull'addome e mi guardo attorno.

È un quartiere povero e sporco, ma non sembra tanto malfamato.

Osservo delle scritte con lo spray nero che rovinano l'estetica di in palazzo monotono, mentre sento la stessa voce dire che ha trovato qualcosa..

Dovrei correre alla velocità della luce, ma il dolore all'addome è davvero troppo forte, quindi continuo a guardarmi attorno.

Ci sarà una soluzione da qualche parte..

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora