Capitolo 94

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Né con te, né senza di te, trovano i miei mali rimedio; 

con te, perchè mi uccidi, e senza di te, perchè muoio.

ELEONORA' S POV:

"Signorina...cosa ci fa a quest'ora in centrale?" chiede Raimondi sorpreso di vedermi.

Sono passate solo tre ore da quando sono partita da Bagheria e il professore mi ha ordinato di andare a casa e riposarmi perché avevo già fatto abbastanza per oggi.

Ho guidato fino a casa per poi fare dietrofront e andare in centrale.

Non m'importava che fossero le 4 del mattino...volevo vederlo in faccia quando avrebbe confessato tutto.

"Volevo assistere all'interrogatorio" dico entrando nella sala blindata.

Con noi c'è anche la Maggio che si limita a lanciarmi occhiate ambigue.

"Ha lavorato tutto il giorno, non crede che..."

"Non è ancora arrivato? "lo interrompo.

Non ho voglia di dirgli che ho dormito per un paio d'ore fra le braccia del demonio.

"Lo stanno portando in elicottero, dovrebbe essere qui a minuti" m'informa cedendo nel convincermi a ritornare a casa.

"Non ha opposto resistenza?"

Lui scuote la testa e io faccio un smorfia, è così strano.

"Gli abbiamo prelevato del sangue, i risultati dovrebbero arrivare presto"

"Quand'è il processo?"

"Domani pomeriggio"

"Così presto?" domando alzando un sopracciglio.

Mi aspettavo almeno tre mesi di attesa.

"Ne ho parlato con la Fruttini" mi spiega con nonchalance.

"Ohh ok" mormoro fingendo di non sapere che scopano e c'è un conflitto d'interesse allucinante.

Alla fine a me sta bene se la Fruttini sta dalla nostra parte.

Raimondi esce fuori il cellulare dalla tasca e leggendo un messaggio dice "Sono arrivati"

"Posso interrogarlo io?" chiedo subito.

Ho un conto in sospeso da risolvere quanto prima.

Lui mi guarda un po' nervoso e mettendo una mano sulla mia spalla dice "È meglio che continui io qui...lei può stare qui ad ascoltare "

Non insisto, si accorgerà lui stesso che Massimiliano non gli darà retta.

Sentiamo un rumore e quando ci giriamo verso gli specchi, vediamo Massimiliano e due guardie scortarlo dentro.

Mi aspetto di cadere nel panico, ma la rabbia nei suoi confronti è così tanta che stringo in due pugni le mani e lo osservo sedersi dandomi inconsapevolmente le spalle.

Porta gli stessi vestiti di come l'ho lasciato, con la camicia sbottonata di poco e le manette alle mani. Mai avrei pensato che le cose potessero precipitare in questo modo.

Mi aspetto che imprechi, che lanci in aria sedie, tavoli, invece è completamente calmo, sereno.

Lo odio con tutte le mie forze.

Raimondi esce subito dalla stanza blindata e in pochi secondi entra in quella che sta Massimiliano.

Entrambi restano in silenzio per un po', finché Raimondi dice spezzando drasticamente il silenzio "Non me l'aspettavo da te"

Un attentato al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora