Capitolo 4

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-eccoti qui- mi chiama Lory sbracciando verso di me -cosa ti ha detto?- una volta seduta.

-che ha il cancro...ha guardato il mio disegno e ha visto la figura di mia madre, sembra aver capito che io e lei non andiamo molto d'accordo - osservo la ciambella calda davanti a me.

-conoscendola, ti avrà detto cose molto giuste- dice Lory.

-già, mi ha fatto un discorso che però..- non mi fa finire di parlare.

-ti ha mandato in confusione? Ti capisco, è successo anche con me..- sorride.

-in che senso?- chiedo non capendo.

-diciamo che lei è una delle professoresse più brave e disponibili che io abbia mai conosciuto. Ti osserva, ti squadra, ti esamina. Capisce sempre tutto ed è una buona confidente e una buona amica- sorride -è stata la prima a capire che io provavo dei sentimenti per il ragazzo che disegnavo e che disegno tutt'ora. Lei ha osservato così attentamente i miei disegni che ha notato l'uguaglianza di quei ragazzi. Ha capito che disegnavo sempre lui.- sorride ancora - è una buona osservatrice e sembra anche una seconda mamma..non posso ancora crederci che lei sia in quello stato..- il suo sorriso scompare.

-già..-

-a te cosa ha detto?-

-ha detto che non vorrebbe morire ma..che se dovesse succedere lei si sente a posto con se stessa. Ha capito che io ho molti problemi con mia madre e penso abbia capito pure che sia ritornata e mi ha detto di perdonare perché una seconda possibilità si deve dare a tutti.- ricordo la scena -mi ha detto che è riuscita a coronare il suo sogno di diventare una professoressa e che aveva una vita perfetta...ma che la malattia le sta portando via tutto e la cosa che la spaventa di più è proprio il fatto di dover lasciare soli i suoi genitori, compresa sua madre con la quale non andava tanto d'accordo- sussurro.

-perdonerai tua madre ?- chiede Lory.

-Non lo so, voglio prima sapere le sue ragioni, poi ci penserò su- non so ancora cosa farò. Tutto mi sembra una grandissima presa in giro.

-il perdono non è da codardi Victoria, il perdono è da persone forti- la rossa incrocia i miei occhi

Dylan.

L'ultima lezione del giorno, finalmente. Matematica. Victoria si è appena seduta accanto a me e io le stringo la mano. Sembra preoccupata ma come biasimarla con tutto il casino che sta succedendo? Con Leo siamo rimasti di vederci a casa sua quando la scuola finisce, dobbiamo parlare con quella signora, vedere i video, capire chi è. C'è troppo mistero, troppo. Non capisco perché tutto questo dolore debba colpire una sola persona. Così intensamente, così pesantemente.

-ragazzi, al ritorno dalle vacanze ci sarà un test su questo argomento- esordisce la prof. La classe inizia a mormorare. Chi vorrebbe fare un test? Nessuno.
La prof continua a spiegare qualcosa ma non ascolto.
Sto cercando di capire che cosa io possa fare per lei, Victoria. Se solo dovessi scoprire che è stato qualcun di molto vicino a noi a tagliare i fili...non so cosa io possa fare.

E se non lo conoscessi?
Girerei tutto il mondo per trovarlo.

La campanella suona e tutti ci alziamo.

-ci vediamo più tardi, vado da Leo -bacio velocemente Victoria.

-va bene, io vado da Leila e poi forse...a casa mia- non se sembra molto convinta ma so che andrà.

-farai di certo la cosa giusta- le sorrido e stavolta è lei a avvicinarsi per stamparmi un leggero bacio sulle labbra che mi manda in fibrillazione. Esco dalla classe e mi precipito sulla macchina di Leo dove Zac e Taylor hanno già preso posto.

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