Capitolo 22

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Victoria.

È lunedì, mancano un paio di giorni alla consegna del progetto e io dovrei fissare una data d'incontro con Chris per finirlo. Io e Dylan arriviamo a scuola con la mia macchina visto che ancora le strade sono troppo scivolose per le gomme della moto. Arrivo fino al mio armadietto e trovo Chris appoggiato ad esso. Non so come spiegarvi che vorrei riempirlo a pugni.

-ciao- mi saluta.

-ciao, spostati- lo spingo e lui si mette di lato.

-dobbiamo finire il progetto di storia, non potrai evitarmi prima di quella data-

-purtroppo devo darti ragione- prendo i libri e poso i quaderni che non mi servono.

-bene, quando ci vediamo e dove, soprattutto- sorride.

-la prossima settimana, sempre a casa mia, come al solito. Lavoreremo e finiremo il progetto in meno di due ore e trenta minuti e quando tutto sarà finito tu te ne andrai via e io potrò continuare a vivere la mia vita in santa pace. Okay?- chiedo.

-afferrato il concetto- dice facendomi l'occhiolino e se ne va.

Già non ce la faccio.

Dylan.

Victoria si è messa d'accordo con Chris e la prossima settimana dovrà studiare con lui. La cosa, come potrete ben immaginare, mi da un fastidio immenso ma devo subire. È un compito e non possiamo farci nulla. Le lezioni continuano pesanti e lentamente per tutta la giornata. Io sono stanco di stare seduto e vorrei potermi sfogare in palestra. Leo e gli altri hanno guardato di nuovo quel filmato e non sono riusciti a vedere nulla. Il volto del ragazzo è coperto e la felpa è troppo grande per lui quindi non possiamo neanche affidarci alle sue forme e ai suoi muscoli, sempre se ne ha. Con Matt invece non è cambiato nulla. L'ho visto altre volte nella stanza di mia sorella con la sua mano nella sua e ho visto anche gli occhi con cui la guarda. È innamorato da sempre e non mi stupirei che, quando lei si sveglierà, si fidanzassero.

La scuola finisce, finalmente. Non abbiamo compiti per casa e salto sulla macchina di Victoria. Lei non è agitata, non turbata, non spaventata. Sembra come...sorpresa. È in costante pensiero e più di una volta oggi le ho dovuto ripetere una domanda o un'affermazione. Non so cosa abbia visto che lei continua a dirmi che vada tutto bene ma, so per certo che qualcosa sotto c'è, forse qualcosa di stupido ma che comunque mi nasconde, sembra essere punto e a capo con lei. Spero solo che non avrò sorprese.

Victoria.

Torno a casa, sono stanca e ho bisogno di dormire. Non ho fatto altro che pensare a quel messaggio e al possibile mittente. Non capisco chi possa essere e cosa voglia da me. Mia madre mi accoglie come sempre, avvicinandosi e dandomi un bacio sulla fronte. Vedo nei suoi occhi un espressione strana, che non ricordo di aver mai visto.

-cos'hai? Sei strana- dico.

-nulla di serio Victoria, sta tranquilla, ti voglio bene- mi abbraccia forte e io non riesco a trattenermi. L'abbraccio anche io e con un filo di voce sussurro -anche io te ne voglio-.

****

Le ho detto che le voglio bene e ne sono felice. Magari l'ha tirata su di morale. Salgo in camera mie e dopo essermi fatta una doccia calda e rilassante indosso un paio di leggings e una delle magliette più comode e calde che ho nel mio armadio. Sono più rilassata adesso anche se i pensieri non si sono affievoliti. A volte penso di pensare troppo. Forse dovrei imparare a vivere la vita in maniera diversa, dovrei pensare sempre il lato positivo delle cose e non soffermarmi o andare in paranoia su tutto. Al minimo dubbio scatto. Ho bisogno sempre di certezze, ho bisogno sempre di informazioni e delle volte non mi sopporto neppure io. Vorrei cambiare, vorrei riuscire a prendere la vita alla leggera, scherzare di più sulle cose ma spesso e volentieri non ci riesco. Salgo in soffitta, è molto tempo che non vengo e grazie alla luce del giorno riesco ad entrare senza problemi di interruttore o cose varie. Al muro ci sono appese delle foto, ci sono appesi dei miei disegni e anche il quadro che ho fatto di mia madre ricostruito con lo scotch.

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