Capitolo 32

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Dylan.

-non ci posso credere..-si butta sul mio letto Leila.

-è strano, è troppo strano- dice Lory.

-non è più lei- Zac parla e si avvicina a Lory.

-nasconde qualcosa, ne sono sicura- Dalila è seduta sulla scrivania della mia stanza.

-tutto è cominciato da quando sua madre se n'è andata- parla Lory.

-già- concorda Leila- sembra come essersi chiusa di nuovo dentro se stessa. E se è così..forse..non possiamo fare nulla, è come se stesse rivivendo tutto quello che le è successo anni fa- sussurra.

-se è veramente così...-Dalila scuote la testa e si alza –un modo per riportare indietro la novellina c'è di sicuro.-

-sono d'accordo con te, ma come?- chiede Lory.

-forse ha solo bisogno di tempo- propone Taylor.

Loro parlano, parlano, parlano. Io sono praticamente come un estraneo in quel momento. Non capisco come mai Victoria faccia una cosa del genere. Non lo fa capire. Forse oggi non ho insistito abbastanza. Sono uno stupido idiota.
Dovevo continuare ad essere duro con lei, ad essere fermo e farle capire che non può continuare così. Forse avrei dovuto fare così ma con quale forza? Non riesco a starle lontano, quando chiunque si avvicina a lei sono geloso..Dio. Non mi era mai capitato di provare un qualcosa di così tanto intenso. Adesso però so quello che devo fare.

Sistemerò questa situazione.

****

Entro dalla finestra e lei non c'è. Molto probabilmente sarà in bagno. Decido di aspettarla sul letto, seduto. Mi guardo intorno e noto in un punto della parete delle foto. Mi avvicino a loro e le osservo, ci sono io, ci sono i nostri amici, c'è lei assieme a noi. Ci siamo io e lei nel mezzo e tutto il resto intorno, ma ci sono. Victoria è una di quelle ragazze che non capiremo mai..e che forse non capirò mai. Forse mi sono sbagliato, forse non so proprio tutti i suoi colori e molto probabilmente non li saprò mai.

-Vaffanculo!-sento quasi urlare. È lei. Mi volto e la osservo per un attimo. Ha un pigiama rosa con teste di...no, non può essere...unicorni?

-Dylan vaffanculo mi hai fatto spaventare! Mannaggia a te..- si avvicina. Noto che ha anche un paio di calze che le arrivano a circa metà polpaccio che racchiudono al suo interno i pantaloni del pigiama. È così buffa e bella.

-sei davvero affascinante- ridacchio anche se dovrei essere serio.

-non prendermi in giro- mi punta un dito contro.

- Ti dona proprio- rido e mi arriva un colpo sul collo.

-sei proprio stronzo..- mi abbraccia da dietro le spalle.

-so quello che è successo questa sera- dico. Prima mi libero e prima riuscirò a sentirmi meglio -e inutile dirti che mi sembra proprio una stronzata. Non capisco perché cacciarle così, erano venute qui solo per mangiare una pizza e che ne so cos'altro fate voi donne quando siete assieme. Victoria cerca di regolarti, di farti capire. Fammi capire. Pensavo avessimo risolto oggi al parco. Pensavo avessi capito che io sto cercando di aiutarti e non solo io. Pensavo avresti smesso di comportarti così.-

-effettivamente ti sei sbagliato- smette di abbracciarmi e si mette in posizione eretta davanti a me. Il suo sguardo è penetrante, gli occhi ridotti a due fessure e il viso seccato ma allo stesso tempo implorante di un qualcosa che non capisco. Vorrei prenderla e baciarla, stringerla e sorridere assieme. Ma non posso e non devo, soprattutto.

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