Capitolo 36

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Dylan.

Ho tirato un pugno su quella faccia di cazzo di Chris.
Le nocche mi fanno ancora male e lo stesso la mia testa. Victoria mi ha spinto lontano da lui e mi ha cacciato fuori. Era arrabbiata, si vedeva, era triste. Io ferito.
Non ho chiuso occhio tutta la notte, non ho fatto altro che pensare a lei, alle sue labbra che prima erano solo mie, sulle labbra di quel coglione, non ho fatto altro che pensare ai suoi occhi, ai suoi capelli, al suo corpo... Dannazione.
Mi ritornano in mente tutti i momenti che abbiamo passato insieme, i nostri baci, sulla neve, al parco, a capodanno. Ripenso alle nostre foto ancora attaccate al suo muro, perché erano ancora lì?
Le ha già strappate? Bruciate, buttate?
Sono ritornato subito a casa, ho dato un pugno alla mia porta e l'ho praticamente sfondata, mi sono buttato sul letto e ho chiuso gli occhi.

Victoria.

-Dylan. Ti sbagli- dico.
Non so come farlo andare via, non ho altro modo, devo solo farlo.
Avvicino la mia mano a quella di Chris, l'afferro e la stringo. Lui ricambia.
Mi avvicino a lui, sempre di più.
I nostri volti sono l'uno di fronte all'altro. Mi avvicino, ancora, ancora, ancora. Le mie labbra entrano in contatto con le sue. Il mio cuore si spezza e io vorrei solo piangere.
C'è silenzio per un breve momento, poi il pugno di Dylan si scaraventa sullo zigomo di Chris. Non capisco più nulla, lo e lo caccio . Non si è neanche voltato per guardarmi, non mi ha rivolto neanche una parola. È solo uscito, lasciando la porta aperta.

****

Quando Chris s'è n'è andato, non ho fatto altro che chiudermi nella mia stanza. Mi sono affacciata alla finestre, per riuscirlo ad intravedere ed era sul suo letto, ancora con il cappotto. Lo osservo per diverso tempo, poi mi decido a chiudere la tenda. Cosa ho fatto? Cosa ho appena fatto?
Mi butto sul letto e vorrei piangere a dirotto. Lo stomaco mi fa malissimo e la gola i brucia. L'ho fatto per proteggerlo da me, da quello che sta succedendo. Chiudo gli occhi ma non riesco a dormire nonostante la mia stanchezza mentale e fisica. Non riesco, non posso. Cosa ho fatto? Cosa ho appena fatto? Quando Chris s'è n'è andato mi ha salutato con un bacio che io ho deviato e ho fatto finire sulla mia guancia. Neanche lui ha detto niente. È uscito, chiudendo dietro di se la porta.

Quando sono salita sul mio telefono ho trovato un messaggio.

Messaggio da Sconosciuto :

"adesso ci capiamo, continua così. Chris va bene, mi sembra più portato per te. "

Non va bene, ricordo di aver pensato, va tutto male, molto male.

****

Sono le sette e mezza del mattino e sono in ritardo. Mio padre ieri è rientrato tardissimo, erano circa le due e mezza, ha aperto la porta della mia stanza e mi ha baciato la fronte. Facevo finta di dormire, ma so che lui lo ha capito.
Mi alzo e vado in bagno, le occhiaie sono profonde, il mio volto è stravolto e..neanche una doccia riesce ad aiutarmi.
Mi vesto velocemente con le prime cose che capito nelle mie mani: un paio di jeans e un maglione bianco. Scendo per fare colazione e trovo mio padre già sveglio, vestito e in cravatta che legge, come al solito, il giornale. Non lo saluto, vado solo a prendere una brioche dallo sportello e la mangio salendo di nuovo in camera mia.
Borsa, sciarpa, chiavi della macchina ed esco. Prima di chiudere la porta alle mie spalle do uno sguardo a mio padre. Anche lui mi guarda. Ci fissiamo per un lungo istante, poi abbasso gli occhi e chiudo il portone. Il dolore è parte di me adesso, no? Come se non ci bastasse anche Leila esce nello stesso istante di Dylan, mi saluta con un sorriso e io, a malincuore, non la calcolo minimamente.
Si avvicina ancora a me -ehi- mi chiama.

-ciao-

-ehm..è da molto che non ci sentiamo, ti va di..non so andare al cinema, al centro commerciale? Solo io, tu e le ragazze. Che ne dici? Sarebbe bello...- non la faccio finire di parlare.

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