Capitolo 33

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Dylan.

È con lui. Di nuovo. Non ci ha messo molto a rimpiazzarmi. Cammino velocemente per i corridoi ed entro nell'aula della mia prossima lezione: matematica. Lei, ovviamente, si siederà vicino a me, e io come prima non starò attento manco per il cazzo alla lezione. Osservando solo lei e il suo stare ferma immobile con lo sguardo fisso sulla lavagna. Vorrei spaccare il mondo, vorrei poter avere qui davanti un sacco da boxe, oppure, perché no, Chris davanti a me per poterlo riempire di pugni.

-niente novità?- Zac mi si para davanti al banco e dopo aver preso posto davanti a me domanda.

-niente, solo silenzio. lo hai visto pure tu-

-è con Chris per ora..Dylan, cerca di mantenere la calma- dice dopo aver notato i miei pugni chiusi.

-sono calmissimo, non vedi- prendo una matita dal mio astuccio e la spezzo.

-sarei cieco a non vederlo, no?- chiede.

-già- digrigno i denti. So che c'è qualcosa che non va assolutamente, lo so..ma non capisco cosa. Questo giorno sembra non voler finire più.

Non che sia iniziato da molto..no?

Non mi aiuti.

Leo, Leila, Taylor e Dalila entrano e prendono posto. Anche molti altri ragazzi del mio corso entrano tranne Victoria. C'è anche Chris. Dove si è cacciata quella ragazza? Il professore ancora non c'è e decido di alzarmi e uscire dall'aula. Ci sono due posti dove la posso trovare; la biblioteca o nell'aula di arte. Decido di iniziare dall'aula, dopo aver lanciato un'occhiataccia a Chris seduto a primo banco salgo la rampa di scale che c'è voltando l'angolo del primo piano e giungo davanti alla porta della classe. È chiusa e sembra vuota come, in effetti, risulta essere. Me lo conferma la stanza totalmente vuota. La biblioteca è l'ultimo luogo dove posso trovarla a meno che non sia andata all'ospedale. Corro fino al piano terra, esco dalla scuola e percorro il cortile che separa la scuola dalla grande biblioteca ed entro. Nella mia testa si susseguono milioni di pensieri diversi, a parte la mia confusione nei suoi confronti, nel suo comportamento, nel suo essere. Perché non è venuta a lezione? Perché si è allontanata così? Perché è così? Perché mi ha detto che si sente bianca? Perché mi ha detto quelle parole? Mi ha detto che mi ama. Anche io l'amo e sono talmente confuso.

C'è silenzio, ci sono molti studenti che girano gli scaffali e una decina seduti ai due tavoli che ci sono in questa parte di biblioteca. Mi addentro e in lontananza vedo una testa riccioluta, mi avvicino ma non è lei. è Sindy una ragazza che frequenta il quarto anno. Capisco che non è lei dalle se forme troppo diverse, dalla sua postura, dal suo modo di vestirsi e dalla curva della sua schiena. Giro a destra e mi addentro ancora di più nei vari scaffali, arrivo al lato opposto e..eccola. seduta al tavolo vicino alla finestra enorme, nevica e non me ne ero neanche accorto prima, ha un libro sulle ginocchia, un cappello di lana nero in testa, il giubbotto abbottonato e i capelli che sembrano essere sempre più lunghi. Da qui riesco a vedere le sue lunghe ciglia leggermente piegate, le palpebre semichiuse e il suo sguardo talmente concentrato da rendermi spaesato. Legge, non so cosa, ma legge. Mi appoggio allo scaffale e la osservo ancora. Rifletto, ci penso, cerco di capire...ma non ho una spiegazione logica per nulla. Basta. Ha detto che la devo lasciare in pace e forse ha ragione. Le porgo un altro sguardo, veloce e i suoi occhi mi inchiodano per alcuni secondi che sembrano interminabili. Mi ha visto, e io o visto lei. le sue guance si colorano di rosso. ha gli occhi stanchi e non è truccata, ha le labbra dischiuse, rosee e... me ne devo andare prima che non riponda più delle mie azioni. Volto le spalle e ritorno in classe. Devo lasciarla in pace.

Victoria.

Non ce la faccio ad andare in classe. Non ho voglia di seguire questa lezione, sono praticamente troppo indietro per il mio ex programma e adesso ho solo voglia di stare sola. Vado alla biblioteca e mi siedo in uno dei tavoli vicino ad una delle più grandi finestre dell'edificio, prendo dallo zaino il libro che mia madre ha riempito di poesie e mi siedo vicino ad una finestra. Il tempo non è dei migliori, le nuvole sono grigiastre e minaccia di piovere. Osservo inizialmente solo la copertina del suo colore neutro e leggermente consumata ai lati. Leggo il suo nome al suo interno e volto subito pagina. Non so perché l'ho preso stamattina. Era molto tempo che non lo toccavo e l'ho solo buttato dentro la mia borsa. Sfoglio altre pagine e poi mi blocco per iniziare a leggere:

Donna, fragile fiore! Perché sei stata

Condannata ad adornare un mondo

esposto a tali tempestosi elementi?

-"l'oppressione della donna", M. Wollstonecraft

Già, come mai? Elementi tempestosi...talmente tempestosi che ho così tanta paura di questo mondo così insano e cattivo, così strano.

Dicono alcuni che sulla terra nera
la cosa più bella sia un esercito di
cavalieri; altri dicono di fanti; altri dicono di
navi. Per me, invece, è ciò che si ama.

-Saffo

Già, per me lui è la cosa più bella, la cosa che mi ha cambiato, che mi sta cambiando e che mi cambierà. In meglio. I miei occhi cadono su di una poesia, in fondo alla pagina, è di media lunghezza e conosco l'autore: Pieter Van Der Meer.

Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
Pensa; e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?
Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.
Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.
Dovevamo incontrarci,
perché Qualcuno ci guidava.

I miei occhi corrono fra le righe e capisco che tutto ciò dice il vero. È così. Provo ad immaginare come sarebbe potuto essere se io e lui non ci fossimo incontrati, se io e lui non avessimo mai incrociato i nostri occhi. Sollevo lo sguardo per un istante, mezzo secondo, forse è proprio vero che qualcuno ci guida. Lui è lì, a pochi metri lontano da me, appoggiato ad uno scaffale che mi osserva. Il suo sguardo è caldo e mi sa tanto di casa, mi sento a mio agio e vorrei che non smettesse mai. Una lacrima mi percorre il viso . Mi ero ripromessa di non piangere, io..avevo promesso a me stessa di non piangere, mai più. Volto il mio viso dall'altro lato e quando cerco di nuovo gli occhi i Dylan lui ha appena svoltato l'angolo ed è scomparso. So che tutto questo è colpa mia, lo so, ne sono certa, ma non posso fare altro. Non voglio che nessuno si faccia del male e se questo comporta allontanarmi da loro, bhe, è un rischio e un dolore che dovrò sopportare. esco fuori. Nevica ancora.

Leggetee👇❤

Spazio autrice:

Ecco a voi il capitolo! Vi è piaciuto??❤

Che ne pensate di Victoria e del suo comportamento? E di quello di Dylan? 😘

Quesa, non ci crederete mai, è una delle parti più difficili che io abbia mai scritto: volevo che arrivasse il loro amore, quanto loro si amino ancora, quanto si vogliano bene e quanto, allo stesso tempo, stiano soffrendo. Tutto questo racchiuso in un unica occhiata.

Spero che vi sia piaciuto, davvero. ❤

Piccola comunicazione: il 16,il 17 e il 18 Agosto, sarò fuori dal mio paese per fare un piccolo viaggetto nei dintorni della mia amata Sicilia. Non avendo internet a disposizione, nè pc nè un telefono funzionante (per chi non lo sapesse, per ora uso wattpad solo da computer, a causa di un problema di memoria del mio telefono), sarò inattiva.  Per evitare che voi rimaniate con un capitolo in meno durante questa settimana ho deciso di pubblicare DOMANI😃.

Si, avete capito bene, DOMANI❤.

Detto questo, vi lascio con un  grosso bacio.

Solo noi #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora