Capitolo 27

2.7K 118 78
                                    

Victoria.

Il campanello suona e io scendo le scale per andare ad aprire. È mio padre con due enormi buste della spesa.

-mi sono dimenticato le chiavi-

-sei sempre il solito John, ne combini una più del diavolo- lo aiuto e chiudo la porta. Ha il viso stanco e sotto gli occhi delle profonde occhiaie scure.

-non è vero. È una delle prime volte che mi dimentico le chiavi a casa-

-vai a farti una doccia, sarai stanco-

-va bene, vado- sale le scale e sento la porta della sua stanza chiudersi.

Non abbiamo mai avuto molti dialoghi come ben sapete, ma adesso, sono certa, che lui è l'unica cosa sicura che mi rimane.

Dylan.

Ho appena finito il mio allenamento in palestra con gli altri. Come al solito ho visto Chris e Matt allearsi insieme e lanciarci occhiate furtive, ma mi sono trattenuto perché sapevo che i miei amici mi avrebbero fermato in ogni caso. Adesso sto andando da Bea, e penso che vi troverò anche Matt. È partito circa dieci minuti prima di me e se l'istinto non mi inganna lui deve essere già lì. Come al solito ho la macchina di Leo, visto che resterà in palestra ancora per molto e ho tutto il tempo per poter stare con mia sorella. È molto tempo che non le parlo. Molto. Non perché non voglia ma perché, non ho avuto tempo con tutto quello che sta succedendo. Matt non c'è ma sul comodino di Bea c'è un'altra rosa rossa.

-Bea, come stai? – inizio.
Mi siedo sulla piccola poltrona di pelle vicino al suo letto-è molto che non parlo con te e...in realtà non ricordo cosa ti ho detto l'ultima volta- sorrido per la mia stupidità- potrei iniziarti con il dire che Victoria ed io stiamo bene, sembra che tutto prosegua per il meglio e che io non abbia problemi con lei, anche se ultimamente si comporta in maniera strana. Sua madre come ti ho detto era tornata ma se n'è andata di nuovo nella stessa maniera della prima volta. Non riesco a capire come possa aver fatto una cosa del genere- i miei occhi si posano di nuovo su quelle rose rosse sui comodini e sorrido -Matt non ha mai smesso di farti visita, eh? Si è allontanato molto da noi e non so come mai. Fortunatamente è sempre qui, vicino a te.- sospiro- Bea, svegliati, ti stiamo aspettando tutti qui. Tutti. Porteresti un po' di serenità in questa vita che sembra andare a rotoli-

Ho veramente bisogno che lei si svegli perché mi manca, perché mi sento in colpa, perché voglio rivederla.

Victoria.

Ovviamente mio padre è dovuto riandare al lavoro e io sono di nuovo sola. Ho chiuso tutte le finestre e tirato tutte le tende, come se potessi proteggermi in questo modo.
Sembra di stare in un film, in un contesto fantastico, in un contesto fin troppo assurdo.
Questo è stalking, ne sono sicura, ma non posso neanche denunciarlo perché succederebbero sicuramente molte, troppe, tantissime cose brutte. Per adesso sono in soffitta, era molto che non salivo e, rivedendo tutti i miei quadri appesi, mi rendo conto che è anche moltissimo tempo che non dipingo, ma ora come ora, non sarei in grado di tenere nulla in mano, neanche una semplice matita, per quanto io sia disperata e spaventata anche se odio ammetterlo.
Un rumore mi sorprende, proviene da sotto.
È stato un rumore abbastanza cupo, come un qualcosa che cadeva o che hanno fatto cadere.
Poi silenzio se non qualche gemito. C'è qualcuno e quel qualcuno non è mio padre.
Mi volto e afferro un manico di scopa, non so neanche cosa ci faccia quassù, ma benedico il cielo per averlo proprio qui, e scendo le scale tenendolo dritto davanti a me.

-ahi..che dolore- ancora la sua voce, viene dalla mia stanza. Mi avvicino ed entro -cazzo..-

-Dylan..- butto un sospiro di sollievo e per poco non gli lancio il bastone in testa.
-brutto rincoglionito, non capisco il perché tu debba sempre entrare dalla finestra anche se mio padre non è in casa-

Solo noi #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora