Capitolo 39

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Dylan.

È bellissima. Ha un corpo stupendo e non capisco perché tende a nasconderlo così tanto. Adesso siamo l'uno vicino all'altra, le ho sfilato i pantaloni e lei, in un certo senso, i miei.

Diciamo che ci ha provato, dai.

-va bene?-le ho chiesto. E lei ha annuito.

È successo. Abbiamo fatto l'amore. E vi giuro, che è stata la cosa più bella che potesse capitarmi in questi giorni. Se per riavere una persona bisogna perderla quasi del tutto, allora, va bene così. Io e lei eravamo quasi persi. Io e lei eravamo quasi del tutto ignoti ormai. Adesso non più. Adesso siamo qui. Insieme. Ci siamo addormentati abbracciati, lei adesso ha il viso volto verso il sole mattutino, i capelli scompigliati in parte sul mio volto e la schiena nuda completamente scoperta. L'accarezzo dolcemente con i polpastrelli spostandole leggermente qualche ciocca chilometrica di capelli. Sospiro e ripenso a ciò che è successo ieri sera e sorrido come un ebete. È stato bellissimo. E vorrei tanto tornare indietro nel tempo per cancellare tutte quelle altre notti inutili e futili che ho passato in compagnia di una ragazza qualunque, conosciuta in un bar o in qualche altro posto dove andavo per dimenticare tutto quello che mi stava succedendo. Adesso non è più così. Adesso è diverso. Adesso c'è solo lei nella mia vita. Si muove leggermente e dopo aver girato il volto verso il mio sorride.

-Buongiorno- mi saluta con un sorriso dolce.

-buongiorno- le do un bacio sulle labbra. Si alza e porta al petto le coperte per poi stendersi sul mio braccio messo a mò di cuscino.

-è stato bellissimo ieri..- dice arrossendo.

-già..- la stringo a me e le bacio i capelli.

-che ore sono?-chiede poi.

-le cinque e mezza- rispondo dopo aver osservato la sveglia.

-ho passato tutta la notte qui?!- quasi urla balzando seduta senza coprirsi con il lenzuolo e lasciando in bella vista le tette.

-già- le sorrido malizioso e l'afferro di nuovo. Le bacio tutto il collo fino a scendere sul torace per poi risalire facendola ridere.

-dai..- cerca di divincolarsi- Dylan sul serio..- ride ancora -VULLER!- tuona dopo un po'. Mi fermo e alzo gli occhi su di lei che cerca di non scoppiare a ridere.

-devo farmi una doccia e ritornare a casa-

-la facciamo insieme?- chiedo.

-no!- strabuzza gli occhi.

-ma ci entriamo!- dico subito.

-non è quello il problema- dice divincolandosi da me.

-e allora qual è? Tu insaponi la mia schiena e io la tua.- rido.

-taci- si alza e porta con se tutto il lenzuolo -e copriti- continua dopo aver osservato il mio Giacomino.

Giacomino.....

-non dicevi così stanotte- sbotto e lei in tutta risposta alza il dito medio rossa in volto.

Victoria.

Quando apro gli occhi mi ritrovo in una stanza abbastanza grande, con una grande porta finestra aperta dalla quale entra il sole mattutino, l'aria fresca sfiora la mia pelle e non solo. Sento qualcosa salire e scendere in maniera molto leggera, come il soffio di qualcosa, come..una carezza. Ripenso in un attimo a quello che è successo ieri sera..e sorrido fra me e me.Adesso siamo l'uno parte dell'altra e..sorrido di nuovo. Non riesco a fermarmi. Mi muovo leggermente per voltare il mio corpo e vedo Dylan che mi sorride. Ha i capelli scompigliati peggio del solito, il torace che si alza ad intervalli regolari e gli occhi profondi e marroni fissi su di me. Il sole accarezza il suo volto ed è bellissimo. Ha le labbra leggermente contratte in un sorriso fantastico e non chiedo altro dalla vita se non svegliarmi ogni mattina così.

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