Capitolo 48

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Dylan.

-oggi ho parlato con mia madre...ho deciso di ascoltarti- sussurra Victoria sul mio petto. Con il dito traccia la lunghezza della mia cicatrice e io le accarezzo la schiena.

-cosa vi siete dette?-

-niente di nuovo. Mi ha solo confermato quello che ho scoperto con Richard- dice- e mi ha promesso che non se ne andrà più-

-ti fidi?- chiedo.

-ho altra scelta?- chiede lei -ma penso che questa volta...possa essere cambiata.- sussurra. Sono felice che tutto questo sia finito.

-la prossima settimana ho la partita dell'anno- le dico -tu ovviamente devi esserci. Mi devi portare fortuna- sorrido.

-come sempre, no?- ridacchia poi si zittisce- sai, per un attimo ho temuto di perderti...quando eravamo a Liverpool. Non ho mai avuto così tanta paura. Forse, se tutto questo fosse successo quando io e te non ci conoscevamo, non mi sarebbe dispiaciuto molto andarmene. Non avevo nessuno se non mio padre...-

-non dire più niente. È storia passata..-

-ancora no- dice -devono prima passare tutti i processi..-

-roba veloce- dice- e noi potremmo anche non andarci..-

-io voglio esserci invece: voglio vedere la sua faccia-

-la faccia di chi?-

-di Richard. Voglio vedere come si comporta e cosa dirà, se dirà qualcosa-

-dormi adesso- le sussurro. Non può riempirsi la testa solo di queste cose. Adesso è tutto finito e deve pensare al suo futuro.

*****

Alle cinque del mattino mi sveglio e dopo essermi rivestito esco dalla stanza. Corro a casa mia per farmi una doccia e mi butto di nuovo sul letto.

Tutto si è risolto per il meglio. Oggi dovrebbe esserci il primo processo e alle nove del mattino dovremmo essere pronti ad iniziare. Osservando il soffitto mi ritorna in mente la faccia di mia madre quando sono ritornato da Liverpool sano e salvo. Stava piangendo e mi ha stretto a se come solo una madre sa fare. Mio padre mi ha sorriso e la piccola Cloe mi è saltata addosso. Mi ha chiesto dove fossi andato e io le ho risposto che ero andato a cercare Victoria che si era persa, facendola ridere. L'unica che non ha potuto fare nulla è stata proprio Bea. Inchiodata ancora a quel letto. Stringo i pugni al solo pensiero.

****

-la corte ha deciso che Richard Hodd è condannato all'ergastolo sotto i delitti di: tentato omicidio, lesioni aggravate e stalking. Ciò è restrittibile in base alla condotta e alla riammissione nella società. I suoi complici sono condannati, senza distinzione, a venticinque anni di reclusione, anche questa restrittibile per i stessi canoni- il giudice pronuncia queste parole e la sentenza si chiude così.

Richard non ha aperto bocca neanche per dire una parola. Chris ha negato in tutti i modi quello per cui si trovava qui e alla fine ha creato una piramide di bugie immensa. Ero sul punto di alzarmi e prenderlo a pugni ma la mano di Victoria si è intrecciata alla mia e mi ha tranquillizzato.

Il giudice ha appena dato il permesso a Victoria di incontrare, assieme alla madre, Richard.

Non so come mai, ma Victoria mi ha detto di doverlo fare. Per lei stessa. Mi ha guardato come solo sa fare e con il suo sguardo mi ha trasmesso talmente tanta fiducia che non ho potuto far altro che dire di si. So che è molto importante per lei e lo capisco. Ha saputo chissà quante cose in pochissimo tempo e in una situazione abbastanza strana e irreale.

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