Erano passati diversi giorni, proseguiva tutto tranquillamente e andava tutto bene sia con la scuola che con il lavoro.
Stasera avevamo deciso di andare tutti insieme alla gara di moto, non vedo l'ora.
"Margot che fai oggi?" Mi chiese Kat, distogliendomi dai pensieri.
"Penso di uscire e comprare una nuova giacca di pelle. Di pomeriggio sono a lavoro, perchè non mi raggiungete? Non siete ancora venute."
"Si potrebbe fare, magari portiamo anche gli altri." Disse felice della mia proposta.
"Perfetto, a più tardi allora."
Uscì di casa e mi diressi verso il centro commerciale, anche se non era del tutto vicino.
"Dove vai Margot?" Ecco Ethan spuntare dal nulla.
"Sei diventato mio padre adesso?" Chiesi in modo ironico e scocciato.
"Ripeto: dove vai da sola?"
"Io dico che non sono affari tuoi" risposi acidamente.
Mi afferrò un polso e mi avvicinò a lui.
"Non scherzare con me, piccola. Lo ripeto per l'ultima volta: dove stai andando?" Disse con voce roca."Al- al centro commerciale" risposi un po' scossa.
"Ci voleva così tanto a dirlo? Vengo con te, e non accetto un 'no' come risposta." Disse deciso.
Così dicendo, andammo a prendere la sua moto.
Dopo vari minuti arrivammo e iniziammo a girare per i negozi.
"Perciò Madison dove l'hai lasciata?" Chiesi curiosa.
"Oggi doveva studiare." Rispose con disinteresse.
"Posso fare una domanda?"
"Stai facendo domande da 30 minuti ormai, nonostante continui a dirti che odio le domande." Alzò gli occhi al cielo.
Scoppiai a ridere e lui fece lo stesso.
"Comunque dovevo chiederti se Madison fosse la tua ragazza, passi tutto il tempo con lei."
"La mia ragazza?" - scoppiò a ridere - "assolutamente no, io non ho una ragazza fissa e non voglio neanche averla."
"Perchè dici così?"
"Beh... Non sono bravo come fidanzato, non saprei come comportarmi, la tradirei anche senza volerlo. Diciamo che le relazioni serie non fanno per me."
"Oh... Emh, capito. Entriamo in questo negozio" dissi per cambiare discorso, e lo trascinai dal braccio.
Presi diversi vestiti ed entrai in camerino.
"Che ne dici di questo?" Chiesi uscendo, indossavo un vestito a tubo, blu scuro.
Lui mi fissò per qualche istante e dopodichè disse:
"Troppo corto, ti guarderebbero tutti."Alzai gli occhi al cielo, sbuffai e tornai in camerino.
"E questo?"
"Mh, non mi convince."
Sbuffai nuovamente e tornai in camerino.
"Questa maglietta?"
"Troppo attillata, poi con quel pantaloncino. Non se ne parla"
Sembrava il mio ragazzo, poi dice che non saprebbe come comportarsi mentre dentro di sè lo sa perfettamente.
"Ethaaaaan, guarda questo!! Non puoi dire di no." Uscì indossando un vestito nero, con il corpetto in pizzo.
Ethan era rimasto a fissarmi per minuti, che parvero infiniti.
"Dì qualcosa" dissi io a bassa voce, con lo sguardo verso il basso.
"È... Insomma. Quella parte in pizzo non va molto bene perch..." - lo bloccai.
"Perchè mi guarderebbero tutti, giusto? È stupendo Ethan, dai." Risposi sbuffando.
"Infatti, sei stupenda." Disse fissandomi dritto negli occhi.
A quelle parole i miei occhi si illuminarono e gli sorrisi, lui ricambiò il sorriso.
Tornai in camerino per cambiarmi e andare a pagare la giacca in pelle ed il vestito.
"Et, c'è un problema. Il vestito costa troppo, non posso permettermelo." Dissi dispiaciuta.
"Puoi prendere solo la giacca per il momento, un altro giorno torni a prendere il vestito."
"Va bene, anche se sicuramente non lo troverò più." Dissi sempre più triste.
Andai alla cassa e pagai la giacca, dopodichè uscì dal negozio.
"È davvero un peccato, mi stava benissimo. E poi potevo metterlo per qualc..."
Mi bloccai notando che Ethan non fosse accanto a me.
Mi girai per cercarlo, ma non c'era da nessuna parte.Dopo qualche minuto uscì dal negozio di prima con un sacchetto in mano.
"Ti stavo cercando, sei sparito senza dire nulla." Dissi arrabbiata.
"Scusa piccola, stavo comprando una cosa." Mi informò sorridendo.
"Per Madison?" Chiesi scocciata.
"Veramente per te." Rispose porgendomi il sacchetto.
Spalancai gli occhi e aprì il sacchetto. Vidi subito il vestito nero di prima... Oddio non posso crederci.
"NON CI CREDOOO"
"Credici invece. Ti stava benissimo, questo era il minimo che potessi fare. Ovviamente lo userai quando uscirai con me, se mai dovessimo uscire insieme." Disse facendomi l'occhiolino.
Non feci caso all'ultima frase, ero troppo felice.
Mi precipitai su di lui e lo abbracciai fortissimo, quasi lo strangolavo ahaha.
"Grazie grazie grazieee"
Quando mi staccai dall'abbraccio notai che Ethan era rimasto immobile e con lo sguardo fisso verso il muro.
"Ethan, tutto bene?" Continuava a non rispondere.
"Eeet" lo mossi un pochino.
Dopo qualche minuto si sbloccò.
"Andiamo, devo fare una cosa urgente." Disse serio.
Io l'ho sempre detto che è bipolare.
Salimmo sulla moto e ci dirigemmo verso casa mia.
"Emh, dove devi andare ora?" Chiesi io.
"Non ti riguarda, ci vediamo più tardi Margot." Rispose serio.
Ma perchè aveva cambiato umore dal nulla? Non dovevo abbracciarlo? Non capisco.
Tornai in stanza a cambiarmi, per poi andare al bar.
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...