Cap. 34

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Era già passato 1 giorno dal nostro ritorno a casa.

"Mar, io oggi ho da fare." Mi avvisò Ethan dalla stanza nostra.

"Ovvero?" Urlai mentre facevo colazione.

"Ho da fare. Ti basta sapere questo." Rispose deciso spuntando davanti la porta.

Faceva sul serio? Gli sembrava ora di litigare?! Questo ragazzo è incredibile.

"Ethan, se ti dicessi una cosa del genere io col cavolo che mi lasceresti uscire di casa. Non mi basta sapere che 'hai da fare'." Dissi alterata.

"Non ti fidi di me?" Chiese avvicinandosi sempre di più.

"Mi fido, e lo sai benissimo. Ma mi dà altamente fastidio sapere che sei fuori, chissà dove e chissà a fare cosa. Pretendo di sapere dove diamine devi andare."

Sbuffò, prese le chiavi e uscì di casa.
Di sicuro non gli avrei corso dietro, e di sicuro al suo ritorno sarei scomparsa da quella casa.

• ETHAN •

Non volevo dirle le mie cose private. Cioè avrei voluto farla entrare del tutto nella mia vita, ma non ero abituato ad aprirmi con le persone. Pochissimi sanno di mia madre e tali devono rimanere.

"Brò, che succede?" Mi chiese Mason quando rispose al cellulare.

"Penso di aver combinato un casino."

"Che hai fatto a Margot stavolta?"
Quel ragazzo riusciva a capire sempre tutto, ancor prima che glielo dicessi io.

"Beh... diciamo che oggi devo andare da mia madre, e le ho detto che avevo da fare. Lei voleva sapere dove dovessi andare, io mi sono incazzato e sono uscito di casa."

"Perchè sei talmente coglione?! Quella ragazza ti ama, e tu sei un vero idiota. Se vuoi che si fidi di te e se vuoi averla tutta per te, devi aprirti totalmente a lei. Smettila di fare il coglione, ormai sei innamorato e lei ha bisogno di entrare nella tua vita."

Quelle parole mi fecero riflettere. Io innamorato di lei? Non ne avevo assolutamente idea. Non sapevo cosa fosse l'amore, e non sapevo se ciò che sentivo per lei si avvicinasse a tutto ciò. Ma dovevo aprirmi se volevo farla mia per sempre.

"Grazie brò, ci sentiamo."

Ritornai da Margot, pronto a dirle tutto.

• MARGOT •

Stavo preparando le valige, mentre accanto a me c'era Julia che continuava a ripetermi di calmarmi.

"Margot, dove hai intenzione di andare?" Sentì una voce ormai familiare dietro di me. Sussultai e dopodichè mi girai pronta ad affrontarlo.

"Torno a vivere dalle ragazze, così tu puoi spassartela con chi vuoi senza dirmi "ho da fare" ed uscire come se nulla fosse." Risposi gesticolando, sembravo una pazza in quel momento.

"Julia, potresti lasciarci soli?" Chiese lui, Julia ovviamente annuì ed io la maledissi mentalmente.

"Margot, ho bisogno di parlarti." Disse serio.

"Ho capito, vuoi dirmi che sono ossessiva, che ti assillo, che ti sei stancato e vuoi tornare alle tua vecchia vita e alle tue puttane. Va bene Ethan, io sto andando via e se vad.." fui interrotta dalle sue labbra a contatto con le mie, ma tutto ciò finì qualche secondo dopo.

"Non voglio lasciarti Margot, devo portarti in un posto, ma dobbiamo far presto perchè stasera ho una gara."

"Una gara? Non gareggiavi da molto tempo." Dissi io, stupita.

"Beh, ora ho ripreso. Muoviamoci"

"Quanto è lontano?" Dissi dopo svariati minuti in macchina.

"Beh... diciamo che puoi farti una bella dormita."

"Come?!" Spalancai gli occhi.
"Vuoi portarmi in qualche posto isolato da tutti e uccidermi per caso?" Chiesi ironicamente.

"Sei veramente simpatica sai?"

Mi limitai ad annuire, fiera di me, mentre lui alzava gli occhi al cielo.

"Ora puoi dirmi dove siamo?" Dissi dopo quasi un ora, finalmente ci eravamo fermati.

Non disse nulla, mi prese semplicemente per mano e mi condusse in una villa gigante.

"Salve, sono qui per vedere Roxana Morris." Disse Ethan ad una signora più o meno sui 30 anni d'età. La signora annuì e ci condusse in una stanza.

"Eccola lì" sussurrò Ethan, mentre io continuavo a non capire cosa stesse succedendo.

"Tesoro, chi è questa bella fanciulla?" Chiese una signora sulla sedia a rotelle. Si somigliavano molto, ma non credevo fosse possibile si trattasse della madre.

"Beh, lei si chiama Margot ed è la mia ragazza." Le strinsi la mano e le sorrisi, sembrava un angelo.

"Oh, pensavo non sarebbe mai arrivato questo momento. Sono davvero felice di vederti finalmente con una ragazza sistemata e carina come lei." Disse, mentre io probabilmente diventai rossa come un peperone.

Restammo lì a parlare per alcune ore, mangiammo anche insieme, ma poi si fece tardi.

"Mar, è ora di andare." Mi avvisò Ethan.

"Sì, arrivederla signora Morris."

"Ciao tesoro, spero di rivederti presto." Rispose lei sorridendomi.

"Et... dovresti darmi delle spiegazioni." Chiesi appena arrivammo in macchina.

Lui si poggiò alla macchina, prendendomi i fianchi e tirandomi verso di se.

"Che c'è da spiegare? Volevi sapere cosa avessi da fare, volevi sapere perchè ogni volta sparissi dal nulla. Beh lei è il mio motivo. Come avrai intuito, è mia madre e sta in una casa di cura."

"Ma.. è giovanissima" risposi incredula.

"Sì, ma sta veramente male. Ha avuto un cancro e con questo ha perso l'utilizzo delle gambe, dopodichè ha avuto problemi vari. Mio padre in più la tradiva e beh... ora si trova qui. Spero solo che non le accada più niente di grave, non ce la farei a perderla." Disse con gli occhi quasi lucidi.

Si era aperto del tutto a me, e gliene sarei stata grata a vita. Ora potevo benissimo dirlo, ero completamente e totalmente innamorata di Ethan Morris, anche se già l'avevo capito da tempo.

"Ci sono io con te Ethan, ci sarò sempre per qualsiasi cosa."

"Lo so, per fortuna ci sei tu. Non saprei come fare altrimenti, veramente." Rispose, baciandomi subito dopo e approfondendo il bacio. Dopodichè mi strinse a sè e infilò la testa nell'incavo del mio collo.

"Andiamo, tra poco c'è la gara piccola." Disse dandomi un ultimo bacio sulle labbra.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora