Cap. 45 Pt.1

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Erano passati tre giorni dall'incontro con Lucas, erano passati tre giorni da quando Ethan era andato in ospedale da sua madre.

Erano passati tre giorni e Ethan era come scomparso. Non ho mai ricevuto una sua chiamata o un suo messaggio, non mi ha mai risposto alle chiamate. Non è tornato a casa, non è andato a casa dai ragazzi, nè da suo padre.

Iniziavo seriamente a preoccuparmi, mi chiedevo continuamente cosa potesse essere successo.

Sua madre era morta? Era successo qualcosa ad Ethan? Non potevo saperlo.

Nessuno aveva notizie.

"Mason, davvero non l'hai sentito?" Ero a casa dei ragazzi da circa un giorno insieme a Julia.

"Margot ti dico di no... Non so dove possa essere."

"Forse dovremmo andare in ospedale da sua madre." Proposi.

"Non so quanto convenga. Attendiamo Mar, lui è così quando qualcosa va storto sparisce per giorni. Sono certo che tornerà pr..." Mason guardò di fronte a sè sorridendo.

"Eccolo, Mar."

Mi girai velocemente e lo vidi diverso dal solito. Vestito completamente di nero, cappuccio della felpa alzato e occhiaie profonde.

"Ethan dove cavolo eri finito?" Chiesi, ma invece di rispondermi mi passò davanti come se fossi un fantasma.

Andò a prendere una birra e se la scolò in pochi minuti, dopodiché ne prese un'altra.

"Amico che succede?" Chiese Mason.

Rimase ancora un po' in silenzio, dopodiché parlò. Le sue parole furono come delle lame.

"Mia madre è morta." Riuscì a pronunciarlo in modo freddo, quasi menefreghista.

Io rimasi pietrificata, sentii gli occhi riempirsi di lacrime... Roxana. Non poteva essere vero...

"Et..." - mi bloccò.

"Non voglio le vostre parole di conforto, non voglio sentire nessuno." Si andò a chiudere nella sua vecchia stanza.

Era tornato ma era come se non ci fosse.

"Tornerà lo stronzo di sempre..." sussurrai.

"Dagli tempo e spazio Margot. Tu puoi capirlo meglio di chiunque altro." Mi disse Julia.

Attesi qualche ora al piano di sotto con i ragazzi, dopodiché mi decisi a bussare alla sua porta. Non riuscivo a fare finta che non ci fosse.

Lui c'era e aveva bisogno di qualcuno.

Non ricevetti alcuna risposta e decisi di entrare. Lo vidi disteso sul letto, stava dormendo.

Mi chiesi quante ore di sonno aveva in corpo, probabilmente 0.

Mi distesi accanto a lui e gli circondai la vita con un braccio. Lo vidi muoversi e dopo qualche minuto parlò con voce assonnata.

"Ero passato da casa prima ma non c'eri."

"Già... Tu non ci sei stato per tre giorni." Puntualizzai.

"Margot..."- non lo feci finire.

"No Et, non ti voglio andare contro. Hai la tua motivazione che è più che valida, solo... Perché non hai voluto condividere tutto ciò con me?"

Si girò e mi guardò.

"Non lo so Mar... Io... Non ce la faccio." Disse semplicemente, distrutto.

Rimasi in silenzio ad abbracciarlo, lo strinsi forte a me sperando di prendermi tutto il suo dolore.

"Sarà difficile, ma più i giorni passano e più ti abituerai alla sua assenza... Rimarrà solo un bel ricordo, il dolore non ci sarà più." Gli dissi.

Lui inspirò forte e rimase in silenzio.

"Stasera ho una gara." Disse dopo un po'.

"Ah... Sei tornato qui per questo?" Chiesi insicura.

Magari non gli importava di me e voleva solamente correre e sfogarsi.

"Anche per questo, ma sono tornato per te piccola. Non potevo lasciarti da sola e, anche volendo, non riesco a starti lontano."

"Vuoi stare ancora un po' qui?" Chiesi poi.

"Penso di sì, non ci stavo da molto. In realtà vorrei dormire." Mi disse sincero.

"Ok, lo capisco... Ti lascio un po' da solo." Gli lasciai un bacio sulla guancia e uscii velocemente.

Forse c'ero rimasta un po' male ma stava attraversando un momento difficile, avrei dovuto comprenderlo.

Scesi giù e vidi Sasha.

"Come sta Ethan? Deve essere difficile perdere un genitore..."

"Come lo sai?" Chiesi istintivamente.

"Oh ehm... I ragazzi me l'hanno detto." Rise, nascondeva qualcosa ma poco mi importava.

Passai avanti e andai da Julia. Il pomeriggio passò velocemente tra chiacchiere e pensieri.

"Mh mh." Ecco Ethan, dopo circa 4 ore.

Prese una birra e dopodiché comunicò agli altri di avere una gara, così tutti quanti si avviarono verso l'uscita. Questo genere di gare qui piacevano davvero a tutti quanti.

"Non mangi niente?" Gli chiesi affiancandolo.

"No." Disse freddo.

Ed ecco un altro sbalzo d'umore... Sarebbe stato davvero difficile con lui in questo stato.

Notai degli sguardi tra lui e Sasha ma forse erano solo paranoie le mie, così evitai di darci troppo peso.

Arrivammo presto al luogo di incontro ed Ethan scomparve senza dirmi nulla.

Che fatica.

Lo intravidi tra la gente, stava parlando con quel Michael che non mi era mai piaciuto. Sembrava una discussione abbastanza accesa, dopo qualche minuto vidi che si strinsero la mano.

Cosa stavano combinando?
Avevo un brutto presentimento.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora