Cap. 31

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"Posso trascinarti dentro la mia oscurità, posso darti tutto il freddo che c'ho in testa.
Se vuoi la calma l'avrai,
sennò sarà tempesta."

Ero già a scuola con i ragazzi e le ragazze, mancava Ethan ovviamente. Nessuno aveva idea di dove fosse, neanch'io visto che non è tornato più a casa stanotte.

La campana suonò e mi diressi verso la mia classe con Katie, mentre vidi uscire dal bagno delle ragazze Sasha che si sistemava la sua solita minigonna. Che troia, se li fa tutti uno dopo l'altro, povero il ragazzo che le sarà capitato stavolta.

I miei pensieri furono tutti accartocciati, quando dal bagno uscì Ethan sistemandosi i capelli scompigliati.

Credo che il mio cuore abbia smesso di battere.

Katie stava ancora parlando, ma le mie orecchie si rifiutavano di sentire. Era tutto un eterno silenzio, persone che passavano e ripassavano, fischi, urla, ma io non sentivo assolutamente niente. Il tempo si era fermato.

Ethan alzò velocemente lo sguardo e quando mi trovò li davanti, sbiancò di colpo. Si pietrificò sul posto, e il suo sguardo era un misto di odio e pentimento.

"Ooh, Margot ma ci sei?" Disse Kat scuotendomi.

"Cosa? Ch-che dicevi?" Dissi ancora imbambolata.

Katie guardò me, e spostò lo sguardo per vedere cosa stessi fissando, o meglio chi.

"Emh, è tardi Margot. Dobbiamo andare" disse con calma, forse sospettava già qualcosa.

Ripresi a camminare insieme a Kat, mentre sentì la voce di Ethan chiamarmi da lontano, ma lo ignorai ed entrai in classe.

Kat non disse più niente, forse aveva paura di una mia reazione, o forse uscite da scuola mi avrebbe riempita di domande.

"Ragazzi, ricordatevi che tra due giorni si parte. Preparate le valige e non fate esasperare i professori che vi accompagneranno." Disse il prof, concludendo così la lezione.

"Margot, che fai oggi?" Dissero le ragazze appena uscite da scuola.

"Non ne ho idea a dire il vero."

"Stiamo insieme?" Propose Maya.

Annuimmo tutte quante e passai un po' di tempo con loro, poi sarei dovuta andare a lavoro.

"Quindi Margot, va tutto bene?" Chiese Julia.

"Sì, direi tutto benissimo." Dissi, fingendomi tranquilla.

"Kat ci ha detto degli scambi di sguardi tra te e Morris. Sicura che vada tutto a posto?" Insistette Julia.

"Ragazze, per il momento non posso parlarvene. Avete capito che sta succedendo qualcosa, ma non posso aggiungere altro. Sono ancora confusa su tutto quanto." Dissi sincera.

Loro mi guardarono con gli occhi pieni di speranza.

"Tifiamo tutti per voi, sappilo." Annunciò Kat felice.

Si era già fatto tardi, perciò scappai al lavoro.

"Zoey, se qualcuno dovesse chiederti qualcosa, per favore di' che sono venuta a stare a casa tua." Dissi io, pregando Zoey.

"Mar, che stai combinando?" Mi chiese dubbiosa.

"Niente, ma tu coprimi ti pregooo" la supplicai diverse volte, alla fine cedette e io l'abbracciai forte, ringraziandola.

Il tempo volò e per fortuna finì presto il mio turno. Tornai a casa, consapevole che probabilmente Ethan fosse uscito.

Infatti era così.

Avremmo mai trovato un equilibrio? Dopo la tempesta deve esserci sempre un momento di quiete, almeno spero.

Mi preparai da mangiare e, per stupidità o per sentirmi meno sola, preparai la cena anche a lui. Era tutto così silenzioso, mi sentivo sola e, senza accorgermene, mi scese una lacrima mentre portavo la forchetta alla bocca.

Andai nella nostra stanza e velocemente indossai una sua felpa. Avevo un bisogno costante di sentirlo vicino a me, di sentire il suo odore, di sentirlo mio.

Mi posizionai a letto e, senza volerlo, altre lacrime continuarono a scendermi. Mi ero ripromessa di non piangere, e ora mi trovavo qui a piangere per un coglione del genere.

"Margot, sei a casa?" Sentì chiudere la porta, ed Ethan mi stava cercando.

I suoi passi si fecero sempre più vicini, e odiavo farmi vedere in quello stato.

"Dio, bambina che ti è successo?" Chiese lui allarmato, vedendomi piangere mentre stringevo la sua felpa.

Volevo urlare, volevo stare da sola e volevo stare con lui per sempre. Mi sentivo strana, più strana del solito.

"Margot, ti prego parlami. Se la causa di tutto ciò sono io, scusami. Non succederà mai più, non mi vedrai più uscire dal bagno delle ragazze, non mi vedrai più con nessun'altra ragazza, e non mi vedrai mai più nello stato di ieri notte. Ti prego, scusa." Disse mille cose, che probabilmente l'unica parola che riuscì a capire fu 'scusa'.

"Et-Ethan, cos-cosa siamo n-noi?" Chiesi a bassa voce, singhiozzando.

Odiavo farmi vedere così sensibile ai suoi occhi, odiavo farmi vedere in questo stato. Lo odiavo!!

"Margot, sono cose nuove per me. Devi darmi tempo, ma prometto che non ti farò stare mai più così male. Se vuoi dirlo ai ragazzi, allora va bene, diglielo. Fai come vuoi, non mi interessa. Voglio solo farti stare bene."

Mi sentivo così stupida in quel momento. Non avrei detto niente ai ragazzi, se lui non era ancora pronto per fare questo passo, l'avrei rispettato.

"Litighiamo sempre per cazzate, dobbiamo smetterla." Dissi io, all'improvviso.

"Ehi, che gusto ci sarebbe ad essere come tutti gli altri? Monotoni e sempre felici? Questi siamo noi piccola, ci facciamo del male e subito dopo facciamo pace." Rispose sorridendo, con un pizzico di ironia.

"Ti odio Ethan, sappilo." Dissi mettendo il broncio, mentre lui mi attirò a sè.

"Ho visto il cibo sul tavolo, ti prego va' a mangiare Margot." Mi supplicò.

"Ormai si sarà freddato tutto."

"Non ha importanza, hai bisogno di mangiare qualcosa." Disse, sperando che l'ascoltassi.

Questo nuovo Ethan che si preoccupa per me iniziava a piacermi.
Ma se ti piace tutto di lui.

"Va bene, andiamo. Avevo preparato del cibo anche per te."

Lo trascinai in cucina e mangiammo insieme.

"Domani prepariamo le valige." Annunciai io felice.

"Già. Mi mancherà la nostra casetta, anche se per poco."

Passammo la serata a giocare alla play. Ogni tanto vincevo io, ogni tanto lui, alcune volte baravo e lui faceva il finto arrabbiato.
Mi addormentai senza capirne nulla, ero talmente stanca.

Sentì solo Ethan prendermi in braccio e portarmi a letto, dopodichè sussurrò "Notte piccola." Mi lasciò un bacio sulla fronte e caddi in un sonno profondo.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora