Cap. 22

3.8K 203 15
                                    

Mi svegliai e c'era Ethan addosso a me che dormiva come un ghiro. Guardai l'orario ed erano le 9:00, oggi avevamo scuola. MERDA.

"Et" lo strattonai un po', ma nulla.

"Ethan, per favore. È tardissimo!" Ancora nulla.

Passai al piano B... Levargli tutte le coperte e aprire le finestre.

"Cazzo fai Margot" disse coprendosi subito dalla luce del mattino.

"Cazzo fai tu! Non mi hai svegliata ed è tardissimo, oggi abbiamo scuola. Non so te, ma io volevo andarci! Ho già problemi col prof." Risposi scocciata.

"Sono già stato bocciato un anno, me la prendo comoda." Disse ancora assonnato.

"No Ethan, andiamo. Magari ci fanno entrare per la seconda ora." Dissi tirando Ethan per il braccio, ma non si mosse completamente.

"Considerando che la casa di mio padre è abbastanza lontana da scuola, non ce la faremo mai. Ora dormi un altro po', buonanotte." Rispose tirandosi di nuovo le coperte e tornando a dormire.

"Ok, vado a casa." Dissi decisa, sperando di farlo alzare, ma ancora niente.

Misi la giacca e la chiusi, presi la borsa e le chiavi della macchina, stavo per dirigermi alla porta, ma Ethan spuntò in un batter d'occhio e si mise davanti.

"Perchè devi rovinare sempre tutto? Stavamo dormendo tranquillamente, sei proprio una lagna." Si lamentò, portandosi i capelli scombinati indietro con una mano.

"Ethan, non voglio fare assenze inutili." Dissi decisa.

Lui si avvicinò al mio viso e sfoggiò il suo solito sorrisetto antipatico, infine disse:
"Non credo che stare con me sia inutile. Ora io torno a dormire, e tu resti qui con me. Appena mi sveglierò andremo a fare un bel giro. Buonanotte mia dolce Margot." Disse credendosi spiritoso, mentre io scesi a prepararmi la colazione.

Per fortuna Jasmine e il signor Morris erano a lavoro, sarebbe stato tutto molto imbarazzante, come sempre.

Dopo un paio di minuti andai in salotto e accesi la tv, guardai un film qualsiasi e dopo circa 2 ore Ethan ancora non si svegliava. Decisi di salire in camera a chiamarlo.

Mentre stavo aprendo la porta mi squillò il cellulare e risposi subito, sperando di non aver svegliato Ethan. La chiamata era di Julia.

"Tu ed Ethan siete morti per caso?" Urlò dall'altra parte del telefomo.

"Beh dillo a lui. Io volevo venire, ma lui ha insistito per stare a casa." Risposi sbuffando.

"Quindi avete dormito insiemeee? Avete fatto qualcosa?!?!" Disse urlando di più, felicissima.

"Sh, non urlare Julia. Abbiamo solo dormito, non farti strane idee."

"Uffa, va bene. Torno in classe, a dopo tesoro."

Attaccai ed entrai in camera, trovando Ethan sveglio.

"Ei, ti sei svegliato finalmente. In cucina hai la colazione pronta." Dissi fissandolo negli occhi.

Mi fissò sorridendo, e capì che quel sorriso non prometteva niente di buono.

"Et, mi fai quasi paura..."

Lui in un batter d'occhio si alzò e mi prese in spalla tipo sacco di patate.

"Tu sei pazzoo!! Ethan, fammi scendere. ETHAAAN"

Continuava a correre per tutta la casa con me di sopra, come se fossi una semplice piuma. Finalmente mi posò sul divano e andò dritto in cucina, ridendo.

"Mi spieghi che ti prende? Tutta questa euforia dovuta a che cosa?" Chiesi io.

"Boh, sono felice di averti." A quelle parole probabilmente il mio cuore si fermò per un secondo e poi riprese a battere più veloce di prima.

"Beh, in verità non ti appartengo." Dissi per contrastarlo, alzandomi dal divano raggiungendolo.

Si girò deciso verso di me e si avvicinò sempre di più, mentre io mi attaccai alla parete.

"Oh fidati Margot, mi appartieni più di quanto pensi."

"Ricordati che c'è Tyler, lui è davvero dolce." Forse un po' volevo provocarlo.

Mi prese il viso tra le mani e disse:
"Potrà essere dolce ma non sarà mai come me."

Eravamo ad un millesimo di distanza, forse si aspettava che lo baciassi.

"Emh... Fai colazione e poi usciamo, si è fatto davvero tardi." Dissi per togliermi quella situazione di dosso. Lui fece il suo solito ghigno strafottente, dopodiché si diresse in cucina.

Indossava solo un paio di pantaloncini, in pieno inverno lui stava solo con dei miseri pantaloncini.

"Potresti mettere qualcosa addosso quando hai ospiti in casa." Dissi senza pensare, anche se quella visione non mi dispiaceva.

"Sei incredibile. Qualsiasi ragazza pagherebbe per vedermi così, tu sei l'unica che si lamenta vedendo questo gran figo." Rispose ridendo, mentre io sbuffai.

"Mi vado a preparare, tra poco torno e andiamo." Annunciò lui, mentre io mi misi a lavare i piatti. Non volevo lasciare cose fuori posto a casa di sua padre.

Dopo un paio di minuti mi sentì prendere i fianchi e stringere forte, sentì quel profumo e mi bastò per attribuirlo ad un unica persona.

"Sono pronto piccola". Disse con voce roca, baciandomi la guancia. Probabilmente ero diventata rossa come un peperone.

Mi asciugai le mani e presi la giacca.

"Dove mi porti?" Chiesi curiosa.

"Vedrai." Rispose facendomi infine l'occhiolino.

Il capitolo continuerà in quello seguente, perchè tutto insieme era troppo lungo. Ciao ragazzi😘

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora