Cap. 8

4K 192 3
                                    

Mi svegliai e provai ad alzarmi, ma c'era ancora Ethan attaccato a me.

Restai a guardarlo per qualche minuto.

Era ancora più bello mentre dormiva, aveva i capelli tutti scompigliati, la fronte corrugata, e le labbra leggermente socchiuse. Le braccia attorno al mio corpo, una gamba intrecciata alla mia.

Tutto ciò sarebbe stato perfetto se fossimo stati fidanzati, ma non sarebbe successo mai.

Non starei mai con uno come lui, soprattutto con uno con cui litigo ogni 5 secondi.

Delicatamente spostai le sue braccia e la sua gamba, e mi alzai. Lui si svegliò di scatto, come se avesse sentito la mancanza di qualcosa o qualcuno.

"Buongiorno" disse con voce impastata.

"Giorno, Et." Risposi io.

Si alzò e stava per uscire dalla stanza, ma istintivamente lo fermai.

"Dove vai?" Chiesi.

"A casa mia a cambiarmi, poi a fumarmi una sigaretta." Rispose stropicciandosi ancora gli occhi, sembrava un tenero bambino piccolo.

"Posso venire?" Chiesi annoiata di stare dentro.

Perchè la mia voce parla senza pensare? Non voglio stare con lui.

"Se proprio insisti." Rispose scocciato.

Alla faccia del bambino piccolo; oggi si era alzato col piede sbagliato, perfetto.

Lasciammo gli altri dormire, mentre noi andammo da lui.

"Tu resta qua, faccio subito." Disse lui.

Dimenticavo che non facesse entrare nessuno in camera sua.

Dopo un paio di minuti tornò giù.

"Possiamo andare" disse freddamente, mi stava irritando.

"Perchè non lasci entrare nessuno nella tua stanza?" Chiesi, senza accorgermene.

"Mi dà semplicemente fastidio che chiunque possa metterci piede. Non porterei mai tutte le ragazze che mi faccio, nella mia stanza. Loro sono insignificanti, se mai qualcuno vedrà la mia stanza, sarà qualcuno di veramente importante. Dovrà sentirsi quasi onorato." Disse ridendo.

Era davvero strano, e più era strano, più mi intrigava. Ma non poteva essere così.

"Dove andiamo ora?" Domandai, curiosa di sapere la prossima meta.

"Oh, tu ora andrai dritta a scuola. Non sarò io la causa delle tue assenze e dei tuoi scarsi punteggi." Disse ghignando.

"No, dai. E tu che farai?" Risposi sbuffando, non volevo andare a scuola.

"Io mi fumo una sigaretta, e poi vado a sbrigare delle cose." Disse semplicemente.

"Almeno dammi una sigaretta."

"Ovvio che no." Disse, alzando gli occhi al cielo.

"E perchè mai? A te che importa?" Chiesi stuzzicandolo un po'.

Notai che cambiò rapidamente espressione, e divenne più freddo di prima.

"Assolutamente niente. Tieni la tua sigaretta, ora vai a lezione." Così dicendo, andò via senza neanche salutarmi.

Forse non mi sarei mai del tutto abituata ai suoi sbalzi d'umore improvvisi.

Accesi la sigaretta e mi rilassai un po'.

Dopodichè entrai in aula, mi misi in fondo e parlai un po' con Kat.

Di pomeriggio rimasi con le ragazze, a casa a parlare del più e del meno.

"Margot, raccontaci che avete fatto ieri sera" disse Julia, urlando.

Raccontai tutto per filo e per segno, mentre loro annuivano e sorridevano.

"È troppo carino." Disse Julia.

"Sì, ma non fidarti molto di lui." Disse Kat.

"Che avete contro di lui? Gabe mi ha detto la stessa cosa." Diddi alzando le mani in aria, non capendo.

"Beh, è 'pericoloso'. Insomma, quando corre gioca sporco. Non sa vincere onestamente." Si intromise Maya.

"Tu come fai a saperlo?"

"Beh... Ecco, alcuni nostri amici corrono." Rispose, come se avesse qualcosa da nascondere.

"Oh, qualche giorno dobbiamo andarci allora." Comunicai felicissima.

"Attenta Margot, ripeto che è pericoloso." Ripeté di nuovo Kat.

"Si ok, ho capito Katie, sta' tranquilla!" Dissi scocciata.

Passammo il resto della serata a parlare, scherzare e giocare.

Dopo un po' arrivarono Mason e Gabe.

"Dov'è Ethan?" Chiesi istintivamente.

"Forse con Sasha, o a co..." - Gabe si bloccó dal nulla e Kat proseguì la sua frase.

"Sicuramente con Sasha." Disse, severamente, come se stesse rimproverando Gabe.

Nascondevano qualcosa, e l'avrei presto scoperta.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora