Cap. 43

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ETHAN

Mi svegliai colpito dai raggi del sole, oggi c'era una bella giornata.

Mi girai a cercare Margot e la trovai proprio accanto a me, ancora dormiva.

Ricordai ciò che successe qualche ora prima e sorrisi. Mi faceva stare così bene, era tutto così nuovo per me ma con lei al mio fianco avrei potuto farci l'abitudine.

Ero stato un coglione a iniziare tutto ciò per gioco, ma ora non si trattava più di un gioco. Ora non era assolutamente un gioco.

La osservai dormire, era fin troppo bella per essere vera. E io non meritavo lei nella mia vita, ma non potevo farne a meno ormai.

"Smettila di fissarmi." Parlò dal nulla facendomi ridere.

"Sei la mia ragazza, ti fisso quanto voglio!" Mi lamentai scherzando.

"Ho un mal di testa tremendo." Affermò poi emettendo un suono di dolore.

"Eh ci credo, ieri sera non smettevi più di bere." Alzai gli occhi al cielo.

Non l'avevo mai vista bere così tanto di sua spontanea volontà, non mi spiegavo il suo comportamento.

"Giusto, ieri sera..." La vidi fermarsi a pensare.

"Tutto bene?"

"Ehm sì... Dovrei andare a scuola adesso." Si alzò di scatto e si diresse in cucina.

"Ti accompagno e poi vado da mia madre."

"Et, stai saltando troppi giorni di scuola..." Quasi mi rimproverò.

"Si tratta di mia madre, Mar."

"Ci stiamo per diplomare, ti prego solo di pensare a questa cosa."

Dopo vari minuti entrammo in macchina e accesi la radio. Era parecchio silenziosa oggi, chissà cosa le passava per la testa.

"Et dovrei... Dirti una cosa..." Disse dal nulla quasi tremando.

Avrei voluto ascoltarla ma era davvero troppo tardi.

"Più tardi piccola, è già tardi." La baciai e silenziosamente scese dalla macchina.

Mi diressi in ospedale e, come ogni giorno, osservai mia madre stare male. Ero a pezzi, mi sentivo impotente e lo ero veramente. Non potevo fare nulla per farla stare meglio, non potevo fare nulla per farla guarire, ma sapevo di essere tutta quanta la sua vita e le sarei stato al fianco fino all'ultimo respiro.

Mesi fa non avrei mai fatto pensieri del genere, ma a quanto pare l'amore rende fin troppo vulnerabili è proprio vero.

L'amore... Già. E chi ci credeva, quasi mi veniva da ridere a pensarci, eppure adesso non vorrei mai vedere Margot con qualcun altro che non sia io.

"Tesoro" Sussurrò mia madre.

"Sì, dimmi"

"Puoi versarmi un po' d'acqua nel bicchiere?"

Mi alzai e feci come mi chiese.

"Ci tieni parecchio a Margot, vero?" Chiese poi.

"A quanto pare..."

"Come vi siete conosciuti? Raccontami."

"Diciamo che è nato da una scommessa, cose tra amici..."

Così le raccontai tutta la storia avendo paura del suo giudizio.

"Pensi che mi perdonerebbe se mai lo venisse a sapere?"

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora