"Eeeet, andiamo andiamoo. È già tardissimo!!" Urlai felicissima, oggi saremmo dovuti partire.
"Piccola calmati, siamo in anticipo di 20 minuti." Disse lui, ridendo.
Ci eravamo alzati presto per colpa mia, ero troppo entusiasta e non potevo aspettare un minuto di più.
"Dobbiamo fare presto lo stesso!" Gli risposi io, come se avessi ragione.
Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, dopodichè prese le valige e andammo.
"Vedi non c'è ancora nessuno, oltre noi." Disse lamentandosi, appena arrivammo all'aeroporto.
"Gli altri stanno arrivando, ho appena sentito Julia."
Dopo un paio di minuti arrivarono tutti gli alunni delle classi.
"Ok ragazzi, è ora di metterci ai posti. Il nostro aereo è qui." Annunciò il prof dell'altra quinta.
Ci incamminammo verso i nostri posti. Ovviamente io ero con le ragazze, mentre Ethan è andato dai ragazzi appena sono arrivati.
"Ma tu ed Ethan vivete per caso insieme?" Chiese Maya, un po' ironicamente.
"Cosa? Perchè mai?" Risposi leggermente agitata.
"Beh, arrivate sempre insieme per qualsiasi cosa. Dove va uno, va l'altro. Poi, Et non passa neanche più dai ragazzi. Siete proprio in un altro mondo"
"Ma sarà pura coincidenza, fidati che uno come lui non potrei reggerlo in casa. Ora sediamoci, se non vogliamo cadere." Non mi piaceva per niente mentire alle mie amiche, ma avrei detto la verità solo quando Ethan sarebbe stato pronto.
"Buon viaggio piccola, cerca di dormire un po'. Ti sei svegliata prestissimo oggi. Io sono accanto ai ragazzi e dormirò sicuramente anch'io, non mi ero mai alzato così presto" mi arrivò un messaggio da Ethan, prima che spegnessi il telefono.
"Non fare il lagnone. Buon viaggio e buona dormita 'piccolo'<3" risposi facendogli la ripassata per il nomignolo. Dopodichè spensi il telefono e partimmo.
* * *
"Il letto singolo è miooo" urlò Maya."L'altro è miooo" urlò subito dopo Kat.
"Peggio delle bambine" rise Julia.
Sistemammo le valige e dopodichè andammo alla holl.
"Ragazzi, ora andiamo a visitare un po' la città. Dopo sarete liberi per qualche ora e infine di sera tutti nelle stanze, senza fare scappatelle!"
Annunciò il prof, ma tutti sapevamo che stasera nessuno sarebbe rimasto nella propria stanza.Visitammo diversi posti ed eravamo tutti quanti stanchi, la cosa più brutta è che ci avevano divisi in classi, perciò eravamo solo io e Kat.
"Ragazzi avete un ora libera, mi raccomando non tardate a tornare."
"Che si fa?" Chiesi a Kat.
"Vediamo dove sono i ragazzi, ora li chiamo." Disse lei, mentre prendeva il telefono.
Dal nulla spuntò Ethan davanti a me e mi prese per i fianchi.
"Vieni con me." Mi sussurrò all'orecchio.
"Kat, ci vediamo tra un'ora" dissi a lei facendole intendere che sarei stata con Ethan.
"Ma come? Mi abbandoni così?" Rispose lei sbuffando.
"Gli altri staranno arrivando, ci si vede." Le disse Et, facendole l'occhiolino e ridendo. Camminavamo, mentre ancora mi cingeva la vita.
Appena fummo abbastanza lontani da Kat, si infilò in un vicolo e mi trascinò dentro. Non ebbi neanche il tempo di parlare, che mi ritrovai le sue labbra sulle mie, bisognose più che mai.
"E questo a cosa è dovuto?" Dissi appena ci staccammo per riprendere fiato.
"Non ti vedo da stamattina, avevo bisogno della mia ricarica personale."
"Che stupido che sei" risposi ridendo e alzando gli occhi al cielo.
Tornammo a baciarci e dopo qualche minuto uscimmo dal vicolo e girammo per i negozi. Amavo la Spagna, sarei potuta rimanere lì.
Mentre camminavamo, ci scattammo diverse foto. Forse ci stavamo facendo prendere la mano da tutte queste foto, ma con lui accanto erano dei momenti splendidi da ricordare.
"Amore, compriamo questa lavagnetta da appendere in cucina come promemoria??" Chiesi con tono da bambina, tanto entusiasta che non mi accorsi di come l'avessi chiamato.
Lui si bloccò e mi guardò lanciandomi occhiate furbe.
"Come mi hai chiamato?" Mi chiese facendo finta di non aver capito.
"Sc-scusa... volevo dire Et-" feci per continuare, ma mi bloccò baciandomi.
"'Amore' mi sta benissimo. Suona strano, ma detto da te fa effetto." Sorrisi alla sua risposta, dopodichè entrò nel negozio e comprò la lavagnetta.
Tornammo dagli altri e chiesero ad Ethan cosa avesse comprato.
"Oh, niente... mio padre mi aveva chiesto di prendergli una cosa." Inventò una scusa, e ci rimasi male. Come sempre d'altronde.
Lui se ne accorse e mi guardò mimando un 'scusa' con le labbra.
Andammo all'hotel e dopo aver mangiato, tornammo in stanza. Mi cambiai, e misi le mie amate ciabatte. Ero stanchissima, perciò mi buttai a peso morto sul letto.
"Mar, noi stiamo andando dai ragazzi. Te che fai?" Mi chiese Julia.
"Tra poco arrivo" risposi con la testa sotto al cuscino.
Dopo diversi minuti, aprì la porta della stanza per andare dagli altri che si trovavano alla fine del corridoio.
Mentre camminavo in punta di piedi, al buio, mi sentì tirare dal braccio e andai a sbattere contro il corpo di qualcuno.
"Prima o poi glielo diremo, te lo prometto." Era Ethan.
Io mi limitai ad annuire, e dopodichè mi baciò con passione.
"Però devi smetterla di prendermi il braccio improvvisamente, mi farai venire un infarto prima o poi!! Dissi lamentandomi, sussurrando.
Lui rise e dopodichè andammo dai ragazzi.
La serata passò in tranquillità. Nessun prof ci venne a disturbare e giocammo in diversi modi. Eravamo una comitiva perfetta, non potevo chiedere di meglio.
Ci addormentammo circa alle 4 di mattina, senza capirne nulla. Io ero nel letto di Ethan, e lo sentì mettersi sotto le coperte, e coprirmi insieme a lui. Dopodichè mi addormentai, anche se tra circa due ore ci saremmo dovuti alzare tutti.
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...