Mi svegliai con un raffreddore assurdo, non potevo nemmeno parlare o respirare.
"Ragazze, sto male. Penso di stare a casa oggi."
"Che sei esagerata, un po' di raffreddoree." Rispose Maya.
"Ma se sto per morire, non vado da nessuna parte." Dissi lamentandomi come una bambina.
"Che palle che sei." Sbuffò e andò via con Kat.
"Ti faccio un thè caldo, poi andiamo insieme a scuola. Okay?" Propose Julia dolcemente.
"Uffa, va bene." Mi arresi, presi il thè fatto da Julia e infine andammo a scuola.
"Ragazzi ho la comunicazione ufficiale del viaggio." Disse il prof, non prendevamo l'argomento da almeno due settimane ormai.
Tutti si misero sull'attenti, e il prof continuò a parlare.
"Il viaggio è stato programmato in Spagna, tra qualche settimana. Le classi che verranno con noi sono 4B, 4C e 5B, che verranno informati a breve."
Vari mormorii si fecero spazio all'interno dell'aula, Kat era felicissima perchè saremmo partiti con gli altri. Mentre io volevo solo scomparire, non volevo partire con Ethan. Non volevo partire con quelle due troiette, non volevo partire e basta.
"Qualcuno deve portare questo foglio al professor Wood" - si bloccò un attimo a fissare gli alunni che si proponevano per andare, dopodichè disse - "Margot, visto che oggi sei così silenziosa, vai tu. Senza discuterne, alzati e vai a consegnare il foglio."
"Che dovrei dire a questo professore?" Dissi sbuffando.
"Deve leggerlo alla classe, dopodichè deve firmarlo. Dovrebbe essere in 5B, fai presto."
Non ci credo. Il mondo ce l'ha con me. Perchè la 5B?! Uccidetemii.
Presi il foglio e uscì seccata dalla classe. Camminai lentamente, non avevo voglia di andare in quella classe, assolutamente.
Bussai e aprì quella dannatissima porta.
"Salve prof, sono della 5A. Deve leggere questo foglio alla classe, ed infine mettere una firma."
Appena Maya e Julia mi videro, mi sorrisero. Gabe fece lo stesso, mentre non mi girai minimamente a fissare Ethan.
Il prof disse alla classe il giorno della partenza, il luogo, le classi e tutto quanto. Erano tutti felici, si sentì un urlo generale, e vari mormorii.
Involontariamente mi girai a fissare Ethan, il quale mi stava già fissando. Aveva lo sguardo fisso sul mio corpo, quando ad un tratto i suoi occhi si spostarono sui miei e sfoggiò un suo sorriso beffardo.
Cosa volesse significare? Non ne ho idea.
Salutai il prof e la classe, ed uscì velocemente da quell'inferno.
Le ore passarono in fretta e mi diressi a casa.
"Che bello, partiremo tutti insiemee." Le ragazze esultavano insieme ai ragazzi. Mentre io ed Ethan eravamo in silenzio.
"Voi due la smettete? Ok, siete andati a letto insieme, ma eravate entrambi ubriachi. Mi spiegate quale sia il problema?" Parlò Maya, stanca di questa situazione.
"Lui mi ha dato della puttana." Dissi acida. - parlammo quasi in contemporanea - "Lei è stata nella mia stanza." Ribattè lui freddo come il ghiaccio.
"Siete due bambini. DUE BAMBINI." Dissero tutti quanti, probabilmente ci stavano odiando.
"Sono stata nella tua stanza, e quindi?! Spiegami dove cazzo sta il problema. Io non lo capisco, seriamente. Non vuoi che nessuno ci entri, ma quando avevi saputo di Madison non ti eri posto tutti questi problemi. Non le avevi dato della puttana, e non l'avevi condannata a morte per essere stata nella tua stanza." - mi fermai un secondo, per riprendere fiato - "Sono stata nella tua stanza, e quindi?!" Ripetei urlando, esausta.
Erano tutti in silenzio, probabilmente senza parole sentendo la mia rabbia. Lui aveva lo sguardo basso, la mascella serrata, i pugni chiusi.
Non disse nulla, assolutamente nulla. Prese la sua giacca di pelle, afferrò le chiavi della sua moto, e andò via. Mi passò davanti, lasciando la sua solita scia di Calvin Klein One, sbattè la porta violentemente, e andò via.
Il suo silenzio fu peggio di qualsiasi altra parola.
I ragazzi mi stavano guardando, mi sentivo parecchio osservata, e mi stava dando fastidio.
"Mar" - parlò Kat, ma la bloccai subito.
"Mi dispia" - tentò di parlare Mason, ma bloccai subito anche lui.
"Non importa, tanto è tutto tempo perso con lui. È tempo perso anche solo provare a parlargli." Risposi sconfitta, infine salutai gli altri e andai a fare una passeggiata.
• • •
"Boo" spuntò Tyler davanti a me, fallendo nel tentativo di farmi spaventare.
"Che hai?" Disse vedendomi triste.
"Ho avuto una 'discussione' con Ethan, se così si può chiamare."
Lui scoppiò a ridere, probabilmente sapeva di me ed Ethan.
"Okay, prendimi anche in giro. So che sai tutto, mi sta bene così." Continuai ancora più seccata.
"No, ridevo perchè provare a discutere con Ethan è una battaglia persa fin da subito. Che dovrei sapere?" Disse curioso.
Ethan non gli aveva detto niente, davvero?Neanche le due vipere avevano parlato, come poteva essere successo?
"Niente di importante. Ci vediamo domani Ty." Tagliai corto e andai via.
Davanti casa c'era la moto di Ethan, perciò era tornato. Entrai in casa e c'erano tutti quanti che ridevano e scherzavano, come se non fosse mai successo nulla.
Andai in camera mia, probabilmente nessuno si accorse della mia presenza. Mi chiusi a chiave e mi misi a letto.
Forse ero io ad essere esagerata, ma come si faceva a ridere e scherzare dopo tutto quello che era successo oggi? Poi Ethan, come faceva lui? Era come se non fosse successo niente, e questo non lo sopportavo.
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...