"Margot, stasera c'è la gara. Tu stai con noi o no?" Mi chiese Katie, mentre aspettavamo i ragazzi al muretto della scuola.
"Certo che ci sto. Buongiorno Gabee" dissi andandolo ad abbracciare. Tra lui e Kat c'era in corso una sorta di fidanzamento, ma Kat non era assolutamente gelosa del rapporto che si era creato tra me e Gabe, per fortuna.
Salutai anche gli altri ragazzi e mi feci passare una sigaretta da Mason. Poco dopo fece il suo arrivo Ethan con una biondina di turno, perfetto direi.
Si misero accanto a me, la biondina seduta sul muretto, mentre lui alzato pronto a fotterla per bene.
Feci segno di vomito, Gabe e Julia mi videro e scoppiarono a ridere. Io non sapevo più come stare... Era questo il suo impegno di giorni prima? E io? Cosa ero per lui? Avevo bisogno di spiegazioni. O forse di una rinfrescata, perciò scesi dal muretto, presi la borsa e andai al bagno.
Mi sciacquai per bene il viso con acqua ghiacciata, alzai gli occhi e vidi il mio riflesso allo specchio. Forse mi stavo veramente innamorando di Ethan, ma non può essere. Non doveva accadere, no. Spaccherei qualsiasi cosa in questo momento.
Ad interrompere i miei pensieri e la mia voglia di spaccare il vetro fu proprio la puttanella di Ethan.
"Tesoro, ti sta cercando il professore. Sei abbastanza in ritardo" disse con voce strillante, mentre masticava una gomma.
La guardai sconcertata, camminai verso l'uscita del bagno e le diedi una gomitata di proposito.
"Ei, stai attenta. Questi vestiti costano, non vorrai mica chiedere soldi al tuo paparino?"
La mia famiglia non si tocca.
Calma Margot, lasciala stare.
La MIA famiglia non si tocca!"Senti bambola di porcellana attenta a ciò che dici perchè ti spacco la faccia." Questa ragazza fa veramente uscire il peggio di me, non mi sentivo così da parecchio tempo ormai.
"Oh, giusto. Tu il paparino non l'hai più... Che peccato tesoro, che vita tris" non la lasciai finire in tempo, perchè le diedi uno schiaffo in pieno viso.
Destino fu, proprio in quell'istante arrivò il professore.
"Signorina Cooper, la stavo cercando. Ma forse ora la cercherà la preside. DRITTA IN PRESIDENZA!!"
"Ma lei" - "Niente 'ma' signorina, in presidenza. ADESSO."
Sbuffai e mi diressi verso la presidenza, bussai e sentì dire un 'avanti', perciò entrai.
"Salve, lei è la signorina Cooper. È nuova da queste parti, a quanto vedo sul suo curriculum non ha un buon passato."
"Le assicuro che mi ha provocata" mi giustificai subito.
"Alle provocazioni, si può solo alzare le mani."
"È quello che ho fatto, signora Stevens" dissi ironicamente, sapendo ciò che volesse far intendere.
"Alzare le mani IN SEGNO DI RESA. Signorina Cooper le aspetta un pomeriggio di pulizie in palestra. Non sarà sola, non si preoccupi. In due è tutto più semplice."
"Arrivederla signora Stevens." Dissi chiudendo la porta.
Perfetto Margot, una punizione era davvero quello che ci voleva!
Tornai in classe e aspettai che finissero le lezioni. Raccontai tutto alle ragazze, dopodichè mi diressi subito in palestra. Prima finivo, meglio era.
Appena entrai andai nello sgabuzzino, dovevo almeno trovare qualcosa per pulire. Anche se non c'era un granchè da pulire, per me era splendida e brillante.
"Bella, tu sarai l'altra che ha fatto qualche cazzata come me. Senti, sbrigati a pulire così ce ne andiamo entrambi. Se poi hai voglia di fare altro, io sono a tua disposizione." Disse una voce ormai troppo familiare, proveniente dal centro della palestra.
Non posso crederci! Quando la preside ha detto "in due è tutto più semplice" non avrei mai pensato neanche lontanamente a lui.
Uscì in fretta e furia e andai verso di lui con gli oggetti per pulire. Glieli sbattei addosso e li lasciai nelle sue mani.
"La 'bella' qui presente per tua sfortuna sono io. Ora PULIREMO INSIEME, perchè io da sola non ho alcuna intenzione di far niente. Intesi Morris?!" Dissi con rabbia.
"Eiei, frena un poco. A cosa è dovuta tutta la tua rabbia?"
"Allora sei stupido. Mi dici che hai un impegno e mi lasci in asso, non ti fai sentire per giorni, ti presenti con una bambola di porcellana, che mi ha fatto finire in punizione, e mi chiedi anche a cosa sia dovuta la mia rabbia?!" Dissi urlando.
"La biondina ti ha fatto finire in punizione? Che c'è eri troppo gelosa e le hai mollato un pugno?" Disse ridendo.
"Sì, ti piacerebbe. Ora mettiamoci a lavoro." Dissi chiudendo la conversazione.
I minuti passavano in fretta, nessuno dei due aveva intenzione di parlare dopo la mia sfuriata. Forse avevo esagerato, forse no. Forse avrei anche dovuto stampargli un bel 5 in pieno viso.
"Io ho finito." Dissi andando verso lo sgabuzzino per posare le mie cose. Ero stanca e avevo bisogno di una doccia, immediatamente.
"Ho finito anch'io" disse una voce roca dietro di me.
"Ethan, mantieni le distanze grazie." Risposi cercando di non girarmi, per non incontrare il suo sguardo.
"Perchè devo fare sempre tutto io? Margot, potevi benissimo cercarmi anche tu. Non lo fai mai, e non sai quanto io mi stia sforzando per essere migliore, senza alcun motivo valido forse."
"Ethan ti prego, non farlo."
"Cosa non dovrei fare?" Disse facendo finta di niente. Mi girai e lo guardai dritto negli occhi.
"Questo. Quello che fai sempre, torni e fai i tuoi discorsi così carini che mi fanno salire i sensi di colpa. Sei colpevole tanto quanto me. Che tipo di impegno avevi? Era la biondina il tuo impegno?" Chiesi, sperando che mi dicesse di no.
"Margot, mi sono già aperto abbastanza. Ti prego dammi tempo. Era molto più della biondina, credimi."
Non credergli, per favore.
"Mi stai facendo perdere tempo. Stasera c'è la gara."
"Tu stai perdendo tempo? La gara devo farla io, dovrei essere io a dire certe cose. Ma sai che me ne frega del tempo? Assolutamente niente." - mi prese il viso tra le mani e continuò a parlare - "credimi Margot, ti prego. In questo momento conti solo tu. Sai quanto io ci tenga alle corse, alla mia moto, ma in questo momento potrei perdermi qualsiasi cosa. Potrei perdere tutto, ma non te."
"Cosa vuoi da me Ethan?" Dissi guardandolo negli occhi.
Si fermò per qualche istante dopodichè disse:
"Non lo so"Mi scese una lacrima. Mentre lui si avvicinò cercando le mie labbra, ma non glielo permisi. Non stavolta.
"Stiamo perdendo tempo entrambi. Buona fortuna per la corsa, a stasera.
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...