"Come sta?" Chiese Ethan all'infermiera, con gli occhi lucidi.
L'avevano chiamato d'urgenza dicendo che la Signora Roxana si era sentita male.
"Signor Morris senta.." Ethan non la fece finire di parlare.
"Oh smettila con queste cazzate della formalità, sai bene come mi chiamo. E sai che voglio che vai dritta al punto, adesso."
Ethan conosceva molti dottori in quell'ospedale, ma la cosa non mi sorprendeva.
"Ok, Ethan non sta bene. Non sta affatto bene."
"Quanto le rimane?" Chiese freddo.
A me vennero i brividi... Come faceva a parlarne con così tanta freddezza?!
"Non molto, non lo sappiamo con esattezza Ethan, potrebbe andarsene tra una settimana, potrebbe andarsene tra un mese..."
Ethan storse il naso infastidito, dopodiché si diresse verso l'uscita dell'ospedale.
Non aveva la situazione sottocontrollo e questo lo avrebbe fatto impazzire.
Rimasi in silenzio, seguendolo. Avevo imparato a conoscerlo per davvero pian piano ed ero consapevole che in questo momento aveva bisogno di silenzio. Silenzio e basta. Aveva bisogno di stare zitto e far viaggiare la mente, dar spazio ai suoi pensieri.
Se avessi parlato probabilmente avrebbe risposto in modo brusco e successivamente avremmo iniziato a litigare.
Entrammo in macchina e silenziosamente tornammo a casa.
"Mangiamo qui prima di rientrare in casa?" Parlò, accostando vicino a un fast food vicino casa.
"Sì, va bene." Mi limitai a dire.
Il tragitto era stato lungo, pesante e fin troppo silenzioso.
"Mi dispiace averti fatto saltare la scuola e il lavoro, Margot... Dovresti smetterla di venire sempre con me quando si tratta di mia mad..." - non lo feci finire.
"Non dirlo neanche per scherzo Ethan, non è un peso per me. Anzi, voglio starti il più possibile vicina."
Ethan sbuffò pesantemente. Forse ero io un peso per lui?
"A meno che il problema non sia io per te..." Ammisi, alzando un sopracciglio.
"Cosa? Certo che no, che dici!" Scattò sulla difesa.
Diceva di no, ma la sua espressione voleva dirmi tutt'altro. Mangiai in silenzio, dopodiché tornammo a casa.
"Ho una gara, vieni?" Mi chiese dal nulla.
"Co-come? Adesso?"
"Adesso. Ci saranno anche gli altri." Disse freddo.
Mi cambiai velocemente e uscimmo nuovamente.
In macchina parlarono solamente Mason ed Ethan, a tratti anche Julia. Io non ero dell'umore.
Mi chiedevo continuamente se fossi io il peso di Ethan, e se davvero fosse stato così, mi chiedevo il motivo...
"Margot, ehi, terra chiama Margooot!" Urlò Julia, facendomi sussultare.
"Sì, parlavate con me?" Ero totalmente in un altro mondo.
Ormai non andava più niente bene da quando era arrivato mio fratello Lucas.
"Domani sera ci sarà una festa a casa di Sasha, abbiamo pensato di andarci."
Sasha, non la vedevo da molto tempo. Ricordo quando girava continuamente attorno ad Ethan... Sembra passata un'eternità.
"Va bene." Dissi semplicemente, sentendomi lo sguardo di Ethan ardermi addosso.
Si starà chiedendo cosa mi prende? Sicuramente sì. Se non ci fossero stati Mason e Julia in macchina con noi avrebbe già iniziato a farmi mille domande.
"Ok ragazzi, state attenti sapete come funziona." Disse una volta arrivati nel luogo della corsa.
Noi annuimmo e ci incamminammo tra gli spettatori.
"Mar, aspetta." Disse subito, prendendomi il braccio.
"Che succede?" Chiesi guardandolo, eravamo molto vicini.
"Beh, che succede lo chiedo io a te." Parlò con voce bassa e roca, facendomi avvicinare ancora di più a lui.
Tante persone urlavano, non era il luogo adatto per parlare adesso.
"Et, parliamone a casa, ok?" - "No. Voglio parlarne ora o non sarò concentrato per la corsa."
Alzai gli occhi al cielo, perché doveva andare sempre tutto come voleva lui?
"È per quello che è successo a cena? Parlami Margot." Mi avvicinò ancora di più, eravamo occhi contro occhi.
"Ethan, che onore ritrovarti qui." Un ragazzo catturò la nostra attenzione.
Mi ricordavo bene di lui, Michael. La prima sera che lo vidi mi fece venire i brividi, non mi piaceva per niente.
"Michael. Cosa vuoi?" Disse scocciato e irritato.
"Solo augurarti buona fortuna per la gara, anche se vincerò io." - Ghignò - "Vedo che stai ancora con questa bellissima principessa." Mi osservò attentamente, disgustandomi.
"Va' via Michael." Ethan era abbastanza nervoso.
Non capivo cosa avessero l'uno contro l'altro, ma avevo capito che Michael era il suo peggior nemico.
"Vado, vado. Ma ricordati che abbiamo qualcosa in sospeso noi due. Ciao dolcezza." Disse infine guardandomi, poi rise forte e scomparve.
"Quel tipo non mi piace..." ammisi, sentendomi fragile.
Mi metteva ansia e paura, mi ricordava un po' mio fratello Lucas.
"Già, neanche a me. Ti prego non avvicinarti mai a lui, Margot. Ora va' dagli altri..." Disse, lasciandomi un bacio sulla fronte.
Avevamo ancora una conversazione in sospeso. Ultimamente discutevamo spesso, non era più un rapporto sano il nostro.
Andai da Mason e Julia e la gara cominciò dopo poco.
Et partii velocissimo lasciando solo una scia di fumo dietro di sé. Gli altri lo seguivano, non lo mollavano un secondo, specialmente Michael.
"Mason, ti prego mi dici cosa è successo in passato tra Michael ed Ethan?" Chiesi curiosa.
"Margot... Te lo spiegherà lui molto presto, scusa ma non è compito mio dirtelo."
Sbuffai tornando a seguire la gara. Ethan era ancora primo, ma Michael gli stava attaccato. Non correva da assai Et, avevo dimenticato com'era vedere le persone urlare, le auto andare alla velocità della luce. Avevo dimenticato com'era sperare che Ethan finisse la gara sano e salvo.
"Colpo di scena ragazzi, Michael prende le redini di questa gara! Questo ragazzo è davvero pieno di sorprese, chissà cosa ne penserà l'invincibile Ethan!" Urlò il ragazzo al megafono.
"Sembra che il titolo di campione sia ormai passato proprio a Michael. Congratulazioni amico!" Urlò nuovamente a fine gara.
Già, Michael aveva vinto di nuovo. Ethan era abbastanza cupo in viso. Tra tutti i problemi che aveva, Michael forse era l'ultimo di cui avrebbe voluto occuparsi.
"Hey, va tutto bene?" Chiesi andandogli incontro.
"Sì, andiamo a casa." Entrammo in macchina e in poco tempo eravamo già arrivati.
"Dovremmo finire la discuss..." - non mi fece finire di parlare.
"Sono davvero stanco Mar, se tu stai bene sto bene anch'io. È questo che conta, buonanotte." Finii così la conversazione.
Ma io stavo bene? Non lo sapevo più ormai.
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...