Cap. 33

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Era passata già 1 settimana dal viaggio, tutto procedeva tranquillamente. Soprattutto tra me ed Ethan, non litigavamo da più di una settimana. Era come un record, e mi sentivo stranamente felice.

"Non voglio lasciare la Spagna... restiamo qui" dissi io alle ragazze.

"Ti piace sognare Mar" rispose Kat ridendo, mentre io sbuffai.

Domani mattina avremmo dovuto lasciare tutto questo e tornare a casa nostra. Facemmo le valige e dopodichè andammo a trovare i ragazzi, visto che era ancora mezzanotte.

"Ehi piccola" disse Ethan abbracciandomi, i ragazzi ci avevano ormai scoperti.

Avevano capito che tra di noi ci fosse qualcosa quando Tyler provò ad avvicinarsi nuovamente a me due sere fa in discoteca. Ethan lo fece stendere per terra con un bel pugno in pieno viso.

Anche se non si azzardavano a chiedere nulla riguardo la nostra relazione, e beh, riguardo alla convivenza nessuno sapeva ancora niente.

"Vieni con me?" Mi sussurrò Ethan all'orecchio.

"Dove?"

"Sorpresa. Fidati di me."

"Ragazzi, noi torniamo più tardi." Annunciai io, aprendo la porta, mentre vari fischi si udirono nella stanza e Maya urlò "dateci dentro", facendo ridere tutti quanti.

Ethan si fermò davanti ad una stanza del terzo piano.

"Ok, che ci facciamo qui?" Domandai confusa.

Mi sorrise e uscì una chiave, la mise dentro la serratura della stanza 225 e questa fece uno scatto.

"Ma... hai preso una stanza?" Chiesi incredula.

"Sì, per una notte. Ovviamente la dividerò con te, che senso avrebbe starci da solo?" Disse ridendo.

Entrammo ed era molto più bella e più grande delle altre.

"Ti piace?" Chiese Ethan.

"È perfetta, ma mai quanto quella di casa nostra." Risposi attirandolo a me.

Ci fissammo negli occhi e dopodichè ci baciammo con foga e passione. Quando gli morsi il lobo dell'orecchio, però, si fermò.

"Mar, non farmi venire voglio strane, per favore. Non voglio che pensi abbia preso questa stanza per portarti a letto, non voglio che pensi che stasera voglia fare grandi cose. Per me va bene anche solo dormire, basta che ci sia tu con me."

"Ethan, io sono pronta e ti voglio ora più che mai." Risposi sicura di me, continuando a torturare il suo lobo.

"Ti prego no, non doveva essere così. In una stanza insignificante, dove poi ci staranno altre milioni di persone."

"Smettila di essere paranoico, solo noi sapremo cosa avremmo fatto in questa stanza. Questa sera sarà nostra e basta, e questa per noi non sarà più una stanza insignificante. Sarà la nostra stanza."

Come colpo di grazia, lasciai baci umidi sul suo collo, scendendo fino alla clavicola e dando vari morsi. Sapevo quale fosse il suo punto debole ormai.

Lo mandai fuori di sè, lui stesso ripeteva sempre a Mason "chi mi sfiora il collo può considerarsi senza più via d'uscita".

"Fanculo, ti voglio da così tanto Margot." Mi sollevò da terra e in un batter d'occhio eravamo nel letto matrimoniale.

Mi levò la maglietta, mentre scendeva a baciarmi il petto. Dopodichè tolse con calma anche il reggiseno, e torturò con la sua bocca i miei capezzoli.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora