Ero a casa dalle ragazze da circa due giorni, eravamo io, Kat e Jessie. Julia ormai conviveva insieme a Mason, erano una delle coppie più vere e belle.
Jessie si lamentava spesso di vedere me e Kat tristi, ma non potevamo farci nulla. Era una delle tante fasi post-fidanzamento, anzi era la prima fase. Stare male, sembrava quasi una regola.
Non che si dovesse per forza stare male e piangere, ma in situazioni del genere accadeva in modo naturale a chiunque o quasi.
A scuola vedevo spesso Ethan e in comitiva eravamo sempre insieme, non potevo evitarlo. Nessuno dei due sembrava disposto a cambiare 'amici', nessuno dei due sembrava disposto a farla finita per davvero.
Mi aveva fatto del male ma se mi avesse chiesto di riprovarci gli avrei detto certamente sì, perché avevo bisogno di toccare davvero il fondo per chiudere per sempre una relazione. Ero così io, forse ero fatta male ma avevo bisogno di essere portata al limite.
"Signorina Cooper!" Il prof mi fece sussultare.
"Sì, mi scusi."
"No, non la scuso. Venga alla lavagna e risolva l'esercizio!"
Osservai le scritte alla lavagna, era fisica ma sembrava arabo. Osservai ancora qualche secondo, dopodiché osservai il prof, il quale aspettava che andassi alla lavagna.
Mi alzai, passai davanti al prof, ma invece di andare alla lavagna, andai fuori dall'aula.
Non era la giornata giusta.
"Signorina Cooper, si fermi. Si fermi o sarò costretto a mandarla dal..."
"Sono ferma." Affermai stanca.
"Cosa succede?" Mi chiese tranquillo.
Eravamo entrambi fuori dall'aula.
Il prof Thomps era fin troppo buono, cercava di dialogare con gli alunni, di ascoltarli e di aiutarli. Fossero tutti come lui.
"Sto male... Mi scusi prof, mi lasci andare al bagno." Lo implorai.
Mi fissò ancora vari secondi, dopodiché fece cenno di sì con la testa.
Andai dritta in bagno e mi sciacquai il viso. Non facevo altro che pensare ad Ethan.
"Ciao Margot." Era Sasha.
Ci mancava solo lei.
"Che vuoi Sasha?"
"Calma girl, non voglio assolutamente nulla. Anzi, ho già tutto quello che desidero."
"Che significa?"
Dove voleva arrivare?!
"Oh, niente di importante. Solo che... Faresti meglio a riprenderti il tuo Ethan al più presto, prima che sia troppo tardi." Mi mise in guardia.
"Beh, magari sto bene anche così, non credi?"
Oh andiamo, ma chi volevo prendere in giro.
"Sì, certo. Ci si vede in giro, bye!" Mi fece l'occhiolino e andò via.
Perché quelle parole... Cosa diavolo stava combinando Ethan. Possibile che non gli importasse completamente di me? Non riuscivo a crederci.
Dopo qualche minuto decisi di uscire dal bagno e dirigermi nei gradini sul retro della scuola, così da prendere un po' d'aria e rilassarmi.
Con nonchalance mi distesi su un gradino e chiusi gli occhi, ascoltando solo i miei pensieri. Pensieri confusi, affollati, fatti di Ethan e me, Sasha, Ethan e Sasha... Quest'ultima era un'ipotesi che non avrei mai voluto prendere in considerazione.
Pensieri che cessarono non appena le mie narici inalarono l'odore di una sigaretta.
"Mh mh... Potresti andare a fumare da un altra parte?" Chiesi innocuamente senza neppure aprire gli occhi, senza sapere neanche chi fosse.
Non ricevetti risposta, sentii dei passi, la persona si era spostata da destra a sinistra... Wow.
Evitai di parlare ancora, l'avrei semplicemente ignorato. Tanto quanto sarebbe durato l'odore di sigaretta? Sicuramente poco.
"Come stai?" La persona parlò dal nulla, facendomi rabbrividire.
Ethan.
Aprii lentamente gli occhi e lo guardai. Bello come sempre... Capelli scompigliati, barba tagliata, felpa larga e dei semplici jeans.
"Oh, Ethan. Bene, sto bene. Tu?" Chiesi, un po' scossa dalla sua presenza improvvisa.
"Bene." Disse semplicemente.
Non risposi più, non sapendo che altro dire. Stavamo entrambi bene, perfetto direi, no?
Dopo vari minuti decisi di rientrare in aula, mi alzai dal gradino e m'incamminai verso l'ingresso.
"Mar senti... Hai intenzione di tornare?" Chiese facendomi fermare.
"Tu vuoi che torni?" Girai la domanda in senso opposto.
"Non volevo neppure che te ne andassi..." Si lasciò sfuggire.
Ci fissammo vari istanti, avrei voluto chiedergli di Sasha ma sicuramente mi avrebbe risposto che non c'era niente di cui parlare.
"Bene, ora devo rientrare..." Dissi guardando per terra.
"Sì, credo che rientrerò anch'io." Così dicendo s'incamminò dal lato opposto al mio.
Perché doveva essere tutto così complicato?!
In quel momento sembravamo degli estranei, quando fino a due giorni fa vivevamo nella stessa casa, nello stesso letto.Dopo le lezioni corsi al bar, oggi avrei dovuto lavorare fino a sera. Ma avevo come la sensazione che non sarebbe stata una giornata semplice.
Continua...
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Come un Uragano
Teen FictionMargot ha 18 anni, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e, cosa più importante, ha dovuto imparare a crescere in fretta e da sola. Non sa cosa sia l'amore, e non ha voglia di saperlo, per il momento vuole solo lasciarsi dietro il passa...