Cap. 2

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"Julia, siamo arrivate" dissi toccando ripetutamente la mia amica, che si era addormentata.

"Mh... Sì, sono sveglia" disse con gli occhi ancora chiusi.

"Certo, forza scema. Siamo a Chicago"

Aprii gli occhi e mi mostrò un sorriso gigante.

"SIAMO A CHICAGO!" Esultò, urlando forse un po' troppo.

"Okay... Abbassa un po' la voce Miss. Sorriso" dissi ironicamente, e lei scoppió a ridere.

Uscite dall'aeroporto prendemmo un taxi che ci portò alla nostra nuova casa, che avremmo condiviso con altre persone.

"Ancora non ci credo... Tutto questo d'ora in poi sarà nostro!" Dissi incredula.

Notai che Julia era più felice del solito, e questo rendeva felice anche me. Sognava di vivere qui da una vita, proprio come me. Pinificavamo questo viaggio da anni, con attenzione. Eravamo molto sognatrici, io e lei, ma sapevamo che prima o poi saremmo riuscite a realizzare il nostro più grande sogno.
Sapevo che sarebbe stato stupendo vivere qui, e condividere tutto ciò con lei sarebbe stato doppiamente stupendo.

Bussammo alla porta e ci venne ad aprire una ragazza.

"Hey, voi dovete essere le nuove coinquiline. Piacere io sono Kat." Disse, mostrando un sorriso smagliante.

La ragazza era alta circa 1.70 m, capelli biondi e occhi azzurri, pelle liscia. Sembrava una bambola di porcellana, ed era anche simpatica.

"Piacere, io sono Julia, lei è Margot." Disse Julia presentandoci.

"Entrate pure. In fondo ci sono due stanze tutte vostre. Mentre io ne divido una con Maya, che in questo momento è fuori casa a quanto pare." Disse ridendo.

"Oh, grazie tante. Ora ci andiamo a sistemare." disse Julia sfoggiando un sorriso.

"Perfetto, sul tavolo ci sono le vostre chiavi di casa." Ci informò infine Kat.

Camminammo verso le due stanze, guandandoci attorno. Era una casa accogliente, né troppo grande né troppo piccola. Adatta a viverci in quattro... Avrei presto fatto l'abitudine a tutto ciò.

"Io voglio quella a destra!!" Urlò Julia.

"Ok, ok. Non c'è bisogno che gridi, a me non fa alcuna differenza. In ogni caso avrei preferito comunque quella di sinistra, sai com'è... Io scelgo sempre la sinistra."

Ed era vero, per qualsiasi cosa sceglievo sempre ciò che stava alla mia sinistra, non avevo idea del perchè.

Entrai nella stanza ed era veramente bella, spaziosa, ma soprattutto: blu e bianca. Se avessi trovato una stanza rosa avrei lasciato la casa.

Sistemai le cose nell'armadio, ma venni interrotta da qualcuno che bussava ripetutamente alla porta.

Andai ad aprire, senza preoccuparmi di chiedere chi fosse e mi ritrovai davanti una ragazza un po' più bassa di me, bionda e occhi verdi, con un piercing al labbro inferiore. Vidi Julia accanto a lei, spaesata tanto quanto me.

"Voi siete le nuove coinquiline!!! Piacere, sono Maya, penso l'abbiate capito. E sono abbastanza euforica, penso abbiate capito anche questo. Che bello avere due inglesi qui" disse urlando, un po' strana questa ragazza.

"Emh, sì... Piacere tutto nostro" parlammo io e Julia in coro.

"Se avete bisogno di qualsiasi cosa non esitate a chiedere. Vi lascio da sole, ciao belle." Fece l'occhiolino e andò via.

Io e Julia ci guardammo sempre più confuse.

"Emh... Finisco di sistemare le mie cose." Dissi incerta.

"Sì, anch'io..." Rispose Julia più scioccata di me.

Erano davvero gentili queste ragazze, ma come facevano? Sembravano un'altra Julia.

Io e Julia tornammo alle nostre stanze, ma prima Julia mi disse:

"Simpatiche loro, vero?"

"Mh, sì dai."

"Avanti Mar, avevi detto di lasciarti tutto alle spalle. Perciò levati anche questa corazza da dura" - la osservai inarcando le sopracciglia - "almeno fallo per loro, sono davvero simpatiche e gentili. Le nostre prima amiche a Chicago, ci pensi? Dai, se non lo fai per loro, o per te, almeno fallo per me."

Disse speranzosa, e sentendo quell'ultima frase il mio viso si addolcì e corsi ad abbracciarla.

"Va bene Julia, hai vinto. Ma solo con loro." La sentì annuire e sorridere, le volevo un mondo di bene.

"Buonanotte Margot" mi disse, essendosi fatto già tardi.

"Buonanotte Julia."

Entrai in camera e dopo aver finito di sistemare le ultime cose, mi buttai sul letto.

Il primo giorno era già passato. Ero sicura che mi sarei ambientata presto, o almeno speravo che fosse così.

Come un UraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora