Serena's Pov
I ragazzi sono stati davvero molto dolci promettendomi di starmi accanto, ma, per quanto io voglia loro un bene dell'anima, temo di non poter pretendere che mi restino sempre vicino.
E Franco? Lui non sa nulla, dovrò dirglielo.
Esco di casa e lo chiamo.
"F-Franco..."
"Amore mio, che succede?"
"Ho bisogno di dirti una cosa."
"Sei terrorizzata..."
"Già... è per questo che ho bisogno di vederti."
"Facciamo così: ti raggiungo a casa tua. Stai tranquilla, ti prego!"
"V-va bene."
Franco's Pov
Sentire la voce della mia piccola tremare per me è un colpo dritto in mezzo al petto. Non so cosa le sia successo, ma qualsiasi cosa sia ce ne occuperemo insieme.
Quando arrivo lei è bianca come un fantasma. Già dal fatto che mi abbia aperto la porta barcollando mi rendo conto che c'è qualcosa di più grande di lei che la sta letteralmente schiacciando. Mi crolla tra le braccia e scoppia a piangere.
"Tesoro mio! Ehi!" le sussurro all'orecchio, portandola su una poltrona per non farla cadere. "Ti prego, parlami!"
Lei balbetta il mio nome, mi prende una mano e se la porta sul ventre.
"Aspettiamo un bambino?" chiedo sorpreso, sentendola tremare.
Lei annuisce debolmente. Io non so che cosa dirle. È una cosa più grande di me. Una piccola creatura innocente, che porterà grandi cambiamenti nella nostra vita. È un paradosso, ma è vero. Forse lei interpreta male il mio silenzio dato che si alza di scatto e corre via.
"Serena! Ti prego, aspetta!"
Serena's Pov
Franco mi corre dietro, ma, chissà come, riesco ad arrivare in ospedale prima di lui. Lui non vuole un figlio ed io non sono pronta.
"Perdonami amore, ma non posso!" sussurro a quella creatura.
C'è un medico che si occupa di queste cose e in qualche modo riesco ad ottenere una visita oggi stesso. Una ragazza, trascinata dalla madre, entra dentro ed io mi torturo le mani.
Ho paura. Sono troppo nervosa.
La madre della ragazza di prima lascia la stanza, in lacrime... forse sua figlia non ce l'ha fatta.
Un senso di panico si fa largo dentro di me quando viene chiamato il mio nome. Mi alzo e sto per fare uno scatto in avanti quando mi sento afferrare per un braccio.
Quella presa è salda, ma non mi fa male. La mano di Franco tiene il mio braccio e sento che le sue dita tremano leggermente.
"Tesoro, non farmi questo, ti prego!" mi dice in un sussurro.
"F-Franco..." balbetto, tremando come una foglia. Lui si rivolge alla caposala e le dice: "La prego, la tolga dal turno. Devo parlarle un attimo, è la mia ragazza!"
Lei annuisce e Franco mi porta all'esterno per poi farmi accomodare su una panchina. L'unica domanda che mi rivolge, forse troppo scosso per farne altre, è: "Perché?"
"Credevo che non lo volessi!"
"Un bambino, amore mio! Un bambino tutto nostro, mio e tuo! È il regalo più bello del mondo ed io non potrei mai chiederti di fargli del male! Perdonami se ti ho confusa... è che è stata una notizia che ha sorpreso molto anche me!"
"Ti assicuro che non so cosa fare, Franco... il tuo silenzio mi ha fatto credere... che tu non... che tu non volessi..."
Lui mi abbraccia. Il suo abbraccio è qualcosa di incredibilmente magico, perché ora lo so: lui non mi farebbe mai del male, e non ne farebbe ad un bambino... al suo bambino.
"Un giorno lui o lei mi odierà, perché ho cercato di..." sussurro.
"No, tesoro, questo mai! Non lo farà, perché capirà che avevi paura di non saper badare a lui o lei, di non potergli... o forse poterle offrire quello di cui aveva... cioè, quello di cui ha bisogno."
Il tono di Franco esprime emozione. Un'emozione che mi fa sciogliere. Un'emozione che mi lascia intendere che lui non mi abbandonerà mai.
Un'emozione che mi solleva dal baratro in cui stavo rischiando di cadere e che mi toglie dalle spalle un peso.
Quel peso opprimente che ti crolla addosso quando senti che non ce la puoi fare. Ora non ho più quella sensazione, perché lui è qui con me ed è pronto ad aiutarmi e a curare quest'angioletto che tra qualche mese potremo stringere tra le nostre braccia.
"Vieni, andiamo a dire alla caposala che non faremo niente!"
Rientriamo e la donna mi si avvicina e dice: "Serena, ci hai pensato bene?"
"Ci ho pensato. Non me la sento" rispondo.
La donna mi accarezza il viso e sorride.
"Però vorrei fare un'altra cosa. Conosce una ginecologa("
Resto un po' stupita da quella domanda, ma capisco perché vuole che io vada da una ginecologa. Ho corso e forse al bambino questo ha creato qualche danno...
"Certo che la conosco. Marianna Autieri, terzo piano, settore C." risponde la donna con un sorriso. "Auguri, ragazzi!"
"Grazie" le rispondiamo all'unisono.
"Aspettate. Vi accompagno, almeno potrò procurarvi una visita immediata!" dice la donna per poi accompagnarci nel posto che ha indicato prima.
La dottoressa si dimostra subito disponibile e ci fa entrare dopo una giovane che però è entrata da sola.
Ci fa entrare e, dopo aver stretto la mano a Franco, la tende a me.
"Serena Bernardi, giusto?" chiede.
Annuisco.
"Conosci una certa... Francesca Bernardi?"
"Ovvio! Lei è una carissima amica e spero che diventi a tutti gli effetti mia cognata, un giorno." spiego.
La dottoressa sorride e mi fa distendere su un lettino, poi mi solleva molto delicatamente la maglia e sfiora il mio ventre. Sullo schermo appaiono immagini del mio utero e la dottoressa dice che sembra andare tutto bene.
"Precisamente son cinque settimane, cara" dice, poi mi spalma un gel sul ventre e dopo pochi secondi sento un forte battito riempire la stanza. Forse è il mio cuore, forse quello di Franco... forse quello della dottoressa, o forse è una musica che si forma da tutti questi cuori più quello che batte nel corpo in formazione di qualcun'altro.
"Il bambino sta benissimo." mi dice la dottoressa. "Lo senti il suo cuore? Non è come se ti dicesse che ti vuole già bene?"
Mi viene voglia di piangere, ma non perché sono triste... anzi, sono più che felice!
"E io stavo per fare del male a quasta povera creatura!" dico.
"Stavi per, ma non l'hai fatto. Questa piccola creatura, un giorno, sarà felice che tu non l'abbia distrutta!"
La dottoressa mi abbraccia e sorride.
"Piccola, andrà tutto bene, vedrai!" mi dice Franco.
Sorrido e sento il cuore battere a mille.
"Anch'io voglio già bene a questo tesoro!" dico stringendo tra le mani la prima ecografia.
Appena usciamo io chiedo a Franco: "Potremmo avvisare mio fratello e Francesca?"
"Sery, hai due fratelli. Quale dei due?"
"Daniel... vedi, lui e Francy mi hanno aiutata a trovare il coraggio di raccontarti tutto e..."
"Certo, tesoro. Lo avverto subito" risponde lui sorridendo.
Dopo qualche minuto, una volta usciti dall'ospedale, incontriamo Dan e Francy, che sono arrivati in auto.
"Quindi, sorellina? Che avete deciso?" mi chiede mio fratello, abbracciandomi.
"Lo terremo!" rispondo felice.
Tiro fuori dalla borsa la sua ecografia e la metto tra le mani di mio fratello.
"Quanto vorrei vederla, anche se è ancora un grumo!" sussurra Francesca, talmente piano da rendere quasi impercettibili le parole che vengono fuori dalla sua bocca.
"Dammi la mano, Francy" le dice mio fratello.
"Che vuoi fare?"
"Te lo faccio vedere" risponde lui. Francesca tende la mano e lui l'afferra e con le dita le fa creare la forma del piccolo grumo che è ora il mio piccolo.
"Vedi?" le dice senza problemi.
"Certo!" esclama lei, sorridendogli.
Vederli felici per me è davvero stupendo. Lui non ha mai avuto problemi a dire la parola: "Vedere", perché sa che la offenderebbe di più sentirsi dire: "Senti", magari quando il verbo non c'entra niente.
"Ora avrete bisogno di stare più tempo insieme, però" dice Francesca.
"Hai ragione... solo che non so proprio come potremmo fare... la scuola, il bar, e poi viviamo in case diverse."
"Per ora cercate solo di vedervi spesso e dopo troverete qualcosa di meglio. Ci sono altri... otto mesi, se non sbaglio, davanti a voi, no?" interviene nuovamente lei.
"Ancora non ti ho detto niente. Come lo sai?" chiedo sorpresa.
"Beh, basta farsi due conti, Serena." mi risponde lei con un sorriso, per poi abbracciarmi, da brava amica e cognata. "Sii molto felice, durante e dopo."
Quell'augurio, seguito da un bacio sulla guancia durante il quale le tremano leggermente le labbra, e che io ricambio facendola diventare rossa, è una delle migliori cose che lei potesse dirmi, a dimostrazione che mi vuole bene sul serio.
"Farò di tutto per esserlo e per rendere felici Franco e questo tesoro."
Già chiamo: "Tesoro" la mia creatura, ancor prima che venga al mondo, perché per me è già il mio tesoro... e lo è anche il mio ragazzo. Anzi, per dirla meglio io sono già felice con loro!
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Teen FictionFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...