55: Il bacio segreto

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Francesca's Pov
No! Non ci posso credere, è troppo bello per essere vero!
Altro che Cenerentola il giorno in cui è andata al ballo!
"N-non ci posso cerdere! S-sei qui!" balbetto.
"Ehi, non vorrai farti venire un colpo, adesso, vero? Io ho fatto tanto per venire qui, ma vorrei vederti viva!" dice stringendomi le mani tra le sue.
Sento che mi guarda e mi tremano tutte le membra. Mi faccio piccola piccola, istintivamente, facendolo ridere.
"Sei sempre uguale, ma c'è una cosa che è un po' cambiata, solo che se te la dico inizierai ad agitarti come un'anguilla... molto più carina di un'anguilla, ma comunque..."
"Se più di questo non posso fare... puoi dirmelo, credo."
Lui scioglie la presa dalle mie mani e mi tocca il viso. Credo che voglia farmi capire qualcosa che ha a che fare con la mia faccia, solo che non ci arrivo.
"Va beh, non fa niente. Diciamo che sei sempre più bella, piccola!"
Ecco! Stai fermo corpo, per favore! Fermo!
Riesco ad evitare di "agitarmi come un'anguilla", ma divento rigida, sento il cuore andare ad una velocità supersonica e... e sto tremando!
"Ehi! Ehi! Terra chiama Francesca?"
"Sto bene..." riesco a dirgli.
"Sarà meglio tornare a casa o Ginevra crederà che ti abbia rapita io. Vieni" mi dice prendendomi per mano. Me lo immagino come il tipo che impara in fretta per il modo in cui mi guida, perché è sempre un po' più avanti rispetto a dove sono io e, anche se non mi guarda dato che non sento i suoi occhi addosso e per rigor di logica dovrebbe guardare la strada, sa sempre quando avvisarmi che c'è qualcosa, magari perché mi sono distratta.
"Attenta allo scalino!" mi dice risvegliandomi dai miei pensieri. Ecco, appunto... era proprio questo che volevo dire!
Torno a concentrarmi sulla strada da percorrere, poi, quando sento un cancello aprirsi, gli stringo la mano.
So che Zora ha la sua casetta, ma ogni volta che attraverso il giardino ho paura di lei e lui lo capisce.
"Ehi, amica, potresti evitare di metterti ad abbaiare come se avessi perso la testa?" le dice subito Daniel.
Attraversiamo tutto il giardino velocemente, senza che Zora emetta un verso.
"Sei riuscito a farti fare gli occhi dolci da quella peste!" esclama Sofia, venendoci incontro. "Beh? Sei contenta?"
So che ora si sta rivolgendo a me, quindi le rispondo con un: "Sì" che dico con calma, ma che, al contempo, vorrei gridare a piena voce poiché sono più che felice.
Sento qualcun'altro venirci incontro correndo e quando sento la sua mano un po' fredda sulla guancia sinistra capisco che è la signora Rosa e che anche lei è molto felice.
"Ehi, ciao Daniel!" esclama e so per certo che si stanno abbracciando, perché mi sento lasciare la mano destra e so che lui sta sfregando una mano sulla schiena della signora Rosa, come si fa di solito, quando ci si abbraccia.
"Ehi, cara signora Rosa! Come va?" le chiede ridendo.
"Ragazzi, se mi chiamate signora mi fate sentire vecchia" dice lei.
"Ma non lo facciamo perché la vediamo vecchia. Soltanto perché è felicemente sposata" le dice lui sorridendo.
Già. Lei è FELICEMENTE sposata. Quando il signor Guido rientra a casa loro si abbracciano ed è una cosa che mi fa piacere. Certo, magari non c'è la passione dell'inizio, ma continua ad essere presente quel bene genuino dei primi tempi e, almeno a mio parere, è una cosa bellissima.
I miei, invece, sono lontani... troppo lontani.
La mamma mi ha riferito che ieri papà ha cercato anche lei, cosa che ho immaginato perché l'ho sentita gridare.
"Francesca, stai bene?" mi chiede Daniel.
"S-sto... bene, d-dav-ve-ro." balbetto, riprendendomi dal mio stato di trance. Lo sento venirmi di fronte e alzarmi il viso.
"Convinta tu, convinti tutti!"
Lo so perché lo sta dicendo. È come se avesse voluto dirmi che ha capito che in realtà non sto molto bene, proprio per quel FELICEMENTE.
"Signora Rosa, posso entrare?"
"Certo, entra."
Ci dirigiamo verso l'interno della casa, poi lui mi chiede qual è la mia camera ed io lo porto là. Lui chiude la porta, poi mi dice di andare a sedermi sul mio letto.
"Sii sincera, adesso, ti prego. Lo so che non vuoi far preoccupare nessuno, ma non stai molto bene. Hai qualcosa e se ti va puoi parlarne con me, piccola." dice.
"I miei genitori... sono lontani. Molto lontani!" dico.
"A volte capita, tesoro."
"Lo so, però... fa davvero male pensarci, sai?"
Lui mi si siede accanto, poi mi attira a sé e mi fa appoggiare la testa al suo petto e mi accarezza delicatamente i capelli. Ascolto il suo battito cardiaco e gradualmente mi rilasso.
"Vorrei fare qualcosa di folle." mi dice.
"Cosa?" chiedo.
Lui mi fa alzare la testa, mi fa spostare e mi fa mettere sulle sue ginocchia, solo che sono posizionata di fronte a lui. Le sue mani sono posizionate intorno alla mia vita e il solo rumore che si può percepire nella stanza, solo concentrandocisi, è il suono dei nostri respiri.
Il mio cuore inizia a battere forte, molto forte, e forse è anche quello il rumore che riempie la stanza. Trovo facilmente le sue spalle, considerando la posizione delle sue mani, e quando le sfioro sento che mi tremano le mani.
Sento che ci stiamo avvicinando, perché sia il mio corpo che il suo s'inclinano in avanti. Lui sbaglia di poco traiettoria, cosa che mi fa pensare che abbia chiuso gli occhi. Gli tolgo le mani dalle spalle e le porto sui suoi occhi. Ha le palpebre abbassate, quindi stavolta lo aiuto io, facendogli voltare la testa verso destra, ma di poco. Molto poco, perché lui c'era quasi. Sposto immediatamente le mani dal suo viso, come se una scossa elettrica mi avesse attraversato tutto il corpo, e spero che lui ora faccia da sé. Ritorno con le mani al punto di prima e sento le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie. È un bacio dolce, leggero, ma allo stesso tempo è un bacio che mi dà molto, che mi fa stare bene davvero, come non stavo da parecchio tempo.
Restiamo in quella posizione per qualche secondo, poi ci stacchiamo per respirare e lui mi chiede: "Come sapevi che avevo gli occhi chiusi?"
"Perché ti sei spostato un po' verso sinistra."
Dicendo sinistra intendo la sua, non la mia, quindi lui mi ha sfiorato l'angolo destro della bocca.
"E tu perché hai chiuso gli occhi?" chiedo.
"Beh, perché... le cose più belle bisogna godersele e con gli occhi chiusi viene meglio." dice dolcemente.
"Mi sento come quando ho dato il primo bacio."
"Davvero? Ti senti proprio in quel modo? Anche con la febbre, tesoro?"
"No, quello no, però..." riesco a balbettare a stento.
"Probabilmente quello che sto per chiederti non ti piacerà."
"Cosa?" chiedo.
"Lo so che è ingiusto, ma non voglio che ti accada qualcosa. Vedi... il massimo che potremmo fare è vederci in segreto... non ci sarebbe nulla di male, perché tu sei libera e anch'io, ma..."
"Non importa... se ne avremo l'occasione ci vedremo... io... io cercherò di ricordare quello che è successo oggi... perché ti voglio bene."
Non voglio che gli succeda qualcosa, che mio padre gli dia addosso un'altra volta. Non posso permetterlo, non sarebbe giusto!
Però... Dio mio, mi manca tanto... anzi, tantissimo!
Cosa devo fare?

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora