Francesca's Pov
Appena tornata a casa ricevo una telefonata da un numero che non ho salvato.
Decido, come mio solito, di non rispondere dato che immagino sia un Call Center. Dopo neanche cinque minuti mi arriva un messaggio con scritto: "Voglio assolutamente vederti davanti alla scuola!"
Quel messaggio mi preoccupa, ma decido di andare comunque.
Quando arrivo mi sento afferrare le braccia. La mia guida finisce a terra e vengo spenta verso un muretto.
"Cara Francesca!" mi dice beffarda Natasha.
"Che cosa vuoi, Natasha?" chiedo.
"Ti avevo detto che te l'avrei fatta pagare per avermi ostacolata con mia sorella, no? Beh... vediamo se ti è chiaro quello che sto per dirti. Tu e il tuo "angelo" dovrete separarvi... altrimenti credo che tuo cognato Ernesto soffrirà molto."
"Natasha, ti prego, non fargli nulla..."
"Non gli farò nulla, se tu mi darai retta."
"M-ma..." balbetto, sentendo il cuore battere a mille. Lei mi spinge, facendomi urtare contro un albero, ma con la fronte.
Le sue dita s'infilano nella mia pelle. Le unghie la marchiano a fondo e ho paura che lei possa anche prendermi a pugni ora come ora. L'idea mi mette paura.
La sento parlare con qualcuno e quando chiude la comunicazione mi lega all'albero contro il quale sono andata a sbattere, mi graffia per bene le braccia e mi strattona per i capelli, facendomi ritrovare in bilico, anche se sono legata là.
Sono talmente frastornata da non avere nemmeno la forza necessaria a gridare... poi sento una voce che conosco molto bene.
"Dio mio... Francesca!" mi dice lui, liberandomi.
Vorrei scoppiare a piangere tra le sue braccia e sentirmi sicura, ma non ho nemmeno la forza di fare questo.
"Perché le hai fatto questo, maledetta?" chiede Daniel.
"Perché voglio che tu mi prometta di lasciarla!"
"Cosa?"
"Hai capito bene! Se tu non la lasci a tuo fratello e a lei capiteranno cose orribili... ne hai avuto la dimostrazione!"
Lui afferra le mie mani, mi sussurra un: "Perdonami" e si volta di nuovo verso Natasha.
"Stammi a sentire... io voglio provare a fare quello che hai detto... ma tu azzardati a toccare i miei fratelli, gli amici, Denise o Francesca con un dito e ti giuro che vedrai il Sole soltanto un'ora al giorno, nel cortile di un carcere!"
Lei ride.
"Ora vattene!" dice rivolto a Natasha.
"Che cosa?"
"Sparisci, sanguisuga!" le ripete lui, allontanandosi di più da lei.
Natasha va via, poi lui mi prende il viso tra le mani ed io scoppio a piangere mentre, con un fazzoletto bagnato, tampona la ferita che ho sulla fronte, per poi passare ai vari graffi.
"Lo so che è un atto di egoismo da parte mia chiederti questo... ma ti prego, salutiamoci con un bacio." dice.
"L'egoista non sei tu: sono io. Hai deciso di allontanarti da me per proteggermi e ti voglio ancora più bene per questo, sempre che sia possibile volertene di più di quanto te ne voglio adesso."
"Però...?"
"Non ce la faccio. Ho paura che se ci baciassimo adesso dopo non potrei più allontanarmi da te..." sussurro.
"Ti prego, piccola. Lascia che ti saluti."
Piango più forte, mentre il mio cuore decide di aver bisogno di quel bacio d'addio... tanto che io, crollando, lascio che le nostre labbra si sfiorino. Quel bacio è diverso perché al sapore dolce e caldo di sempre, si mischia anche il sale delle lacrime. Il sale che ti finisce sulle ferite aperte, facendole bruciare più di quanto non facciano da sé. Tutti e due, contemporaneamente, sussurriamo la parola più brutta che sia mai stata inventata: "Addio".
Addio, perché vuoi proteggermi da qualcuno che mi detesta. Addio, perché ho paura che la stessa persona che ha fatto del male ne faccia a te oppure alla tua famiglia, e sinceramente è una cosa che non voglio affatto.
"Tieni. La tua guida." mi dice il mio angelo, mettendo tra le mie mani il fidato occhio a rotelle. Mi costringo a sorridere e salgo sulla bicicletta per poi dirigermi verso casa. Mentre procedo, però, mi ritrovo vicino ad un bar, o almeno credo sia tale, e parte una canzone che s'intitola: "L'ultimo bacio". Perfetto, giusto quella!
Mi colpiscono due frasi, molto vicine tra loro.
"L'ultimo bacio, mia dolce bambina, brucia sul viso, come gocce di limone. Ma sono lacrime, mentre piove..."
È vero. Ora le lacrime che mi scorrono lungo le guance, un po' perché sono ferita anche là, un po' per il dolore morale che sento in questo momento, sembrano delle gocce di limone.
Improvvisamente sul display della bici appare la scritta in Braillle: "Franco", freno e scendo.
"Francesca!" esclama Franco.
Continuo a singhiozzare e mi ritrovo stretta tra le sue braccia.
"Ho saputo. Quell'arpia di Natasha sembrava una cornacchia impazzita mentre parlava del fatto che tu e Daniel non state più insieme, anche se non ho capito la dinamica..."
"È stata lei... ha minacciato tutti e due, Franco" sussurro.
"Se vuoi posso farti un permesso per stasera al bar."
"N-no... se mi chiudo in casa a pensare starò solo peggio. Ti chiedo soltanto di mettermi in cucina come cameriera, perché rischio di combinare qualche guaio... posso lavare i piatti..."
"Ma certo, tranquilla. Però il numero della cantante lo puoi fare lo stesso, perché là si tratta di sentimenti..." mi dice Franco.
Continua ad accarezzarmi la schiena e dice: "Se hai bisogno io ci sono sempre, chiaro?"
"Grazie. Non dire ancora nulla a Serena. È incinta, non voglio che si preoccupi" dico.
"Va bene, non le dirò niente."
"Grazie ancora. Beh... ci vediamo stasera" dico sottovoce.
Lui mi dà un bacio sulla guancia, poi io ritorno sulla mia bicicletta.
Una volta arrivata a casa incontro mia madre, che mi vede in uno stato a dir poco pietoso e viene ad abbracciarmi per poi chiedere: "Tesoro mio, cos'è successo?"
"Mi è crollato tutto il mondo addosso in una sola volta, mamma" rispondo.
"Cos'è successo? Spiegati meglio, tesoro."
"Sono stata costretta a separarmi da..."
"Da lui, Francy?" chiede la mamma.
Annuisco.
"Avete litigato?"
"Sarebbe stato molto meglio se avessimo litigato. Almeno la colpa sarebbe stata nostra... ma non è così. È stata Natasha."
Cerco, come posso, di spiegare tutto a mia madre, che mi stringe a sé.
Quando riesco a calmarmi un po' lei mi dice: "Tesoro, se la scelta che avete fatto è questa è giusto che tu lo dimentichi."
"N-no" balbetto cercando di non scoppiare di nuovo in lacrime.
"Francy, perché sei tanto ostinata? Credimi, è la cosa migliore." insiste lei.
"Forse, ma io non sono il Padreterno, non faccio miracoli e non posso realizzare una cosa impossibile come questa" le dico. "Prefiggermi l'obiettivo di dimenticare una delle persone migliori che ho conosciuso nella mia vita... sarebbe lo stesso che mettermi un paio di occhiali da vista e sperare di vedere."
"Allora cosa farai? Resterai qui, a deprimerti tutto il giorno?" mi chiede lei, con tono leggermente più fermo.
"Neanche per sogno! Non ho detto che voglio stare male. Ho detto che dimenticarmi di lui è praticamente impossibile, il che è diverso... quello che posso fare è cercare di rendere il ricordo che ho di lui la fonte di energia che mi permetta di andare avanti a testa alta, senza paura, di prendermi soddisfazioni... di stare bene."
Mia madre torna ad abbracciarmi ed addolcirsi e mi dice: "Sei davvero incredibile, sai?"
No, mamma. Non sono incredibile, ma faccio del mio meglio per non cestinare il più bel periodo della mia vita. Per rispetto a lui, certo, ma anche per una sorta di egoismo. Egoismo, perché quando imparerò a stare bene con i ricordi di qualcuno che Dio solo sa se vedrò ancora, saranno quelle le "fotografie" che estrarrò dalle tasche della memoria per riprendermi dalle batoste.
Mentre penso a tutto questo, però, sentendomi sfinita, crollo addormentata...
Daniel's Pov
L'ho vista, sulla strada per casa sua. Non le ho detto che l'avrei seguita, ma ho voluto farlo, per assicurarmi che arrivasse a casa senza altri problemi, perché ha già sofferto anche troppo per i miei gusti. Ho visto che Franco le si è avvicinato, l'ha stretta in un abbraccio ed ha cercato di offrirle il suo conforto. L'ho visto e ho provato un senso di gratitudine.
Non glielo dirò adesso... forse più avanti, perché ora non ne ho le forze.
Lei, invece, ha la forza di pensare agli altri quando un uragano le si abbatte addosso.
La dimostrazione di questo è il fatto che abbia detto a Franco di non dire niente di quello che è successo oggi a Sery per non darle preoccupazioni. Farà malissimo starle lontano, ci scommetto.
Quando arrivo a casa, sentendo il mondo crollarmi addosso, decido di andare a riprendermi un po'. Salgo in camera mia, la stessa che ho condiviso con lei due volte, una la notte in cui ha sentito litigare i suoi, l'altra è stata proprio ieri notte.
Mi chiudo dentro e salgo sul letto, pensando a lei che cerca un minimo di sollievo nell'abbraccio di mio cognato, nonché suo amico e proprietario del bar in cui lei non solo serve, ma canta.
Mi butto sul letto. Forse io non ho la forza che ha lei, perché non riesco neanche a piangere, accidenti!
Appena appoggio la testa sul cuscino, percepisco qualcosa che sembra rigenerarmi. Un buonissimo profumo di zucchero e vaniglia mi entra dentro, ma non con forza, come sarebbe da pensare. Il suo profumo sembra sfiorarmi, come ogni parte di lei... perché lei non fa irruzione nella vita di nessuno: ti entra nel cuore in punta di piedi, come se avesse paura, ma quando arriva a conquistare un angolino del tuo cuore, quel piccolo spazio che prende diventa sacro... piccolo non perché lei non sia importante, ma semplicemente perché anche in questo lei non vuole essere tanto invadente.
"Non ti dimenticherò" mi sorprendo a sussurrare, anche se lei non c'è. "Tu sarai la mia fonte di energia!"
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Teen FictionFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...