39: Il mondo può crollare per un nonnulla?

5 0 0
                                    

Francesca's Pov
Nel pomeriggio io e la mamma decidiamo di uscire un po'. È una bella giornata, perché non sfruttarla?
Siamo in auto, dirette verso Mergellina, quando mi viene in mente l'incidente che abbiamo avuto io e Daniel. Il problema è che non succede senza ragione, perché sento delle ruote sfrecciare verso di noi. Mia madre si butta da un lato, coprendomi con il suo corpo, e io cerco di fare lo stesso con le mani.
"NO!" riesco a urlare un istante prima dello schianto, poi c'è una sorta di sballottamento e dopo questo non sento più niente...
Daniel's Pov
Oggi il bar di Bianca è chiuso, quindi decido di andare a Mergellina. È un tratto abbastanza lungo, ma almeno potrò godermi le onde del Mare, anche se da lontano, perché di buttarmi là dentro non me lo sogno nemmeno... decisamente no, grazie!
L'unico dettaglio è che un'auto attira la mia attenzione: è grigia e i vetri anteriori sono completamente disintegrati. È grazie a questo che riesco a distinguere una testolina piena di ricci, con un cerotto in fronte, e una ferita spostapocot più a sinistra... una fer@ta fresca. Oltre a quello riconosco delle piccole dita bianche che fuoriescono da un cilindro di gesso, sul quale vi sono delle ciocche bionde.
A quella vista il mio cuore perde un colpo. Scendo velocemente dalla mia auto e vado verso l'altra macchina. Riesco a tirare fuori tutt'e due, controllo se sono vive e, dato che fortunatamente lo sono, cambio strada e mi ritrovo a tornare in quel maledetto ospedale. Appena arrivo e trasporto in qualche modo Francesca e Angelica all'interno, il padre di Salvatore e la dottoressa Miriam le portano via. È un incubo: un maledetto incubo! Non può essere che ogni volta che la vedo succede perché lei si trova in questo posto infernale.
"Ti prego, fa' che non succeda niente a nessuna delle due" dico tra me, portando entrambe le mani al petto.
"Ehi!" dice il dottor Bonaventura. "Per Francesca non c'è stato bisogno di fare niente, si è ripresa da sola. La sua ferita è superficiale e sembra che il colpo non le abbia provocato traumi cranici."
"Dottore, posso andare a vederla?"
"Certo... io vado a informarmi con la collega sullo stato di sua madre, va bene?"
Annuisco debolmente. "Però... non farla agitare... le abbiamo dato dei farmaci per attenuare il dolore, perché forse l'impatto non le ha danneggiato la testa, ma lei rischia di tenere il gesso più a lungo del tempo previsto."
"Ah, quindi è come se questi medicinali che le avete dato per il dolore a quel braccio... la stordissero."
"Precisamente."
"D'accordo, cercherò di tenerla tranquilla."
Il dottor Bonaventura mi indica la stanza in cui hanno portato Francy, che si trova alla mia destra.
Vado in quella direzione e la vedo seduta sul letto, con la mano destra posata sulla fronte e le dita che tremano leggermente. Le vado vicino per poi spostare la sua mano da quella posizione poiché credo sia questo a farla rabbrividire.
"Come ti senti?" chiedo.
"Frastornata." mi risponde lei.
"Ah, bene. Non preoccuparti, è il minimo dopo il colpo che hai preso" le dico.
Lei mi fa spazio sul letto ed io mi siedo accanto a lei dopo che, per darmi un ulteriore segno che è quello che vuole, mi lascia la mano e dà dei colpetti sul materasso, molto delicati.
"Come hai fatto a trovarci?"
"Volevo andare dove stavate andando voi e vi ho trovate." le rispondo, riprendendo la sua mano.
"E mia madre? È viva, vero?"
"Certo che lo è, piccola!"
"E dov'è? Dove l'hanno portata?"
"Beh, il dottor Bonaventura non me l'ha ancora detto, ma posso fartelo sapere."
"Sei sicuro che lei..."
"È viva, tesoro! È stata la prima cosa che ho cercato di capire quando vi ho viste! Forse il tuo gesso le ha fatto da materasso!"
"Lo preferirei, sai?"
Francesca's Pov
Incredibile: io e lui, per qualche motivo, c'incontriamo molto spesso, e la maggior parte delle volte c'incontramo qui in ospedale. È l'unica ragione per cui sono sollevata all'idea di stare qui, almeno ho un buon motivo per vederlo. Ho detto motivo, non scusa, perché di scuse becere non ne inventerò mai... non per provocare dolore al ragazzo che è seduto accanto a me e mi sta tenendo la mano.
Mentre sono persa nei miei pensieri, un leggero battere alla porta mi provoca un sussulto.
"Francesca, sono il dottor Bonaventura. Posso entrare?"
"Sì, dottore, naturalmente! Entri pure!"
Sento la porta aprirsi e il dottore si siede alla mia sinistra, per poi spostare con delicatezza il braccio sinistro ingessato sulle sue ginocchia.
"Vedi, cara, il fatto è che è successa una cosa molto grave a tua madre..."
Sento che il mio corpo viene scosso da brividi piuttosto violenti e il mio angelo, che continuerò a chiamare così sempre, anche se non stiamo insieme, mi stringe la mano.
"Cosa... c-cosa le è successo?"
"Vedi, il fatto è che per lei il colpo alla testa è stato piuttosto forte. Il tuo gesso si può dire che è stato provvidenziale."
"E...?" chiedo.
Mi volto verso il mio angelo, come per implorarlo di non lasciarmi la mano, e lo sento stringere ancora di più la presa su di essa per farmi capire che lui è sempre qui, anche se ora non stiamo insieme.
"Purtroppo tua madre è in coma" dice il medico.
No! Dio mio, per favore! No!
Non può essere, non può essere, non può essere!
Mi sento come se il mondo mi stesse crollando sotto i piedi. È... un incubo!
Dopo quello che è successo non posso credere che sto rischiando d@ perdere anche la mia mamma! Non posso crederci!
Qualcuno mi svegli da questo dannato incubo!
Perché siamo andate a fare quella passeggiata, perché? Perché?

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora