Francesca's Pov
Vado via dalla casa di Ginevra verso le 9. O meglio: è quello che ho deciso, però prima devo salutare tutti... tutti tranne il mio ragazzo, che partirà con me e mia cugina Ilenia per la Spagna. Alla fine hanno preso lui come esterno e lei per stare con me e la cosa mi fa piacere.
Anche se sono tanti vado ad abbracciare uno per uno tutti i miei amici. Con Asia e Carlotta ho già risolto andando in ospedale subito dopo la scuola.
Con Ginevra c'è l'abbraccio più lungo ed io le dico: "Ci vediamo quando torno, anche perché dopo pochi giorni c'è il concerto..."
"Divertiti tanto, Sister!"
"Tranquilla, baderò io a questo particolare!" le dice Daniel. "Ciao Miss Occhi azzurri!"
"Ciao Mr Simpatia!" dice lei sorridendo.
"Frà!" gli dice Giorgio. "Com'è che dite voi qui? Statti accortu!"
"Lascia stare che è meglio" gli dice Daniel. "Comunque è: "Statte accuorto!", ovvero: "Stai attento!" Tranquillo, lo farò!"
"Ciao brunetta" mi dice il matto. "Attenta agli spagnoli!"
"Scemo!" dico abbracciandolo.
Il resto è più o meno uguale: abbracci e raccomandazioni.
"Tornerete per il nostro matrimonio, no?"
"Giulia, ma scherzi? Il tuo matrimonio è in estate, è ovvio che torneremo!"
Detto questo io vado a casa a prendere la valigia e lui fa lo stesso. O meglio: io ho una valigia ed uno zainetto: nella prima ho solo vestiti, il set da bagno e gli asciugamani, tranne qualche cambio nello zaino. Il resto dello spazio in valigia lo lascerò per i souvenirs. Non ho mai preso l'aereo in tutta la mia vita ed ho una paura tremenda, del peso della valigia, di qualche inconveniente, di perdere quella stessa valigia.
Arriviamo al punto d'incontro con la scuola e io saluto i miei abbracciandoli fortissimo, poi ripongo l'occhio a rotelle e mi lascio guidare da mia cugina... tanto, dato che sento che le possibilità di camminare da sola siano sotto zero mi chiedo anche perché me lo sono portato dietro, ma ormai lui è un mio compagno di vita e l'idea di separarmene mi fa sentire male.
Oddio, non è che ci vado anche a dormire, sia chiaro. Il fatto è che non si sa mai: se volessi muovermi senza aiuto in un posto che non conosco non avrei la possibilità di farlo.
"Nervosa?" mi chiede mia cugina.
"Non immagini quanto, Ile!" rispondo. "Ho l'ansia per tutto!"
"Vedrai che una volta arrivata ti scioglierai!"
Restiamo a parlare del più e del meno durante tutto il viaggio, anche perché né io né tantomeno lei riusciamo a chiudere occhio.
Arrivata all'aeroporto il "controllo" del fatto che io non mi faccia male passa alla prof che mi descrive l'ambiente... ma io non riesco a concentrarmi: sono troppo nervosa!
"Professoressa, me la lascia un momento?" le chiede Daniel.
"È successo qualcosa?"
"No, affatto... vorrei soltanto calmarla perché è un po' agitata."
Assumo un'espressione stupita. Perché non capisco come accidenti faccia a capire queste cose senza che io glielo dica?
"Tieni, tesoro" mi dice dandomi il fidato occhio a rotelle che avevo involontariamente fatto cadere.
"Qui non c'è molta gente, vai da sola se vuoi!"
Annuisco e lo seguo fino a quella che credo sia una panchina.
"Eccoci! Girati su te stessa e siediti" mi dice lui tranquillo.
Io gli do ascolto.
"Cos'è che ti fa più paura? Essere lontana dai tuoi, andare all'estero o l'aereo?" mi chiede.
"Un po' tutto."
"Okay. Per la prima è normale, anche se tu sei già stata fuori casa senza i tuoi. Per l'estero... con la lingua spagnola ti muovi abbastanza bene, mi sembra, no? E per l'aereo stai tranquilla, anche se non sembra dato che si stacca da terra è un mezzo molto sicuro. L'unica cosa che ti consiglio di fare è di non pensare a niente durante il decollo, perché lo sentirai correre e avverte un leggero vuoto allo stomaco. Ti assicuro che è normale, ma è un po' fastidioso la prima volta."
"L'hai già preso?"
"Sì, altrimenti starei come te, tesoro."
"Sono l'unica vergine all'aereo?"
"L'unica... che cosa?" mi chiede scoppiando in una risata.
"È stata la prima cosa che mi è venuta in mente!" ammetto.
"Sei più tranquilla ora?"
"Molto" rispondo. "Grazie mille!"
"Sempre dritto rispetto a dove ti trovi c'è Ilenia! Vuoi andare da lei?"
Annuisco. "Non preoccuparti, raggiungila pure da sola se vuoi, io ti guardo e se hai bisogno alza la mano sinistra, d'accordo?"
"Okay."
Ci alziamo insieme, ma lui resta indietro.
"Eccomi Francy" mi dice Ilenia ed io mi fermo davanti a lei. "Ti farei continuare da sola, ma più in là c'è molta gente."
"Va bene" dico, poi chiudo l'occhio a rotelle e lo infilo nel solito sacchetto speciale.
Ilenia mi prende sottobraccio ed io cammino un po' più indietro di lei, per capire se ci sono scalini, salite, discese o altre cose per terra senza che lei sia costretta a dirmelo continuamente.
È il momento del check in. Io ho un flaconcino nello zaino, quindi infilo quello, l'occhio a rotelle e il giubbotto in dei fori. Ora devo passare sotto il metal detector. Spero soltanto che non inizi a suonare! Corro per quel tragitto e, per fortuna, non emette alcun suono. Sembra che tutto proceda bene anche per il resto dei ragazzi, ma ora è il momento fatidico.
Io, la prof e Ilenia abbiamo i posti vicini, quindi iniziamo ad avviarci.
Una volta salite io inizio ad armeggiare con la cintura di sicurezza per chiuderla e dato che non ci riesco, Ilenia mi aiuta.
"Francy, non pensare assolutamente al peggio, altrimenti ti sentirai male!"
Già mi sento male ora! I sedili sono talmente stretti tra loro, quelli davanti rispetto a quelli di dietro, che ora mi manca l'aria.
Magari sono claustrofobica e non lo sapevo!
Questa macchina infernale parte e dopo qualche secondo di calma prende la rincorsa. Ilenia e la professoressa mi tengono strette le mani, poi una terza mano mi si appoggia su un braccio e quel contatto mi calma quel tanto che basta a non farmi cacciare un urlo. Dopo la corsa l'aereo si solleva e sento quel famoso vuoto allo stomaco. Dopo un po' l'aereo diventa rilassante... ma in ogni caso non è il mio mezzo di trasporto preferito. Il motivo è semplice: per usare la Barra Braille mi serve il Bluetooth, con l'attivazione dell'opzione: "Uso in aereo" il Bluetooth si disattiva. Risultato? Non posso leggere e di usare quella voce robotica non se ne parla!
Dopo un po', stremata, crollo sul sedile e mi addormento come una bambina...
Daniel's Pov
Mi volto e vedo che le palpebre della mia piccola ora sono ferme e chiuse, segno che si è addormentata. Mi volto il più possibile verso di lei, riesco a raggiungere il suo viso e lo accarezzo piano.
Ilenia e Maria, la professoressa, sono crollate proprio come lei. Mi guardo in giro e vedo che anche le altre due insegnanti e tutti i ragazzi stanno dormendo.
"Sei stata brava, principessa!" le dico sottovoce, prima di voltarmi e raggiungere lei e gli altri nel mondo dei sogni.
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Ficção AdolescenteFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...