Francesca's Pov
Il mio angelo, come sempre, ha mantenuto la sua promessa. È rimasto qui per tutto il giorno.
Adesso per fortuna ho i decimi di febbre e lui è riuscito a ripartire tranquillo. Mi è stato detto che oggi ci sarà Alberto a dargli il cambio e sono contenta che venga a trovarmi. Spero solo che riesca a vedere anche la sua famiglia.
Mi sveglio prima del suo arrivo e mi tiro su a sedere per poi scendere lentamente dal letto. Recupero il Color Test e prendo rapidamente qualcosa per cambiarmi. Per fortuna sembra che l'abbinamento sia abbastanza decente, quindi non devo mettermi a scavare nel borsone. Mi dirigo in bagno, faccio numerose acrobazie per lavarmi e cambiarmi ed esco subito per poi sedermi di nuovo sul letto.
Passano circa cinque minuti prima che la porta si apra cigolando e qualcuno mi venga velocemente incontro per poi abbracciarmi forte, come si fa con i bambini. Io lo stringo a mia volta e appoggio la testa al suo petto, godendomi il suono del suo cuore che batte.
"Principessa!" mi dice Alberto alzando una mano e scompigliando i miei capelli, ma con movimenti delicati che mi fanno rilassare.
"Ciao Alberto" gli dico di rimando, felice di vederlo.
"Come ti senti?" chiede.
"Un po' stordita, ma tutto sommato mi sento bene" gli rispondo con un timido sorriso.
"So che anche Daniel è venuto a farti visita" mi dice ed io arrossisco. "Ti ha fatto bene rivederlo, a quanto pare."
"Credo dipenda dal bene che gli voglio..." dico in un sussurro.
"Lo so. Tu sei un po' come una bambina, perché se non ti fidi di qualcuno ti trasformi in uno stoccafisso..."
"Allora hai capito che non solo ti voglio bene, ma ho fiducia in te." dico sorridendo.
"Lo so che sto per farti una domanda da un milione di dollari... ma... dentro come ti senti?" chiede.
"Sei sicuro di volerlo sapere?"
"Certo che sono sicuro, tesoro! Siamo amici e ti ho detto che ti voglio un bene dell'anima. Che altro devo fare per dimostrartelo?"
È vero. Lui, fuori da quel bar di Palermo, mi ha detto che mi amava mentre piangevo per una canzone che mi aveva fatto avvertire ancora di più la mancanza del mio angelo, ma il suo non è mai stato un amore morboso. Mi ha spiegato di aver capito che l'amore non è solo possessione: è anche il semplice essere felice di vedere chi ami stare bene, grazie a te o a un'altra persona.
"Mi sento svuotata... come se qualcuno mi avesse strappato tutto tramite dei prelievi, e poi... credo di essermi comportata molto male se ho meritato di essere rapita da un pazzo che in realtà avrebbe dovuto soltanto portarmi da mio padre ed avere come unica via d'uscita quella di buttarmi giù da un'automobile in corsa. Tu lo sai, Alberto? Sai quale sbaglio ho fatto per far arrabbiare tanto chi ha le redini di questo mondo?"
Lui mi fa spostare all'indietro e mi conduce verso il mio letto per poi farmici sedere e sedersi a terra di fronte a me. Mi prende le mani e le stringe, come se sentisse che questo contatto mi farà sentire meglio.
In effetti è vero. Quando qualcuno a cui voglio bene mi stringe le mani mi sento meglio.
Questo piccolo dettaglio lo conosce benissimo anche Daniel. Si vede che ci sanno fare, come animatori e come persone.
"Tesoro, non si tratta di sbagliare molto, poco o per niente. Tutti sbagliano, tutti hanno paura, ma non è questo il punto. Il punto è che la vita ci sottoporrà sempre a delle prove e se vuoi un esempio lo ritroverai proprio in te stessa e nella tua esperienza."
Ha ragione. Io sono costantemente sottoposta ad una prova: quella del buio.
La prova che mi tocca affrontare tutti i giorni è quella di non permettere al buio dei miei occhi di oscurarmi anche l'anima, perché se c'è una cosa che ho imparato è che i veri ciechi sono coloro che non riescono a vedere con gli occhi del cuore.
Il problema è che non sono più i miei occhi a farmi rischiare di oscurare anche la mia anima, ma quello che mi sta accadendo da un paio di mesi.
"Hai ragione... solo che io non sono sicura di potercela fare!"
"Certo che ce la puoi fare, ma non lo dico soltanto perché ti voglio bene o perché ti voglio consolarti. Te lo dico perché se non ne fossi stata in grado a quest'ora non saresti più qui, o forse ci saresti, ma non riusciresti più a sorridere. Il modo in cui mi sei venuta incontro quando sono arrivato mi ha fatto capire che sei una ragazza forte... o meglio: me l'ha confermato. Lo dici sempre anche tu: le persone forti non sono quelle che non piangono mai per puntiglio, ma quelle che dopo aver pianto si sentono meglio e trovano la forza di rialzarsi dopo averlo fatto..."
Gli tendo le braccia e lui si tira su e mi ricambia, ma quando sposta di poco la mano strizzo forte gli occhi a causa del tremendo bruciore che mi provocano le ferite che ho sulla schiena.
"Che cos'hai? Non stai bene?"
"Non è niente."
"Piccola, cos'è successo? Ti ho fatto male?"
Annuisco debolmente e lui chiede: "Hai delle ferite, vero?"
Faccio un altro cenno d'assenso e mi volto di spalle, indicandogli con entrambe le mani il bordo della maglietta.
"Vuoi che la tiri su?" mi chiede Alberto.
Scuoto la testa e gli dico: "No, partendo dal basso le ferite iniziano proprio da qui."
Sento la porta aprirsi di colpo e la voce dolce della mia dottoressa dire: "Tesoro, la solita seccatura... devo cambiarti la medicazione."Mi distendo sul letto e la dottoressa mi sposta la maglietta e inizia a togliermi di dosso tutti i cerotti, uno per uno.
Alberto's Pov
La dottoressa sposta la maglietta della mia amica ed io vedo la sua schiena completamente ricoperta di cerotti, fino ad un punto poco sotto le spalle.
Mentre la professoressa le toglie i cerotti la vedo stringere molto forte il cuscininon ed affondarvi il volto. Vedo sempre più chiaramente le ferite. Sono tagli superficiali, ma sono tutti vicini tra loro.
"Francesca, dammi la mano!" le dico. Voglio che lei stringa la mia mano, che mi faccia anche sentire dolore, perché almeno potrò toglierle un po' di quell'opprimente peso di dosso.
"Alberto, rischio di farti male!" mi dice.
"Fallo, piccola! Se dovessi farmi male stringerò i denti come stai facendo tu." le dico afferrando la sua mano sinistra e stringendola forte nella mia.
La vedo mordersi molto forte le labbra, mentre con la mano libera dalla mia stringe forte il cuscino. So perché lo fa. Non vuole farmi male. Per farla sciogliere, dato che la sento estremamente tesa, le accarezzo il dorso della mano con il pollice.
Lei, dopo un po', si rilassa.
La sento stringere un po' la presa sulla mia mano, ma non lo fa con molta forza. Una volta finita l'operazione cerotti la dottoressa prende un flaconcino dal comodino alla mia sinistra, lo apre e ne estrae una crema che spalma con molta cura sulla schiena della mia amica. Lei ogni tanto sussulta a causa del bruciore, ma la crema che le viene spalmata sembra sortire qualche effetto su di lei, infatti allenta progressivamente la presa sulla mia mano e noto che adesso è molto rilassata.
"Ecco! Ora bisogna lasciare che la crema si asciughi, cara" dice la dottoressa. Io la guardo e vedo che, nonostante i tagli che ha sulla schiena, continua ad essere stupenda.
M'incanto a guardarla e sorrido pensando al mio amico, che è corso subito qui non appena ha saputo che stava male.
Lui la merita e lei merita lui.
"Alberto... perché mi guardi?" chiede.
"Perché sei stupenda. Stai tranquilla, il mio confine sono le tue ferite."
Lei sorride ed arrossisce. Io vedo che la crema si è seccata e vedo la dottoressa avvicinarsi al letto ed applicarle i cerotti sulle numerose ferite.
"Ecco! Ora tira giù la maglia, poi potrai alzarti."
Lei annuisce, si sistema la maglietta e si alza mordendosi forte le labbra.
"Ti bruciano meno di ieri?" le chiedo.
"Cosa?"
"Le ferite, dico."
"Ti posso assicurare che ieri era un vero inferno. Non potevo alzarmi o voltarmi senza che le ferite mi bruciassero..."
"Povera piccola! Senti, ti andrebbe di uscire?" chiedo.
"Per andare dove, Alberto?"
"Mostrami quel terrazzo che affaccia sul Mare. Quello dove vai spesso con Daniel." le rispondo con un enorme sorriso.
"Davvero mi ci porteresti?" chiede battendo le mani come una tenera bambina.
"Mmm... se mi fai ancora quel sorriso stupendo ti porto fino in capo al mondo, piccola!"
Lei mi sorride.
Mi piace vederla felice, mi piace sentire che sta bene e che sorride. Le accarezzo la guancia sinistra e la prendo per mano. So dov'è il terrazzo, quindi voglio essere io a guidarla. Lei, senza saperlo, ha guidato me per una strada addirittura più importante di quella per la quale la sto conducendo io.
Una volta arrivati al terrazzo vedo la brunetta allungare il collo e capisco che sta tendendo le orecchie per sentire il rumore delle onde. Le piace veramente tantissimo il suono del Mare.
Peccato che le gocce non arrivino fin qui, perché ho la sensazione che anche questo possa piacerle.
Lei sorride, mi lascia andare e inizia a muoversi da una parte all'altra.
Sembra un angelo per il modo elegante in cui volteggia di qua e di là per il terrazzo.
La guardo e m'incanto. È stupendo vederla sorridere così.
"Ehi, ballerina!" le dico sorridendo.
Lei arrossisce.
"Tesoro, stavo solo scherzando" dico e lei mi sorride. Il suo è un dolcissimo sorriso ed io amo guardarla... amo farlo, ma non le farei mai del male per legarla a me. È bellissimo saperla libera e felice, ma lo è ancora di più sapere che la persona che ama la rende felice.
Lei si ferma e torna al mio fianco per poi dirigersi verso la ringhiera che affaccia sul Mare e spostarsi un po' più indietro per evitare di sbilanciarsi. I capelli le vanno all'indietro, cosa che mi permette di vedere il suo splendido volto.
"La vuoi sapere una cosa?" le dico appoggiando le mani sulle sue spalle per poi sorriderle ed abbracciarla, cercando di non far sbattere la sua schiena contro il mio petto per non farle male. Lei mi lascia fare.
"Di che si tratta?" chiede.
"Amo vederti così sorridente, piccola!" dico.
Affondo il viso nei suoi morbidi capelli.
Mi piace coprirmi il viso con i suoi riccioli, perché sembrano accarezzarmi. È come se avessi appena affondato il viso in un cuscino di piume. Abbasso la testa e appoggio il mento sulla sua spalla destra. La sua pelle è calda e morbida.
"Alberto... che stai facendo?"
"Mi sto godendo il contatto con la mia migliore amica" rispondo con un sorriso.
Lei sa che sto sorridendo, perché le ho dato un bacio su quella stessa spalla contro la quale ho premuto il viso.
"Alberto... posso farti una domanda?" chiede timidamente.
"Certo. Di cosa si tratta?"
"Ecco... volevo chiederti... per te è un problema stare qui? Insomma, è il tuo giorno libero ed io ti ho rinchiuso. Quando eri al villaggio forse eri più libero."
"Prima di tutto non mi hai affatto rinchiuso. Mi fa piacere stare accanto a te, e lo sai perfettamente... in secondo luogo l'ospedale mi pesa, non la tua compagnia."
Improvvisamente mi viene in mente una cosa che il mio amico mi ha chiesto prima che partissi per venire qui a Napoli, la faccio voltare di lato e le bacio la guancia destra per poi dirle: "Questo te lo manda una persona che per te è molto, molto speciale!"

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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Novela JuvenilFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...