46: Non posso!

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Francesca's Pov
"Ehi, svegliati dolcezza!" dice un uomo dalla voce sconosciuta, che sembra molto giovane, ma mi mette paura.
Dove sono? Non ho più la testa premuta contro il portone del palazzo. Ho tutte le mie cose, ma non so dove mi trovo... e poi chi è questo tipo? Che cosa vuole?
"Chi è lei?" chiedo esitante.
"Sono colui che adesso è il tuo padrone, bambolina!"
Io non ho padroni, ma per ora decido di non dirglielo. Potrebbe scattare e darmi uno schiaffo e stavolta, forse, non sarei in condizione né di reagire né di evitarlo, quindi per il momento decido di assecondarlo, aspettando di riprendermi.
"Molto bene. Il fatto che tu sia silenziosa è un buon inizio, tesoro."
Mi mordo forte le labbra. Quella parola non si può usare a caso, accidenti!
"Potrei farle una domanda?" sussurro, cercando di non far notare la rabbia che sto provando adesso.
"Te lo concedo, piccola, perché ti stai comportando bene." risponde.
"Come sono finita qui?"
"Natasha ti ha silenziosamente accompagnata e quando sei svenuta ti ha portata qui da me" mi risponde.
Quella strega! Mi ha rapita, per questo sono qui, dannazione!
La cosa più assurda è che non ho paura, ma sono infuriata.
Forse dipende dal fatto che non è la prima volta che vengo sequestrata e in fondo chi sequestra fa più o meno sempre le solite cose.
"Dai, alzati!" mi dice.
Non posso farlo arrabbiare ora.
Sono riuscita a tenermelo buono fino ad adesso, non posso cedere alle vertigini!
Mi tiro su, molto lentamente, sperando solo di non cadere, e per fortuna questa volta il mio corpo sembra darmi retta, al contrario delle altre occasioni in cui era necessario.
"È impossibile farti male, bambolina! Ti stai comportando troppo bene" mi dice con una risata che mi fa infuriare, ma ultimamente sono diventata brava a contenere la rabbia. "È strano, però. Natasha mi ha detto che le hai tirato uno schiaffo."
"Se qualcuno mi fa del male, nonostante mi dispiaccia, l'unica possibilità che ho è difendermi" rispondo calma.
Penso di essere stata avventata nel rispondere, ma lui non sembra intenzionato a scattare. Io resto al mio posto, simulando una tranquillità che non mi appartiene affatto.
"Interessante."
Bene. È ancora tranquillo. Mi conviene studiarmelo bene per non ritrovarmi senza qualche dente, anche perché non ci tengo a ricevere il primo pugno della mia vita, in più ingiusto.
Oddio, non che esistano i pugni giusti, però...
"Vieni con me."
Mi prende per un braccio e mi trascina con sé su per una scalinata, mentre la mia guida è sospesa a mezz'aria dato che non ho avuto neanche il tempo di realizzare cosa volesse fare.
Cerco di prendere respiri profondi per calmarmi, ma sembra non servire a nulla.
"Baby, tranquilla, non ti farò niente!"
CHE COSA? È SERIO? Dio mio, ti prego, fa' che dica sul serio e che non sia una cavolata tipica dei rapitori!
Marcello's Pov
Più guardo quella ragazzina e più mi viene voglia di proteggerla piuttosto che di farle qualcosa.
Quando Natasha mi ha mostrato la sua foto ho semplicemente trovato che fosse un bel bocconcino, ma quando me l'ha portata da svenuta l'ho guardata e mi sono sentito quasi male all'idea di toccarla, di farle male. Anche ora, che la sto portando per un braccio, la sola idea di metterle un dito addosso nel modo sbagliato mi fa venire i brividi. Ho capito perché non ha ribattuto al mio: "Io sono il tuo padrone!", e ho pensato che oltre ad essere molto carina è anche intelligente, ma non mi sembra una ragazza sleale. Ha tutto meno una cosa: la vista. Fino a qualche minuto prima che Natasha me la portasse pensavo che il fatto che fosse cieca avrebbe giocato a mio favore, ma ora che la vedo sento che non posso farle del male, non posso!
"Questa sarà la tua stanza." le dico.
La vedo tremare mentre lascio il suo braccio. Tende le braccia, con esitazione, cercando di capire com'è fatta la sua stanza. Forse si aspettava che la lasciassi nello scantinato in cui si è svegliata e in effetti la mia prima intenzione era quella, ma quando Natasha l'ha portata non me la sono proprio sentita.
Giuro che se becco quella ragazza gliene dico quattro!
"Stai tranquilla, ti ho detto che non ti farò niente" le dico, cercando di calmarla. Ora è il mio cuore. battere forte, perché quella ragazza mi fa provare qualcosa che non riesco a capire e questo mi provoca una rabbia tremenda.
"Starai qui" le dico semplicemente per poi lasciarla sola.
Quando esco dalla stanza vado su in soffitta, dove è posizionato un sacco da boxe, e inizio a riempirlo di pugni... pugni che vorrei dare a Natasha, perché quella ragazzina che è di là mi sembra intoccabile. È iniziato tutto perché l'ho rapita, o meglio: perché me l'ha portata quella scema, e ora non so nemmeno cosa provo. Non è la prima volta che mi trovo faccia a faccia con una ragazza, ancor meno una ragazza sequestrata... e non è che mi sia fatto questi grandi scrupoli nei loro confronti, nonostante le loro grida di pietà... solo che lei non mi ha chiesto nulla. Forse è stato questo. Mi è mancato il fatto che lei chiedesse pietà.
Lascio stare il sacco e torno nella camera in cui ho lasciato Francesca. La trovo seduta sul letto, con una mano che le copre gli occhi.
Mi avvicino e gliela sposto. Lei sembra un fantoccio, perché me lo lascia fare senza opporre resistenza. Ha gli occhi rossi: deve aver pianto fino ad ora. La cosa più assurda è che non l'ho nemmeno sentita e non so se sia stato il rumore che ho fatto con il sacco ad impedirmi di udire i suoi singhiozzi o se sia stata lei a piangere silenziosamente.
"Perché piangi, principessa?" le chiedo, inginocchiandomi per arrivare alla sua altezza.
"Perché sto male." risponde.
"Perché stai male?" chiedo.
Lei scuote la testa, decisa a non dirmelo. Io faccio una cosa che non ho mai fatto con una ragazza che ho sequestrato: le prendo il viso tra le mani e le asciugo le lacrime. Lei non reagisce minimamente... è come se fosse rassegnata a tutto e questo fa ancora più male. Preferirei che m'implorasse di lasciarla, ma lei resta ferma, non dice nulla.
"Perché sei diversa? Perché non dici nulla? Perché non mi chiedi di liberarti, perché?" chiedo.
Lei non parla: continua solo a piangere silenziosamente.
Vedere qualcuno che soffre in silenzio è la cosa peggiore che possa accadere, quindi, sentendomi male all'idea di vederla inerme, la costringo ad alzarsi e la riporto giù in cantina. Afferro il suo mento con una mano e la costringo ad alzare la testa.
"Avrei dovuto farti stare male fin dal principio, ma tu mi fai sembrare un rammollito!"
Le sto parlando a denti stretti e lei, invece di aver paura, sembra furiosa. Scatto in avanti, cercando di baciarla, ma lei, che sembra sempre più furiosa, si butta per terra.
"DANNAZIONE!" dico afferrandola con forza per poi farla alzare e legarla ad una sedia. Questa ragazza mi sta facendo impazzire, accidenti!
"Avanti, fai quello che devi fare e basta!" dice con un tono fin troppo basso e pacato. Perché non dice di no? Perché?
Guardandola vedo che sta tirando forte la catena che ha al polso destro e quando vedo che la suddetta si è spezzata finisco per cadere. Non posso tenerla legata! Non posso farle del male, accidenti!
Avrei dovuto divertirmi con lei, stuzzicarla in modo che mi temesse, per poi lasciarla andare, buttandola magari in mezzo ad una strada, con tutte le sue cose, ma quando la tocco mi sembra di far male a me stesso. Dovevo giocare con lei e ora, dannazione, ho finito per amarla! Come faccio adesso?
"Non posso..." sussurro. "Perdonami! Io non posso farti questo! Ma perché dovevo proprio innamorarmi di te? PERCHÉ?"
Possibile che una persona possa cambiare da un giorno all'altro?

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora